Lecce. Depositate le relazioni sul sopralluogo dei sanitari negli uffici giudiziari. Poco è cambiato dal viaggio del Tacco nel “girone dantesco”
LECCE – “C’è ancora da fare”. E’ questo in estrema sintesi il commento di Giovanni Rizzo, segretario regionale della Confsal-Unsa(Unione nazionale sindacati autonomi), alle ispezioni che il servizio Igiene e Sanità Pubblica della Asl Lecce ha effettuato prima dell’estate negli uffici giudiziari leccesi. Le due relazioni, relative agli uffici di via Brenta e di viale De Pietro, sono state depositate nelle scorse ore e denotano una situazione poco differente da quella rilevata nella prima ispezione del 2008. “Dalle relazioni risulta che qualcosa è stata fatta e molto c’è ancora da fare – ha dichiarato Rizzo -. Soprattutto in viale De Pietro emerge la permanenza e l’aggravamento di condizioni di degrado dovute in parte all’età dell’immobile, in parte all’incuria. Non a caso viene sollecitata più volte la verifica del Comune sull’attività della Lupiae servizi, e si rileva che manca in alcune situazioni il necessario monitoraggio, in altre il necessario calendario degli interventi necessari (come per la derattizzazione e disinfestazione periodica)”. Il Comune, tra l’altro, in quanto proprietario o detentore degli immobili, è tenuto alla manutenzione, venendo poi rimborsato dal Ministero della Giustizia. Dall’altra parte, nel Ministero quanto alle normative sulla sicurezza, la figura del datore di lavoro è rappresentata, normativamente, dal Capo di ogni singolo Ufficio giudiziario. Se non segnala al Comune le esigenze e le situazioni, resta responsabile anche personalmente di quanto possa accadere a cose e persone. Se effettua la segnalazione, la responsabilità si trasferisce sull’ente proprietario. I rilievi effettuati riguardano la mancanza di un registro-calendario degli interventi periodici di disinfestazione e derattizzazione; la mancanza di organizzazione sulla gestione del materiale cartaceo, che ingombra di faldoni gli uffici e le zone di passaggio, anche limitando il confort lavorativo; l’opportunità di una verifica periodica dell’ufficio Ambiente del Comune di Lecce, sull’efficacia dell’attività di pulizia e disinfezione da parte della Lupiae Servizi. In via Brenta, tra le altre cose, i rilievi hanno sottolineato la necessità di: interventi negli archivi interrati, carenti di areazione naturale da integrare con ventilazione meccanica, e la rimozione del locale attualmente adibito ad ufficio e che risulta inidoneo sotto ogni aspetto allo scopo; pulizia radicale delle intercapedini ingombre di rifiuti di vario genere; sgombero di materiali cartacei, depositati anche sui pavimenti, che creano anche difficoltà per le pulizie; custodia degli atti in armadi chiusi, per motivi di igiene e di privacy; pitturazione degli ambienti; areazione naturale e cappe di aspirazione per captare le polveri sottili nei locali con fotocopie; ripristino delle canaline di protezione dei cavi elettrici dei computer; analisi del pavimento in linoleum, per accertare l’assenza di amianto; separazione a tutta altezza di taluni WC dagli anti-WC. Le emergenze riscontrate in viale de Pietro: messa in sicurezza e restauro delle facciate che vanno sgretolandosi; pulizia dei davanzali dagli escrementi dei volatili e iniziative per il loro allontanamento; risanamento urgente dell’aula penale che presenta infiltrazioni di acqua dal solaio e muffa; compattatori per i restanti archivi del Tribunale; nuova aspirazione sopraelevata per il locale corpi di reato, e zanzariere negli otto locali annessi per poter lasciare aperte le finestre e garantire l’areazione naturale; rimozione di suppellettili in disuso ancora depositate nel vano scale di servizio del Tribunale; risanamento della crepa su muro e soffitto della stanza 28 al sesto piano. Articolo correlato: Pericolante e antiquato. Tribunale da Inferno dantesco
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