Lecce. Otto anni al boss Mario Tornese; cinque anni e mezzo a Fabrizio Bernardini. Assolti Simone Maniglia e Rocco Greco
LECCE – Due condanne e due assoluzioni. E’ il risultato del processo dell’ultima parte dell’operazione “Rinascita” nei confronti di quattro esponenti del clan Tornese discusso davanti ai giudici della prima sezione penale (Roberto Tanisi, a latere Pasquale Sansonetti e Maria Pia Verderosa). In particolare, è condannato ad otto anni di reclusione Mario Tornese, 49 anni, di Monteroni, a capo dell’omonimo clan assieme al fratello Angelo; è di cinque anni e sei mesi invece la pena inflitta a Fabrizio Bernardini, 41enne di Monteroni. Gli assolti sono Simone Maniglia, 29enne di Monteroni, e Rocco Greco, 40 anni, di Porto Cesareo. Le accuse mosse nei confronti dei quattro imputati erano di associazione mafiosa (Tornese, Maniglia e Bernardini) e associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti (Greco). L’operazione risale a sei anni fa, quando nel blitz “Rinascita-Giaguaro” vennero emesse 33 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti componenti del gruppo che si stava ricostituendo attorno ai boss storici della sacra Corona Unita Mario ed Angelo Tornese. La maggior parte degli imputati ricorse a riti alternativi che si conclusero con una pena totale di 146 anni di reclusione per 19 persone collegate più o meno direttamente al clan mafioso. Tornese è difeso dall’avvocato Stefano Prontera; Bernardini da Antonio Savoia.
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