Fiat fuori da Confindustria. La preoccupazione di Colucci

Lecce. Secondo il presidenza di Confindustria Metalmeccanica Lecce la decisione del Lingotto potrebbe avere ripercussioni anche sull’economia salentina

LECCE – “Desta notevole preoccupazione la grave decisione di Fiat di uscire da Confindustria, soprattutto per l’impatto che potrà avere sulle imprese del settore metalmeccanico del nostro territorio, in un momento in cui sembrava si stessero gradualmente riprendendo dalla grave crisi attraversata”. Commenta così il presidente della Sezione Metalmeccanica di Confindustria Lecce, Giacinto Colucci, l’annuncio di Fiat, e continua: “Tale decisione è maturata a valle di una serie di problematiche, più volte rimarcate da Sergio Marchionne, sulla capacità delle nostre imprese di competere nel mondo: flessibilità del mercato del lavoro in entrata ed in uscita; definizione di percorsi contrattuali innovativi che vadano incontro alle nuove richieste del mercato e delle imprese stesse. Si tratta di leve fondamentali sulle quali occorre avviare un confronto urgente ma sereno per mettere l’intero sistema imprenditoriale italiano nelle condizioni di affrontare ad armi pari i competitor internazionali”. “La decisione del Lingotto – dice ancora Colucci – sta diffondendo preoccupazione tra le imprese metalmeccaniche salentine che operano in un contesto mondiale complesso, nel quale la produzione di alcuni comparti, come l’automotive, comporta la naturale selezione del sistema produttivo. E per il tessuto imprenditoriale salentino, caratterizzato dalla piccola e media dimensione, diventa invece fondamentale sostenere la capacità di competere attraverso l’integrazione e le partnership con le grandi imprese. Strategica appare, pertanto, la presenza del Gruppo Fiat, attraverso la Cnh, a Lecce che ha contribuito a stimolare la crescita e lo sviluppo di un comparto metalmeccanico qualificato ed all’avanguardia nel nostro territorio”. “L’auspicio – afferma il presidente Colucci – è che la decisione di Fiat non sia irrevocabile e che Confindustria compia gli opportuni passaggi affinché questo avvenga”. “In ogni caso – conclude Colucci – quanto successo deve servire ad avviare una discussione seria e proficua sulle problematiche della competitività delle imprese, sulle quali le parti sociali sono chiamate a compiere uno sforzo importante per dare risposte positive e concrete al sistema imprenditoriale”.

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