La Regione ha approvato ma non ancora finanziato l'adeguamento degli edifici alle norme di sostenibilità ambientale. Esistono due graduatorie dei progetti. Discordanti ma entrambe valide
CASARANO – Adeguare gli edifici pubblici alle moderne norme sulla sostenibilità ambientale e sul risparmio di energia. Questo aveva chiesto la Regione ai Comuni pugliesi, mettendo a disposizione dei 66 che compongono l’Area Vasta Sud Salento un totale di 75 milioni di euro, per un massimo di un milione 200mila ad edificio (delibera di Giunta regionale n. 515 del 23 febbraio 2010, “Linee Guida per il finanziamento di interventi di miglioramento della sostenibilità ambientale e delle prestazioni energetiche del patrimonio edilizio del settore terziario”, relativa agli interventi finanziati nell’ambito dell’azione 2.4.1 “Promozione del risparmio energetico e dell’impiego di energia solare nell’edilizia pubblica non residenziale”). Ogni Comune avrebbe dovuto co-finanziare per il 15% l’intervento programmato, potendo “rifarsi” di tale spesa concedendo in locazione, per non meno di 20 anni, superfici pubbliche come pensiline, tetti, parcheggi a società del fotovoltaico (con canone annuo non inferiore a 12 euro per kwp; chilowatt picco, cioè la potenza massima o “di picco” di un impianto fotovoltaico). Così è andata: i Comuni hanno redatto i progetti di “efficientamento energetico” e li hanno inviati alla Regione. Poi, nell’agosto 2010, hanno integrato la documentazione così come Area Vasta ha loro chiesto dietro indicazione di Via Capruzzi, sulla base di schede tecniche, descrittive dei luoghi sui quali intervenire, predisposte da Puglia Sviluppo e dall’Università del Salento. Tutto il nuovo materiale è andato ad integrare il precedente ed ha costituito la base per la realizzazione della graduatoria dei progetti in gara. Quelli finanziabili, ovvero quelli che hanno ottenuto punteggio diverso da zero, sono 58, uno per Comune, per un totale di 35 milioni, ben al di sotto della somma disponibile. Ma da allora la Regione non ha più fatto sapere a, non ha predisposto l’impegno di spesa, ed i giochi sono fermi, nonostante le sollecitazioni dei sindaci che chiedono risposte temendo una revoca dei finanziamenti. Ma quello sulla mancata erogazione del finanziamento ai progetti non è l’unico enigma di questa storia. La graduatoria di cui sopra non è infatti l’unica esistente. Risale al 2009, è cioè precedente alla delibera regionale, una prima graduatoria, secondo la quale i progetti finanziabili sono 16 e per la precisione quelli presentati dai Comuni di Acquarica del Capo, Andrano, Alessano, Collepasso, Casarano, Carpignano Salentino, Cutrofiano, Minervino, Morciano di Leuca, Nociglia, Racale, Sannicola, Supersano, Tricase, Taurisano e Zollino. Una graduatoria di progetti approvati ancor prima che venisse posto il vincolo della locazione degli impianti fotovoltaici e di fatto mai anata. 16 progetti che, nella nuova “classifica” non sono più nelle prime posizioni ma si vedono ricacciati in basso e potrebbero pertanto passare in secondo piano rispetto agli altri nell’ordine di attuazione delle proposte, posto che, come la Regione ha precisato, ci sono fondi sufficienti per tutti. Potrebbero, non è certo. Perché nessuno dagli uffici regionali dà certezze. Che fine faranno questi 16 progetti? Saranno scalzati da altri considerati, alla luce della nuova graduatoria, più urgenti o più meritevoli? Un caos generale in cui i primi cittadini vogliono vederci chiaro; per questo ieri si sono riuniti presso la sede di Area Vasta, il Cisi di Casarano, per fare il punto sulla situazione. In realtà c’è stato poco da dire, solo domande da fare, dubbi da chiarire e disapprovazione da manifestazione. I rappresentanti dei 16 Comuni con progetti già approvati si sentono privati di un diritto e non accettano di dover vincolare l’attuazione delle proprie idee progettuali all’installazione e locazione di impianti fotovoltaici; un vincolo, come detto, subentrato solo in un secondo momento. Come afferma Ettore Caroppo, il sindaco di Minervino, retrocesso alla posizione n.47, che è stato il promotore dell’incontro, “non è giusto che la Regione indichi a chi dobbiamo dare in locazione gli impianti fotovoltaici né che stabilisca i canoni e la durata della locazione; in tal modo ci priva del diritto di fare gli interessi della nostra comunità e magari di affidare l’incarico di gestire l’impianto a società del territorio e non a grandi multinazionali o a ditte di fuori Regione”. “Con questa condotta – aggiunge – la Regione Puglia sfiora l’abuso di potere nei confronti delle Municipalità, anteponendo ad ogni valutazione progettuale l’obbligo imposto ai Comuni di mettere a disposizione solai o terreni di proprietà da concedere in affitto ad aziende individuate dalla stessa Regione. Tutto ciò nonostante siano state già presentate all’Area Vasta schede o progetti sulla scorta dei requisiti che la stessa aveva precedentemente dettato e che non prevedevano né cofinanziamenti del 15% né obblighi di aree da concedere in locazione. Mi auguro peraltro che chi ha elaborato questo bando abbia messo in conto che i Comuni, affittando le aree, perdono la possibilità di usufruire degli incentivi previsti dal Conto Energia”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Sannicola, Giuseppe Nocera. Anche il suo Comune era tra i 16 della prima classifica ed ora si trova in posizione n.44. Nocera ieri ha chiesto ufficialmente di sapere se la Regione dispone dei fondi promessi e quando ha intenzione di erogarli, bacchettando anche Area Vasta per le lungaggini e la scarsa chiarezza in materia. Gli altri Comuni, le “new entry” in classifica, dal canto loro, rivendicano il finanziamento del proprio progetto, approvato ma ancora non erogato. E chiedono risposte. L’incontro si è chiuso con la decisione di recarsi in Regione a chiedere lumi. Ci si augura che almeno lì le risposte ci siano e che lo scaricabarile delle responsabilità tra Area Vasta e Via Capruzzi abbia fine prima di veder andare persi i finanziamenti già – ma solo virtualmente – ottenuti.
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