Nuovo decreto, la Puglia perde 200 milioni

Nuovo decreto emergenziale: si fanno già i conti sui tagli preparando le proposte di modifica

Con il decreto emergenziale da 45 miliardi di euro varato dal Governo, la Puglia perderà circa 200 milioni di euro.

E se, secondo i governatori dalle Alpi alla Sicilia, i tagli si abbatteranno sui servizi essenziali per i cittadini, a partire dal trasporto pubblico, e vanificherà ogni tentativo, sebbene maldestro, di federalismo fiscale, per la nostra Regione si sono levate forti e chiare le voci dell'assessore Marida Dentamaro – presente ai tavoli romani con l'esecutivo – e del presidente Nichi Vendola. Il decreto è “un atto di guerra contro l’Italia. Misure punitive per gli Enti locali, devastante riduzione di servizi sociali e di diritti, un colpo alla civiltà del lavoro. E nessuna scelta per la crescita e lo sviluppo. Occorre una reazione durissima”. Che dovrà concretizzarsi all'atto della discussione parlamentare del decreto, niente affatto blindato e quindi emendabile. Le Regioni, compresa la Puglia, stanno già preparando le loro proposte di modifica. Da Viale Capruzzi, non si nasconde un certo allarme per i fondi destinati al dissesto idrogeologico: 110 milioni di euro già dati per acquisiti con l’Accordo di programma inserito nel Fas nazionale e destinati a ben 63 progetti già incardinati negli appalti comunali. Si tratta di fondi e interventi destinati a rendere sicuro il territorio pugliese laddove non lo è, destinati cioè alla sicurezza delle persone; ecco perché la Puglia ne ha chiesto “con urgenza” l'assegnazione.

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