Sciopero Boncuri, nessun accordo in vista

Coldiretti e Confai respingono le proposte della Flai Cgil al tavolo convocato in Regione, assente la Cia. Ed e' scontro sui diritti dei lavoratori e il caporalato

Resta alta l'attenzione sulla masseria Boncuri, il caporalato in Salento e in Puglia e le azioni necessarie per estirpare la schiavitu' nel lavoro. Al confronto tenutosi all'assessorato per le politiche agricole della Regione Puglia la Flai CGIL ha proposto la discussione su un protocollo che, partendo dalla situazione emergenziale di Nardo', allarga l'area di intervento a tutto il lavoro nero in agricoltura e contine il ricorso da parte delle aziende all'intermediazione del caporale. E qui i sindacati e le organizzazioni di categoria si dividono in correnti, con Coldiretti e CONFAPI che sebbene si siano sedute al tavolo con l'assessore al ramo Dario Stefano – hanno rifiutato questa proposta (la motivazione e' che il tessuto produttivo è sano e le aziende ricorrono non al caporale, ma al caposquadra), e CIA che – secondo quanto riportato dallo stesso assessore – non ha preso parte all'incontro perch`”avrebbe significato riconoscere una qualche responsabilita'”. “Per le rappresentanze datoriali presenti al tavolo – scrive la Flai Cigl -, il caporalato è fenomeno estraneo, come lo sono le condizioni di grave sfruttamento cui vengono sottoposti i lavoratori. Chiediamo che dinanzi a questa ferma volontà della rappresentanza datoriale, l'attività ispettiva e di controllo del territorio diventi sempre più incisiva, tanto da selezionare, anche con evidenza pubblica, le aziende che la Regione dovrebbe poi escludere dal sistema di finanziamento pubblico”. E per i lavoratori ospiti della Boncuri, la Cgil, oltre alle liste di prenotazione attivate presso il CPI di Nardò e al servizio di trasporto pubblico sui campi – proposte delle quali si e' gia' discusso nell'incontro dell'8 agosto in provincia -, chiede che “l'impegno minimo assunto dal presidente regionale di Coldiretti di ricercare aziende del territorio disponibili ad utilizzare tali strumenti diventi realtà”. Richiamano le associazioni datoriali alle loro responsabilita', il segretario generale della Flai Cgil Lecce Antonio Gagliardi e Giuseppe De Leonardis, segretario generale della Flai Cgi Puglia. “Si assiste – scrivono in una nota congiunta – a dichiarazioni che tendono a minimizzare il problema del caporalato o, addirittura, a sostenere l’inesistenza del fenomeno, oppure a confondere la figura del caporale con quella del 'caposquadra' aziendale. Gli strumenti per intervenire sul problema cogente dei lavoratori stagionali di Boncuri sono stati posti, soprattutto grazie ad un’intensa rivendicazione sindacale e forte determinazione dei lavoratori stagionali di Nardò; adesso tocca al sistema delle imprese fare la propria parte, attivando l’assunzione della manodopera agricola seguendo le modalità concordate, prendendo le distanze dal sistema di illegalità ed evidenziando la loro estranietà alle forme di schiavitù insite nel fenomeno del caporalato”. Le sue segreterie, quella leccese e quella dell'intera regione, rivolgono infine “un ulteriore appello alla Prefettura, all’Inps ed ai Servizi Ispettivi competenti per territorio”, perche' potenzino i controlli, “nonché alla grande distribuzione e all'industria di trasformazione per controlli mirati e specifici e perche' non ritirino i prodotti e i pomodori, non certificati eticamente SA 8000”.

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