Trivellazioni nel mar Adriatico. A rischio il Salento

Lecce. Scade oggi il termine per la presentazione delle osservazioni per opporsi ai trafori nel mare. La maggior parte delle trivelle sono previste nel Salento

Eccole le località salentine in cui la Northern Petroleum vuole trivellare il mare: Brindisi, Fasano, Cisternino, Ostuni, Carovigno, Meledugno, Otranto, Giurdignano, Uggiano La Chiesa, Torre Guaceto, Macchia San Giovanni, Punta della Contessa, Foce Canale Giancola, Rauccio, Aquatina Frigole, Torre Veneri, Le Cesine, Torre dell’Orso, Palude dei Tamari, Laghi Alimini, Santa Maria di Leuca, Posidonieto Capo San Gregorio, Punta Ristola. Oltre a queste ci sono Bari, Monopoli, Polignano a mare. Scadono oggi i termini per presentare osservazioni in opposizione alle trivellazioni. Il Comitato per la tutela del mare del Gargano ha già inviato al ministero dell’Ambiente le sue note contro le concessioni d149 e d71 della Northern Petroleum, che prevedono i carotaggi in profondità proprio nei fondali marini. Ora il Comitato esorta le associazioni ambientaliste a fare altrettanto, per bloccare lo scempio irreversibile della flora e della fauna adriatica. E' stata una scienziata italiana a fornire la consulenza tecnica per la scrittura delle osservazioni già inviate. Si tratta di Maria Rita D’Orsogna, professoressa associata di Matematica Applicata presso l’Università di Los Angeles, ed è stata proprio lei ad informatre il comitato degli ambientalisti del Gargano sul fatto che la Northern petroleum ha gettato le sue mire nei mari salentini. Le concessioni d149 e d71 prevedono indagini esplorative con la tecnica dell'airgun e l'installazione di pozzi estrattivi a una ventina di chilometri dalla riva, in zone altamente turistiche e naturalistiche con ben nove aree protette e rilascio di sostanze inquinanti dannose alla fauna marina, all’uomo e alle sue attività economiche. Danni incalcolabili in cambio del solo 4% dei ricavi del petrolio estratto. Ancora pochi giorni per produrre da parte di cittadini e associazioni le osservazioni al ministero dell’ambiente seguendo le indicazioni della Prof.essa D’Orsogna: http://dorsogna.blogspot.com/2011/07/affondiamo-la-northern-petroleum.html Ecco le osservazioni del Comitato: Al Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare Direzione per la Salvaguardia Ambientale – Divisione III Attenzione: Concessione d71 FR-NP e d149 DR-NP Northern Petroleum Via Cristoforo Colombo, 44 00147 – Roma p.c.: Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per la Qualità e la Tutela del Paesaggio e l'Arte Contemporanea Via San Michele, 22 00153 – Roma Oggetto: Osservazioni contro Concessione d71 FR-NP e d149 DR-NP Northern Petroleum. Con la presente il Comitato per la tutela del mare del Gargano, che ha tra i propri compiti statutari la salvaguardia dell’ecosistema marino, la tutela della salute delle popolazioni garganiche, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui temi della salubrità del mare e dei rischi per la salute umana derivanti dall’inquinamento dello stesso, già organizzatore della manifestazione del 24 aprile 2010 a Lesina contro il parere positivo espresso dall’ufficio valutazione di impatto ambientale alla richiesta della società irlandese Petrolceltic Elsa, parte integrante della Rete nazionale per la difesa e la valorizzazione del mare Adriatico e del mar Ionio, esprime, come già fatto per le aree adiacenti alle isole Tremiti, la propria contrarietà alle ispezioni sismiche e all’installazione dei pozzi petroliferi d71 FR-NP e d149 DR-NP per la ricerca di idrocarburi, come proposto dalla Northern Petroleum di Londra. Non possiamo permettere tacitamente che pozzi sorgano lungo il litorale pugliese, a circa 25 km dalla riva, in quanto, se approvati tali pozzi rappresenterebbero l’inizio di una vera e propria aggressione dell’Adriatico meridionale da parte di ditte petrolifere straniere con gravi danni e ripercussioni negative anche sulle attività umane che si svolgono sul Gargano. Oltretutto, la VIA prevede l’uso di tecniche invasive come l’air gun con danni alla pesca, ripercussioni estremamente negative sulla salute e sulla vita stessa degli animali del mare, realizzazione di pozzi esplorativi che potrebbero restare nei nostri mari per decenni, se produttivi. Il progetto della Northern Petroleum non mette in nessuna evidenza l’inevitabile uso di fanghi e fluidi perforanti e la produzione di acque di risulta altamente tossiche che ogni pozzo, preliminare o permanente, comporta. La Northern Petroleum non menziona neppure i pericoli di subsidenza, scoppi, inquinamento e semplicemente ignora gli effetti disastrosi sull’attività della pesca, già fortemente minacciata da scarichi velenosi di tutti i tipi, o sul settore turismo che è una delle attività prevalenti della Puglia. Il mare Adriatico deve essere difeso e tutelato dall’attività estrattiva del petrolio, inclusi i progetti in esame, che sono da ritenersi in forte e totale contrasto con l’ambiente, l’economia, la storia, le tradizioni della Puglia e delle sue coste. Una Puglia che deve difendere ad ogni costo il turismo di qualità, la pesca, l’ agricoltura, la salute dei cittadini, la sua consolidata immagine di territorio sano. L’estrazione di scarse quantità di petrolio pesante, ricco di zolfo, con guadagni irrisori da parte dello Stato, non deve e non può giustificare l’aggressione alle nostre attività produttive, alla nostra salute, al nostro territorio. La presente è da intendersi ai sensi dell’articolo 6, comma 9 della legge 8 luglio 1986 n.349, che consente ai cittadini di presentare osservazioni sui progetti sottoposti a VIA e ai sensi del trattato di Aarhus che, recepito anche in Italia, consente alle popolazioni il diritto di esprimersi su proposte ad alto impatto ambientale, rendendo l’opinione dei cittadini vincolante. Rinnoviamo, quindi, la preghiera affinchè i Ministeri competenti boccino i progetti della Northern Petroleum, rispettando la volontà delle popolazioni della Puglia e dell’ Adriatico, sancita e conclamata anche dalla regione Puglia.

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