Corigliano d’Otranto. La Monteco chiede al Comune, in Tribunale, il pagamento di alcuni servizi. Nel frattempo pignora la fortezza simbolo della città
CORIGLIANO D’OTRANTO – Futuro incerto per il castello di Corigliano d’Otranto, al centro di una guerra tra Comune e Monteco, la ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti sul territorio comunale. Una storia lunga e complicata, partita nel 1992, quando l’Amministrazione affidò alla società, che allora si chiamava Monticave, la gestione della discarica di località Scomunica per sette anni. Ma già nel 1995 l’impianto risultava saturo, imponendo il conferimento dei rifiuti di Corigliano nella discarica di Ugento. Quel servizio, però, secondo la Monteco, non fu mai pagato dal Comune che è finito in Tribunale, trascinato proprio dalla Monteco, cui il giudice di Galatina ha dato ragione. Il Municipio invece, sulla base della convenzione stipulata nel 92 ha sempre rivendicato il conferimento gratuito e addirittura chiesto il pagamento di 420 milioni di lire dalla società, ricorrendo in Appello. A peggiorare una situazione che già semplice non era, la scoperta che la discarica ex Monteco di contrada Scomunica non è stata messa in sicurezza come previsto dalla legge con il risultato che in dieci anni il percolato è penetrato nel terreno con gravissimo danno ambientale. L’area sarà bonificata, secondo le disposizioni della Regione; l’operazione costerà 1 milione 900mila euro e sarà finanziata per 500mila euro dall’ente e per il resto dall’aumento della Tarsu imposta ai cittadini. Soltanto a fine bonifica, potrà entrare in funzione il nuovo impianto da 2 ettari approvato nel 2002 (Giunta Fitto) affidato alla Cogeam. Che cosa c’entra in tutto questo il cinquecentesco maniero? E’ presto detto. Perché nell’attesa del 23 novembre, quando si dovrebbe discutere l’appello proposto dal Comune contro l’ingiunzione al pagamento, formalizzato dalla Monteco in due fatture del valore di 443.000 euro, la ditta ha trasformato il decreto ingiuntivo in pignoramento di alcune particelle catastali di proprietà comunale: due piazzette e, appunto, il castello. L’Amministrazione (rappresentata legalmente dall’avvocato Leonardo Maiorano) ha definito il monumento “impignorabile”, ottenendo dal giudice tempo fino al 15 ottobre per depositare il documento che lo dimostra: un decreto ministeriale del 1971 con cui la fortezza, con tanto di torri e fossato, è stata dichiarata “bene di interesse storico e artistico” e dunque invendibile.
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