Tagesmutter, (quasi) come la mamma

LA STORIA DELLA DOMENICA. Un po’ baby sitter, un po’ maestre ed anche un po’ mamme. Arriveranno ad ottobre le prime tagesmutter salentine.

Alla lettera significa “mamma di giorno”, ma non è poi davvero così, visto che, esattamente come una mamma, la puoi chiamare quando ne hai bisogno, e quindi anche di notte. E’ una nuova figura professionale e si occupa di assistenza ai bambini ed anche di educazione vera e propria, perché ha acquisito, tramite specifici corsi di formazione, tutte le competenze necessarie a farlo. Il termine corrente che definisce questa figura, generalmente una donna, è “tagesmutter”. E’ tedesco perché è nell’Europa del Centro-Nord che ha fatto la propria comparsa, già negli anni Sessanta. In Italia e nel Sud in particolare, solo ora sta lentamente facendo capolino, nonostante i ritmi di vita, l’impegno lavorativo di entrambi i genitori e, di contro, la carenza di strutture pubbliche adeguate, ne facciano sentire il bisogno già da diverso tempo. In questo senso il Salento, per lo meno rispetto ad altre regioni del Mezzogiorno, appare più reattivo alla novità: la scuola di formazione professionale Asesi, con sede a Taviano, ha infatti organizzato dei corsi per diventare tagesmutter ed ad ottobre licenzierà le prime 16 tagesmutter salentine (in province di Taranto e Brindisi i corsi si sono già conclusi), delle vere e proprie pioniere della disciplina, dopo 300 ore di lezione teorica con docenti professionisti di Psicologia, Pedagogia, Igiene e sicurezza, Pronto soccorso pediatrico (materia per la quale viene rilasciato un attestato specifico) ed altro ancora, e 70 ore di stage presso realtà di assistenza infantile da prendere a modello (una tra tutte, l’asilo nido “Il piccolo principe” di Corigliano d’Otranto che resta aperto anche in estate e fino a sera). Tra le ore di stage previste, vi sono anche 24 ore di visita guidata a Trento, dal 20 al 24 settembre. E’ lì che è nata, in Italia, la professione delle tagesmutter. Il Trentino è infatti stata la prima Regione italiana ad aver dato pieno riconoscimento a questa figura professionale e ciò sulla spinta dell’associazione nazionale Domus. In Puglia la tagesmutter non è ancora una figura nota, né è riconosciuta giuridicamente; esiste solo la legge regionale del 10 luglio 2006, la n.19, che all’art. 101 prevede “servizi innovativi e sperimentali” e che tuttavia non fa mai espresso riferimento alla tagesmutter. La soluzione dunque sembra arrivare ancora prima che le istituzioni si siano poste il problema. Ciò significa che, ad ottobre, le 16 paladine dell’educazione infantile domiciliare avranno davanti a sé tutto un mondo inesplorato. Toccherà alla loro capacità di comunicare l’attività all’esterno, il grado di diffusione della loro azione sul territorio. Perché le mamme dovrebbe rivolgersi ad una tagesmutter? Almeno per due motivi: la flessibilità e la domiciliarità. Flessibilità perché gli orari e l’impegno della tagesmutter tengono conto delle esigenze delle famiglie e delle stesse “mamme di giorno”, che indicano, una volta data la propria disponibilità, anche le “materie” per le quali sono maggiormente portate, ovvero le attività manuali o le passeggiate o altro ancora; domiciliarità, perché i bambini affidati alla tagesmutter vengono accolti in un ambiente domestico, che non è un nido ma una casa vera e propria, con spazi organizzati tenendo conto delle esigenze dei bambini. E che cosa c’è di meglio, soprattutto per un bambino, del calore di casa?

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