Castellaneta. Minacciavano le braccianti costringendole alla prostituzione. Bellanova: ‘Sfruttamento sia reato penale’
CASTELLANETA – Più o meno cento donne ridotte in schiavitù. Tutte romene, costrette al lavoro nei campi in condizioni insostenibili e alla prostituzione. Accadeva a Castellaneta, in provincia di Taranto, dove i carabinieri stamattina hanno compiuto un'operazione contro il mercato nero, arrestando 17 persone in tutto, tra romeni ed italiani, tutti ritenuti responsabili di aver sfruttato anche sessualmente donne della stessa etnia. Le ordinanze sono state emesse dal sostituto procuratore Enrico Bruschi. Gli arrestati dovranno rispondere dei reati di associazione per delinquere, finalizzata alla commissione del reato continuato di estorsione aggravata, sfruttamento e favoreggiamento dell’attività di prostituzione e di esercizio non autorizzato di attività di somministrazione di lavoro. Nell'operazione sono stati impegnati oltre 70 uomini del comando provinciale carabinieri di Taranto e del sesto nucleo elicotteri di Bari. “Quando ancora non si è spenta l'eco dei casi nei campi di fotovoltaico nel Salento – ha commentato la deputata salentina Teresa Bellanova (Pd) e componente la Commissione Lavoro – gli arresti che stamattina hanno portato alla luce l'ennesima organizzazione criminale, operante nel tarantino, che si arricchiva sullo sfruttamento di esseri umani, dal lavoro agricolo alla prostituzione, assestano un altro duro colpo alla presunzione di civiltà della nostra società”. “È passato un anno da quando ho personalmente presentato l'indagine conoscitiva licenziata all'unanimità dalla Commissione lavoro della Camera – ha aggiunto -. Bene, in quell'indagine si metteva chiaramente a nudo la persistenza di una larga diffusione di questi fenomeni di illegalità e si sottolineava la necessità di adottare la proposta di legge, che porta la mia firma, per l'istituzione del reato penale di grave sfruttamento del lavoro. Ad oggi però a è stato ancora fatto e questi meccanismi di ricatto umano continuano a proliferare. E continueranno a farlo finché, da un lato, la cultura della legalità non troverà fissa dimora nella quotidianità di ognuno di noi e, dall'altro, finché non verranno forniti a magistratura e forze dell'ordine, che ancora una volta ringraziamo per il loro impegno, strumenti legislativi maggiormente efficaci”.
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