Crescono a Lecce i decessi per tumore. In controtendenza rispetto al resto dell’Occidente. La Lilt diffonde i dati e lancia l’allarme: “E’ necessario agire sui fattori di rischio”
Cresce il numero di decessi per tumore in Puglia. E cresce soprattutto nella provincia di Lecce. La Lega Tumori di Lecce lancia l’allarme, evidenziando come questi dati siano in controtendenza rispetto al resto dell’Occidente, dove nell’ultimo decennio si è invece registrata una diminuzione della mortalità per patologie oncologiche. Quest’impennata delle morti per tumore sta celermente vanificando quel gap virtuoso di circa il 20-25 % che ha differenziato nello scorso ventennio la mortalità per cancro al Sud rispetto al Nord Italia. La Lega contro i tumori di Lecce prende le mosse dai dati Istat disponibili fino al 2008. E pur riconoscendo i limiti tecnici insiti nel dato di mortalità – in quanto non tiene conto dei numeri relativi alle guarigioni, anch’essi in crescita -, sottolinea tuttavia una realtà inconfutabile: se ci sono più decessi ed anche più guarigioni, significa che ci si ammala di più. Le tabelle pubblicate dalla Lilt parlano chiaro. Nel 2008 il tasso di mortalità per tumore (calcolato su 10mila residenti) nella provincia di Lecce si è attestato sul 25,8%, ovvero è stato di 2,6 punti percentuali superiore rispetto alla media regionale pugliese (23,2%). Nel 1990 era del 19,8%. Ciò a differenza dei territori di Brindisi e Taranto, sostanzialmente nella media (23,8% a Brindisi; 23,9% a Taranto). Una tendenza confermata anche considerando la mortalità per solo tumore del polmone, generalmente il più diffuso. Se la media pugliese si è fermata al 4,8%, quella leccese è stata del 6,3% (nel 1990, del 4,8%); a Brindisi del 5%, a Taranto del 5,3%. La situazione si presenta più grave se si considerano i decessi dei soli uomini. E’ qui che il trend ha un’impennata, toccando a Lecce l’11,4%, ovvero 3,1 punti percentuali in più della media regionale (8,3%) e 2,2 punti in più rispetto al 1990, quand'era del 9,2%. A Brindisi la percentuale è dell’8,7%; a Taranto, del 9,2%. “E’ l’incidenza con il suo drammatico aumento la responsabile del sempre crescente numero di morti per cancro al Sud – si legge i una nota emanata dalla Lilt -. In pratica, si ammala sempre più gente di quanta non si riesca a guarire. Quanto avviene nelle nostre regioni era già avvenuto 20-30 anni fa in Nord Europa e negli Usa. E, come dice l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), laddove la mortalità per cancro è diminuita, questo risultato è avvenuto semplicemente perché l’incidenza si era ridotta (è il caso del polmone in Inghilterra)”. L’elaborazione dei dati Istat fornita dalla Lilt dice dunque che per vincere il cancro non basta investire sempre più risorse in un efficiente sistema di servizi per offrire le migliori opportunità di cura a chi ha contratto il cancro, ma che “è necessario agire sui fattori di rischio e sulle cause di malattia, che sono alla base dell’aumento dell’incidenza. Laddove simile coscienza è maturata da tempo e si sono rivoluzionati errati modelli di sviluppo socio-economico, oggi si registrano straordinari risultati in termini di riduzione di mortalità per cancro (Europa occidentale, Usa, Nord Italia)”. Articoli correlati: Rinnovabili in Puglia. Il ‘punto' della Lilt (5 aprile 2011) ‘Una campagna mediatica contro Arpa' (20 gennaio 2011) 'Troppe morti per tumore'. Arpa dice no ad Heliantos2 (13 gennaio 2011)
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