Rinnovabili in Puglia. Il ‘punto’ della Lilt

Lecce. Osservazioni sullo stato dei fatti e proposte per un corretto impiego delle fonti rinnovabili. Il tutto in un documento realizzato dalla Lilt ed inviato ai ministri ed ai rappresentanti politici locali

LECCE – Ripensare il quadro normativo e regolamentare, improntato sui “vecchi miti della produzione di energia fine a se stessa” per salvaguardare il territorio e la salute dei cittadini dall’incontrollato proliferare di impianti per la produzione di energia sul territorio regionale. E’ il senso del documento realizzato da Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) – Sez. Prov. di Lecce in collaborazione con numerose associazioni delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, in preparazione al workshop “Energie rinnovabili in Puglia, sostenibilità ambientale e sanitaria”, che ha avuto luogo il 19 marzo scorso presso il Centro Congressi Ecotekne dell’Università del Salento. Il documento è stato inviato ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, al presidente della Regione Puglia, agli assessori regionali allo Sviluppo Economico e all’Ambiente, ai presidenti delle Provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, ai sindaci dei Comuni delle tre province ed al prefetto di Lecce. Oltre a fare il punto sullo “stato delle cose” sul fronte delle “rinnovabili” e di qualunque forma di insediamento inquinante nel territorio pugliese, la nota propone un corretto impiego delle fonti rinnovabili, secondo un reale criterio di sostenibilità ambientale e sanitaria, che, oltre a salvaguardare la salute delle popolazione, metta al riparo da speculazioni e infiltrazioni del malaffare. In sintesi, il documento sensibilizza ad un impiego più consapevole delle fonti rinnovabili e ad un contesto amministrativo e normativo più maturo. Solo queste due condizioni possono portare, secondo gli autori della nota, ad una svolta nella vita di migliaia di utenti e nell’intera organizzazione sociale. Fondamentale, in questo scenario, sarebbe il passaggio dei cittadini da “consumatori” a “produttori” di energia, con la positiva conseguenza di una nuova consapevolezza delle risorse, ed una maggiore autonomia dai fornitori di energia. Le nuove sfide, introdotte con le direttive europee e legate alla completa autosufficienza energetica degli edifici con impianti di piccola taglia possono infatti comportare, secondo quanto si legge nel documento, nuove opportunità per tutti gli operatori locali, favorendo un nuovo protagonismo nel sistema economico e negli stessi utenti. In allegato il documento in versione integrale.

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