Sfondano i cancelli. In 2mila fuori dal campo

Hanno sfondato i cancelli della tendopoli e sono usciti dal campo. Tutti. Un mare di 2mila persone riversato per strada. I migranti sono stai avvicinati al di là delle reti dai manifestanti che oggi si sono riuniti in segno di solidarietà a Manduria. Dopo il comizio, cui ha partecipato anche il governatore Nichi Vendola, hanno provato a forzare i cancelli per entrare nel campo. Dall’altra parte i tunisini hanno cominciato a ‘premere’ per uscire. Così il cancello principale è stato abbattuto e le reti sono state piegate. Il campo si è svuotato all’improvviso. Tuttavia i migranti non sono scappati; sono rimasti lì, davanti al campo. Hanno urlato “Libertè” ed hanno parlato con i giornalisti. Ma non c’è stata tensione. Le forze dell’ordine non sono intervenute. Poche ore prima un immigrato ospite della tendopoli ha tentato di darsi fuoco per protesta ma è stato bloccato dalle forze dell’ordine. Nel caos provocato dall’episodio un funzionario della polizia, il dirigente dell’ufficio immigrazione della questura di Taranto, Antonio Calcagni, è rimasto colpito al volto dal cancello d’ingresso della tendopoli rimanendo ferito. Il funzionario è stato medicato nell’ospedale di Manduria dove gli sono stati praticati due punti di sutura. “La gestione leghista della vicenda migranti in Italia – ha detto Vendola – prima ancora che giunga l’onda d’urto della crisi umanitaria che si sta profilando in Libia, sta producendo effetti a dir poco catastrofici. Dopo le vergognose sequenze di tanta povera gente ammassata in condizioni disumane nell’isola di Lampedusa, oggi è il turno di Manduria dove il modello tendopoli cade letteralmente a pezzi sotto le scosse di mille contraddizioni. Quella tendopoli che ancora oggi appare priva di una chiara configurazione giuridica – ha aggiunto – è il contrario di un modello di accoglienza ed è soltanto il simbolo di un’arroganza ideologica che è priva di razionalità e che mette a rischio la tutela di diritti umani fondamentali. Torniamo a chiedere, alla luce delle inquietanti cronache di queste ore un gesto di resipiscenza. Il governo abbandoni la tentazione di una gestione tutta repressiva e militare di un’emergenza che in ogni suo aspetto ha un carattere sociale e umanitario. Il governo affidi alla protezione civile e, per questa via, alle istituzioni locali a al mondo dell’associazionismo e del volontariato la sfida della solidarietà e dell’accoglienza. Il governo usi l’articolo 20 del testo unico sull’immigrazione – ha concluso – per consentire a questi migranti quella protezione temporanea che è l’unico strumento in grado di incoraggiare i ricongiungimenti familiari e di evitare di concentrare in luoghi chiusi tante persone che stanno scappando dalla povertà e dalla paura”.

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