BARI – Sono inutilizzabili, per i giudici del tribunale di Bari, le 11.000 intercettazioni telefoniche disposte nell’indagine che 2010 ha portato a giudizio gli imprenditori della sanità Gianpaolo e Claudio Tarantini, accusati di associazione per delinquere, corruzione e falso per fatti risalenti a un periodo che va dal 2002 al 2004. A giudizio con i Tarantini, anche il consigliere regionale e coordinatore regionale de “La Puglia Prima di Tutto” Salvatore Greco, accusato di essere stato un “socio occulto” dei Tarantini. Il Tribunale ha dichiarato le intercettazioni inutilizzabili per vizio delle norme sulla motivazione. La difesa aveva eccepito che l’allora pm Michele Emiliano, oggi sindaco di Bari, non aveva motivato che le intercettazioni, stante “l’ eccezionale urgenza”, potevano essere fatte con strumentazione a noleggio – come avvenne – a causa dell’indisponibilità di quella in dotazione alla Procura”. “La vicenda giudiziaria dell’on. Greco – ha commentato il suo legale Cristian Di Giusto – serve a dimostrare, una volta di più, la necessità che si metta mano al più presto a una riforma delle norme concernenti la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche: all’esito del vaglio del Tribunale, degli ‘ascolti’ disposti in questa inchiesta a carico del mio assistito resta soltanto un cumulo di pagine di giornale che documentano il ‘processo’ mediatico che egli ha subìto e che ha dovuto subire la sua famiglia per la pubblicazione di conversazioni telefoniche di nessuna rilevanza penale e che sono state artificiosamente estrapolate dal contesto amicale o appunto famigliare nel quale si erano svolte. Dal punto di vista della amministrazione della giustizia, non resta che prendere atto della singolare circostanza per la quale i due sostituti procuratori che negli anni hanno condotto questa indagine in un modo che oltre che essere improduttivo è stato anche illegittimo (vd. intercettazioni dichiarate inutilizzabili) sono oggi passati ad altro incarico, l’uno politico, l’altro al Csm: entrambi hanno lasciato all’Ufficio del quale facevano parte l’onere di portare nell’aula di un giudice un’inchiesta che con ogni probabilità finirà nel a”.
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