Operazione Calipso. Scacco alla Scu: arrestato Vicientino

Decapitato il vertice dell'organizzazione. Al centro delle indagini del Ros, i clan operanti a Mesagne e nel brindisino: la struttura, i rapporti di forza e le attività. Custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura distrettuale antimafia di Lecc

Torre Santa Susanna. Era ricercato sulla base di una ordinanza di custodia in carcere emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Dda

I carabinieri del comando provinciale di Brindisi hanno arrestato Daniele Vicientino, 37 anni, ritenuto a capo di una frangia della Sacra Corona Unita, latitante da alcuni mesi. Vicientino era ricercato sulla base di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo. Durante l'operazione Calipso erano sfuggiti all'arresto anche Gennaro Solito e Tobia Parisi, successivamente catturati. L’uomo è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di droga e altri reati minori. I carabinieri lo hanno rintracciato in una casa colonica a Torre Santa Susanna. 5 ottobre 2010 – Operazione Calipso. Scacco alla Sacra Corona Unita: sequestrati i beni di Prudentino Albino Prudentino, presunto boss della Scu, è stato arrestato a Valona il 29 settembre scorso nel corso dell’operazione congiunta condotta dal Ros, dalle forze di polizia albanesi e da personale del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno. In Albania, intanto, finiscono sotto sequestro alcune proprietà e attività economiche riconducibili ai suoi familiari. Si tratta di una gelateria, “Piazza Italia”, intestata alla moglie, e un piccolo resort a circa 15 chilometri a sud-est di Tirana, destinato a diventare casinò, di cui il figlio Albino Prudentino, anche lui arrestato in precedenza in compagnia del padre, possedeva il 50 per cento. Inoltre, la “Gazeta Shqiptare”, uno dei quotidiani più letti del paese delle Aquile, ha pubblicato atti societari (riguardo a societa legate alle scommesse e al gioco d'azzardo, gestite dal figlio) che dimostrerebbero legami d'affari fra i Prudentino e personaggi vicino al governo di Tirana. 30 settembre 2010 – Operazione Calipso. Scacco alla Sacra Corona Unita: arrestato il boss Gennaro Solito E’ stato bloccato a Malpensa, appena arrivato dalla Thailandia, il boss Gennaro Solito, uno dei nuovi esponenti di vertice della Sacra Corona Unita. Solito, 56enne di Ceglie Messapica, è indagato per associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso. I carabinieri, che hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Distrettuale Antimafia –, lo stavano aspettando in aeroporto. L'operazione è appendice del blitz scattato ieri tra Brindisi e l’Albania e che ha portato all'arresto di 8 persone. 29 settembre 2010 – Operazione Calipso. Scacco alla Sacra Corona Unita: i nomi e i volti degli arrestati I Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Brindisi hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Distrettuale Antimafia – nei confronti di 11 indagati per associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso. I provvedimenti scaturiscono da un’indagine condotta sin dal 2007 sul clan Vitale di Mesagne, facente capo al detenuto Antonio Vitale, esponente di vertice della Sacra Corona Unita brindisina e diretta emanazione del capo storico Pino Rogoli. È stato documentato il processo di riorganizzazione del sodalizio, sotto la guida dei pregiudicati Daniele Vicientino ed Ercole Penna, che avevano progressivamente esteso la loro influenza da Mesagne ai comuni limitrofi di Ostuni, Oria e Ceglie Messapica, imponendo nuove regole di rigida divisione territoriale, con un referente per ciascuna località e la delimitazione del raggio d’azione dei gruppi affiliati ai rispettivi territori. Veniva inoltre esclusa la possibilità di reclutamento in aree diverse da quelle direttamente controllate, per evitare le tensioni verificatesi in passato. Il sodalizio aveva assunto un ruolo centrale nel traffico di cocaina, avvalendosi per gli approvvigionamenti di due autonomi canali in Piemonte e Calabria, quest’ultimo riconducibile alla cosca Megna di Papanice (KR). Il narcotico veniva successivamente distribuito con un’articolata rete di spaccio in Puglia ed Emilia Romagna. È stato accertato anche il coinvolgimento del sodalizio nel controllo di centri scommesse on-line e di sale da gioco, con l’imposizione di forniture di slot machine, da parte del noto Albino Prudentino. Quest’ultimo, già inserito nella rete dei contrabbandieri affiliati alla Scu, è ritenuto responsabile, unitamente a Daniele Vicientino, anche di un’estorsione commessa in danno dei titolari di una società di scommesse di Ceglie Messapica, costretti a versare all’organizzazione un importo annuo di 10 mila euro. Nel complesso, l’indagine ha confermato i rapporti di cooperazione tra i principali sodalizi mafiosi dell’area, funzionali soprattutto al controllo del locale traffico di stupefacenti, evidenziando come la Scu brindisina, allentati gli storici interessi nel contrabbando di t.l.e., abbia rimodulato le proprie strategie criminali, individuando anche nel settore del gioco lecito, nuove e remunerative fonti di guadagno. Il boss Prudentino Prudentino, localizzato a Valona da militari del Ros e da personale del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, è stato tratto in arresto nel corso di un’operazione congiunta condotta dal Ros, dalle forze di polizia albanesi e da personale del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno. E' momentaneamente trattenuto presso le carceri albanesi in attesa che siano espletate le previste procedure estradizionali. La sua cattura è avvenuta contestualmente a quelle degli altri coindagati in Italia. Venerdì 1° ottobre 2010, avrebbe inaugurato un casinò nella città di Valona. Gli arrestati 1) Penna Ercole Giuseppe, inteso “lino u biondu”, classe 1974 di Mesagne;

penna ercole

2) Prudentino Albino, classe 1951, di Ostuni;

prudentino albino

3) Bembi Bruno, classe 1962, di Oria;

bruno bembi

4) Nigro Nicola, classe 1974, di Ceglie Messapica;

nigro nicola

5) Vicientino Giovanni, classe 1962, di Mesagne;

vicientino giovanni

6) Vicientino Maurizio, classe 1976, di Mesagne

vicientino maurizio

7) Cavallo Angelo, classe 1972 di Mesagne;

cavallo angelo

8) Maggio Tiziano, classe 1977, di Mesagne

maggio tiziano

Gli arrestati, al momento delle irruzioni dei Carabinieri del Ros nelle abitazioni (sono stati sorpresi nel sonno alle ore 04.00), non hanno opposto la benché minima resistenza. Durante l’operazione, i Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Brindisi si sono avvalsi del supporto di elicotteri ed unità cinofile per la ricerca di droga, armi ed esplosivi. Solo Penna ha tentato la fuga attraverso il terrazzo ma è stato prontamente bloccato dai militari operanti. Ulteriori tre catturandi, da tempo irreperibili, sono attivamente ricercati. Mancano infatti all'appello Daniele Vicientino, Tobia Parisi e Gennaro Solito. Le indagini Condotte dal Ros, sin dal 2007, hanno consentito di accertare – l’operatività della associazione di tipo mafioso Scu – Clan Vitale. Gli arrestati avevano di fatto ricostituito la struttura di vertice della Sacra Corona Unita fondata da Giuseppe Rogoli, al quale continuavano a far riferimento. – la presenza di dinamiche associative dedite al traffico e alla cessione di stupefacenti del genere “cocaina”, in Provincia di Brindisi, con rifornimenti anche dalla Calabria e dal Nord Italia (in particolare dall’area del Torinese) – la sussistenza dei c.d. “reati fine”, in capo alla citata organizzazione, avendo i sodali posto in essere più estorsioni in danno di alcuni imprenditori della Provincia di Brindisi L'organizzazione – Daniele Vicientino ed Ercole Penna quali capi e promotori – Albino Prudentino, Bruno Bembi, Gennaro Solito e Nicola Nigro quali referenti dell’organizzazione in Ostuni e Albania, Oria e Ceglie Messapica, – Giovanni Vicientino, Maurizio Vicientino, Angelo Cavallo e Tobia Parisis quali luogotenenti di Daniele Vicientino a Mesagne, San Donaci e Latiano- In particolare, l’associazione, in virtù di un capillare controllo del territorio, della disponibilità di armi e di notevoli quantità di denaro, della saldezza e stabilità del vincolo tra gli associati (tutti rispettosi dei compiti loro assegnati, delle regole dell’organizzazione e delle gerarchie di essa), si avvaleva della forza intimidatoria derivante anche dal ruolo di Daniele Vicientino (fautore della “strategia del terrore e del disagio”, da lui stesso così definita) ed Ercole Penna come “successori” di Antonio Vitale nella posizione di vertice della fazione mesagnese e della conseguente diffusa condizione di assoggettamento ed omertà, sia interna che esterna, al fine di realizzare profitti e vantaggi ingiusti per se e per altri, assumendo il controllo o esigendo il rendiconto di qualsiasi attività illecita da chiunque svolta sul territorio e comportante significativi profitti. La strategia del terrore e del disagio Attraverso attività di intercettazione, osservazione e pedinamento, Ros, con la condivisione della Direzione Distrettuale Antimafia e del Gip di Lecce, hanno potuto ritenere fondata l’esistenza di una associazione denominata “Sacra Corona Unita” all’interno della quale il ruolo di promotori e capi veniva assunto da Penna e Daniele Vicientino (da rilevare, tra l’altro, che quest’ultimo in occasione della nascita della figlia, riceveva gli auguri del boss Antonio Vitale). In particolare, in una conversazione intercettata, Vicientino, unitamente al proposito di farsi vedere insieme a Penna, riferiva al fratello Maurizio come intendeva controllare il territorio e gestire la sua organizzazione attraverso quella che lui stesso definiva la “strategia del terrore e del disagio”. Il ruolo apicale all’interno dell’associazione di tipo mafioso svolto da Vicientino e dal Penna, in particolare quali esponenti dell'ala mesagnese, storicamente predominante, comportava l’interessamento e la gestione delle articolazioni territoriali dell’associazione nella provincia di Brindisi, come dimostrano ad esempio i rapporti di Vicientino con esponenti della criminalità ostunese, nonché l’orgoglio dimostrato da Vicientino per il riconoscimento anche “sociale” del suo ruolo apicale, ruolo che gli permetteva di intervenire anche quale “mediatore” per la pacificazione di conflitti. Il ruolo ben emerge da questa intercettazione “…..e digli di non far mettere piede a nessuno là su quel paese! Niente, tutti alla larga… tutti alla larga! se ti serve una mano veniamo noi, digli”. I carabinieri del Ros accertavano anche come le organizzazioni criminali satelliti dovessero versare il cosiddetto “punto” a quella principale di Mesagne, anche per quanto riguarda le quote derivate dalla gestione di talune sale gioco, per come erano state in precedenza stabilite da Carlo Cantanna, importante boss di Mesagne attualmente in carcere. per inquadrare la figura di Vicientino, è particolarmente significativo il passaggio di un'altra conversazione intercettata durante la quale, lo stesso Vicientino, parlando dell’imminente cessazione del regime penitenziario del “carcere duro” nei confronti di alcuni capi storici della Scu – Salvatore Buccarella e Ciro bruno, precisava come questi non dovessero avanzare pretese e dovessero limitarsi a “stare tranquilli”. Nel prosieguo della medesima conversazione, quindi, Vicientino mostrava una particolare intesa con Bembi, al quale, mandava a dire “Digli di non fare entrare nessuno, a chi sia, sia sul paese…. Digli se sente puzza di qualcosa di avvisarmi!”, espressioni alquanto significative per delineare il contesto associativo di tipo mafioso di cui anche Bembi faceva parte. I rapporti tra Vicientino e Vitali Si tratta di un rapporto di fiducia totale. Fondamentale risulta essere tutta la vicenda relativa all’assunzione da parte di Vicentino di un debito vantato da soggetti calabresi nei confronti di un familiare di Antonio Vitale. Da qui l'accertamento dei rapporti tra la Scu ed esponenti di primo piano della ‘ndrangheta calabrese. I rapporti tra Vicientino e Penna Nei loro incontri, organizzati sempre con mille cautele, i due facevano riferimento a estorsioni commesse in passato e ad altre in quel momento in atto e alla necessità di sostentamento dei detenuti. Nel corso di una conversazione, in particolare, Vicientino faceva riferimento alla “forza nostra” e Penna rispondeva “come facevamo il ’98!”. I rapporti tra Vicientino e Prudentino I rapporti tra i due erano talmente da pianificare insieme il procacciamento delle risorse da destinare al mantenimento degli affiliati detenuti, anche a mezzo della gestione concordata (“Siamo a società!”) delle macchinette del videopoker. Rivelatrice è una conversazione intercorsa tra i due, in considerazione della ricchezza dei riferimenti fatti alla gestione dei videopoker (“devono tenere la gestione, per fare il 25% devono tenere la gestione, la gestione qual è? devono venire un mese da noi che devono imparare il mestiere”), alle vicende passate e presenti dell’organizzazione criminale (“no, no ma a parte, non sono più i tempi di una volta e le persone di una volta…”), nonché di come agli introiti derivanti dal contrabbando si siano sostituiti quelli derivanti dalla gestione monopolistica dei videopoker (“perché questo lavoro non lo conosceva nessuno no! Mentre invece le sigarette… hai capito?”). Altre conversazioni mettevano in evidenza la caratura criminale di Prudentino e il conseguente rispetto tributatogli da Vicientino Daniele che ne esaltava il carisma e la capacità gestionale. Le sale da gioco Avviare un’attività lecita e aprire una sala giochi avrebbe permesso di fruire di una “copertura” per introiti illeciti, come fonte di guadagni da destinare anche ai membri dell’associazione detenuti. La capacità di intimidazione dell'organizzazione In una conversazione tra Vicientino e Cavallo, appariva rilevante il riferimento alle modalità di spostamento del primo, il quale raccontava di come la sola sua presenza fosse in grado di fare “sbiancare” le persone che avevano motivo di temerlo. Ulteriori conversazioni captate dalla casa di Vicientino (10 ottobre 2008), con Cavallo e Maurizio Vicientino evidenziavano l'incisività con cui l’associazione riusciva ad imporre ad altri soggetti anche i luoghi da frequentare, esercitando un penetrante controllo del territorio. Le attività estorsive Nel corso di una discussione, Daniele Vicientino, Giovanni Vicientino e Angelo Cavallo, facevano riferimento all’imposizione del pagamento di una somma di 1000 euro per la durata di due anni ai danni di un imprenditore del luogo che avrebbe tra l’altro dovuto assumere un “guardiano”. In una ulteriore conversazione, i cugini Daniele e Giovanni Vicientino facevano riferimento alla possibilità di effettuare un’estorsione in danno di una ditta del brindisino, all’epoca impegnata nella realizzazione di un villaggio turistico. E ancorana serie di conversazioni intercettate il 16 ed il 19 maggio 2008 tra Prudentino e i Vicientino (Daniele e Giovanni), permettevano di accertare come una società di scommesse fosse sottoposta ad estorsione da parte del primo per 10.000 euro annui, somma che questi aveva già ritirato e consegnato a Daniele. Il traffico di stupefacenti In proposito, le intercettazioni all’interno dell’abitazione di Daniele Vicientino permettevano di accertare come questi provvedesse al confezionamento della sostanza stupefacente di tipo cocaina proprio all’interno di tale abitazione. Il sequestro poi di kg 1,126 di cocaina, effettuato a Bari il 9 luglio 2008 a carico di Tiziano Maggio, aveva ad oggetto sostanza stupefacente destinata proprio a Vicientino. La sera del 7 luglio 2008 Tiziano Maggio si metteva in viaggio raggiungendo verso il Piemonte, città di Torino. La mattina del 9 luglio 2008, i carabinieri, perquisendo la sua autovettura Ford Focus S.W. ritrovarono due panetti avvolti da nastro adesivo da imballaggio, contenenti 1,126 kg di cocaina, occultati nella parte superiore dell’auto, tra la capote e il rivestimento interno della stessa con accesso dal vano plafoniera della luce di cortesia. Le prime analisi confermarono l’alto grado di purezza della cocaina e, all’interno degli strati di cellophane trasparente con cui era stata confezionata, era presente della sostanza granulosa dal tipico odore di caffè macinato. Daniele Vicientino, a seguito dell’arresto, riferiva ai sodali che si sarebbe accollato le spese legali, nonché il mantenimento in carcere di Maggio.

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