1991 – 2011: a vent’anni dall’esodo albanese, l’emergenza continua

 

Bari. La Regione appronta un Piano Straordinario di Accoglienza, per le popolazione nordafricane con i Comuni, l’Anci e l’Upi

Sono passati 20 anni dal giorno in cui la “Vlora” e altri navi come “Paniot Papa”, l’“Alba” e la “Liriya” entrarono nei porti pugliesi con a bordo migliaia di albanesi in fuga da un paese sconvolto da una grave crisi economica e politica. L’emergenza scattò subito: ogni imbarcazione conteneva da poche decine a centinaia di profughi. Si mobilitarono residenti, Istituzioni, le Forze dell’Ordine, Croce Rossa, associazioni di volontariato e parrocchie. I migranti erano ammassati affamati, stremati e assetati e la solidarietà della popolazione non tardò a farsi sentire. A Otranto, in ricordo di quanto accadde, si è anche svolta una fiaccolata, organizzata dalla Caritas, dal Comune, da Agimi e dalla Misericordia, con il contributo dell’associazione “Art’Etica” per ricordare quei giorni in cui navi, pescherecci e gommoni riversarono sulle coste brindisine un numero incalcolabile di migranti che fuggivano dall’Albania di Enver Hoxha per riscattare le loro vite traversando l’Adriatico. Come 20anni fa, è stato il suono che annuncia l’arrivo di una nave nel porto, a rimandare la memoria a quei giorni e dare il via alla manifestazione che si è snodata attraverso le vie cittadine. Intanto, di fronte alla grave situazione che coinvolge l’intero Nord Africa,la Regione Puglia ha intenzione di predisporre un Piano Straordinario di Accoglienza per le popolazioni in fuga. L’obiettivo è di realizzarlo di concerto con i Comuni, l’Anci e l’Upi. La grave situazione e le sue possibili conseguenze per il territorio pugliese sono state oggetto di una riunione presso la Presidenza della Regione Puglia dall’Assessore con delega all’Immigrazione, Nicola Fratoianni e con i rappresentanti dei comuni capoluogo che ospitano i Cara (centri accoglienza richiedenti asilo) e i rappresentanti di Anci e Upi. L’obiettivo si è reso necessario per definire alcune possibili tracce di lavoro e affrontare nella maniera più efficace la possibile emergenza che si profila sul territorio. Secondo Fratoianni “la Puglia non intende rimanere impreparata dinanzi alla predisposizione da parte del Governo nazionale del Piano di emergenza. È noto che nel momento in cui venga formalmente dichiarato lo stato di emergenza, la competenza per la gestione della problematica passa alla Protezione Civile nazionale e regionale con risorse dedicate”. Nel frattempo, però, la Regione ha ritenuto utile avviare una prima interlocuzione con la protezione civile regionale e proporre, insieme alle Prefetture, l’avvio di un’attività di ricognizione delle possibili aree da destinare a campi di accoglienza dei profughi. Il tavolo ha deciso di stilare nelle prossime ore un documento politico condiviso da sottoporre all’attenzione del Governo nazionale nel quale si richiede il riconoscimento alla Puglia di una riserva di risorse per le politiche di accoglienza e la richiesta di protezione temporanea straordinaria, come strumento di decongestione dei Cara. Articolo correlato Minori migranti. Accordo Regione – Save the children (16 febbraio 2011)

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