Jeans, pasta e scarpe: imprenditori salentini si raccontano

Lecce. In un incontro organizzato dai Giovani di Confindustra, nell'ambito di un ciclo di conferenze che si svolgeranno ogni primo lunedì del mese, Antonio Filograna (Filanto), Armando Pedone (della pasta) e Cosimo Romano (Meltin Pot) hanno ripercorso la storia del loro “fare impresa”

“Imprenditori si nasce o si diventa?” E’ questa la prima domanda che Claudio Scamardella, direttore del “Nuovo Quotidiano di Puglia” ha rivolto, nel corso dell’incontro “Frammenti di storia dell’impresa salentina”, ad Antonio Filograna (Filanto), Armando Pedone (Pasta Pedone) e Cosimo Romano (Meltin Pot). In una sala gremita del Teatrino Convitto Palmieri, nel cuore del capoluogo, i tre imprenditori protagonisti dell’evento, organizzato dai Giovani di Confindustria Lecce, hanno riavvolto il nastro delle loro vicende personali, intrecciate forse ieri più di oggi a quelle professionali, e hanno iniziato a raccontare. Nasce con una macchina da taglio e cucito “Singer”, la storia dei jeans “Meltin Pot” e del noto marchio. Anni '50. All'inizio erano bavette per bambini: la fidanzata di Romano, una sarta, imbastiva e cuciva e lui distribuiva e vendeva. Poi, la svolta. L'incontro con un imprenditore milanese che cambia il corso degli eventi: il commercio dei pantaloni da lavoro sostituisce quello dei bavaglini e anche i confini geografici si allargano con Napoli e il Mugello dove la tela è acquistata per essere poi lavorata a Casarano. Viaggi, sperimentazione, nuovi orizzonti. Fino all'intuizione, quella di creare il marchio. Nasce “Meltin Pot”. Siamo nel 1994. L'inizio dell storia di Filograna, invece, coincide con una bicicletta grazie alla quale attraversa il Sud Salento per vendere le prime scarpe. Poi la crescita territoriale che coinvolge Lecce e Brindisi, fino al resto del mondo, fino alla produzione di 60mila paia di calzature al giorno, con tutti i componenti necessari già all'interno dell'azienda. Ma per entrare nel vivo del mercato è necessario fare sacrifici come investire e viaggiare, dice. “E lo Stato non ci aiuta” ripete Filograna mentre, guardando il consigliere regionale, Rocco Palese del Pdl, seduto in sala, afferma la necessità di percorrere una strada obbligata: quella che porta alla Regione Salento. Ma prima di parlare di ciò che forse sarà, c'è ancora il tempo per riportare in memoria, tornando al 1922, l'immagine che racconta la storia di Armando Pedone. Si tratta del panificio del padre. “Non sono un imprenditore di 1a generazione” dice Pedone. “E' stato mio padre che ha creato l'impresa. Io avevo ambizioni di carriera accademica, a Milano, ma mi fu imposto di tornare a Corigliano d'Otranto e conoscere l'azienda”. “Ciò che imparai, innanzitutto, fu che 'essere per bene', onesti e corretti, è un costo utile per l'azienda”. Mai cedere a compromessi; il comportamento giusto gioverà al lavoro e a se stessi. “Facciamoci carico di un patrimonio morale e insegnamolo ai più giovani per la loro crescita e quella del territorio”. Già, la crescita. L'incontro, infatti, non è un semplice “amarcord”. Dal passato, si giunge ben presto a parlare anche di futuro. “Come si fa a vincere la sfida della concorrenza contro chi ha la manodopera a basso costo?” ha chiesto Scamardella. Insomma, come si sopravvive alle delocalizzazioni? Per Romano: “bisogna concentrarsi sulle idee e non sulle braccia”. Ovvero incrementare il marketing, lo stile, la modellistica, la qualità delle materie prime. “Non ci sono italiani – continua – disposti a fare apprendistato per imparare a tagliare e cucire”. Oggi la sfida è “inventare mestieri” che abbiano un alto tasso tecnologico. E se il concetto è valido per l’abbigliamento come per le calzature, lo stesso non si può dire per la produzione di pasta. “Si tratta di un settore stanziale – dice Pedone – e la concorrenza è sul territorio nazionale. Qui si produce e si esporta. La competizione riguarda soprattutto la scelta delle migliori materie prime e del patrimonio tecnologico a cui fare riferimento”. Infine uno sguardo su turismo e cultura, il presente e il futuro dello sviluppo, ma anche l’avanguardia della crescita del territorio. “Sì, però che la precedenza l’abbia sempre l'industria”, dice Filograna, scrutando, ancora una volta, il consigliere Palese.

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment