DAL SOLE 24 ORE SUD. Il “Distretto produttivo pugliese delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica” è un’aggregazione che riunisce 337 imprese e riguarda uno dei settori economici più strategici in Puglia
“La nuova energia”. Questo il nome del nuovo distretto produttivo pugliese riconosciuto in via definitiva dalla Giunta regionale dopo il parere positivo espresso dal nucleo tecnico di valutazione sul programma di sviluppo del Distretto. Con questo sono 12 i Distretti promossi definitivamente dalla Giunta, sui 15 riconosciuti in via provvisoria. Il “Distretto produttivo pugliese delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica” è un’aggregazione che riunisce 337 imprese e riguarda uno dei settori economici più strategici in Puglia. Prende corpo così l'intento di costituire una vera e propria filiera dell'energia anche nei settori che riguardano la componentistica e le nuove tecnologie, favorendo la presenza in Puglia di aziende produttrici di componenti per impianti di rinnovabili e per il miglioramento dell'efficienza energetica. Grande attenzione è riservata ai problemi legati alle reti di distribuzione dell’energia, con l’obiettivo di potenziarle attraverso nuovi strumenti di pianificazione delle reti e un uso più intelligente della capacità di trasporto delle infrastrutture energetiche mediante l’utilizzo di tecnologie ICT. Tra le priorità indicate nel piano distrettuale anche la formazione degli operatori con la creazione di profili professionali esperti nel settore delle rinnovabili. Tra i progetti più significativi una scuola di formazione mediterranea per la Pubblica Amministrazione in tema di energia pulita e di risparmio energetico. Il settore delle rinnovabili ha acquistato negli ultimi anni un rilievo sempre maggiore. Oggi la Puglia è la prima regione in Italia nella produzione dal vento e dal sole con 1.151,8 megawatt di potenza installata per l’eolico (il 23,5% del totale nazionale al 31 dicembre 2009) e 328,293 megawatt per il fotovoltaico (il 19,79% del totale nazionale all’11 ottobre 2010). Per le biomasse detiene il quarto posto, dopo Lombardia, Emilia Romagna e Campania, con 183 megawatt di potenza (il 9,06% del totale nazionale al 31 dicembre 2009). Per Loredana Capone, vicepresidente e assessora allo Sviluppo economico: “Si concretizza il progetto di fare della Puglia non solo il luogo di produzione dell’energia ma anche la sede delle imprese che fabbricano i componenti delle torri eoliche e dei pannelli solari. È impensabile continuare a comprarli all’estero per installarli in Puglia. Certo per vincere la concorrenza occorre aumentare il valore aggiunto che è dato dalla qualità dei prodotti. Un ruolo che va svolto grazie alla ricerca e all’innovazione”. La spinta produttiva che viene data attraverso il riconoscimento del distretto delle energie rinnovabili viene sostenuta dal giro di vite dato dalla Giunta di Vendola sugli impianti ‘selvaggi’ per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli orientamenti della maggioranza vanno verso le installazioni di piccole dimensioni diffuse capillarmente su tutto il territorio: il fotovoltaico diffuso sui tetti, il mini eolico, le piccole centrali a biomasse a filiera corta. Uno dei provvedimenti per contrastare i mega impianti è l’introduzione di una ‘tassa d’ingresso’ da pagare al momento della presentazione della domanda di insediamento energetico. Gli imprenditori dovranno pagare mille euro per avviare l'istruttoria finalizzata ad ottenere l'autorizzazione unica, più un onere specifico a seconda dell'impianto: in particolare 50centesimi per ogni chilowatt di potenza elettrica se si tratta di impianti eolici e 1euro per ogni chilowatt di energia proveniente invece da impianti fotovoltaici o da biomasse. La motivazione è contrastare l'attività di intermediari e di speculatori, che cercano di ottenere autorizzazioni uniche per poi rivenderle agli imprenditori. Fino ad oggi l'importo per gli oneri istruttori era di 1.500 euro in tutto, senza distinzione né per la tipologia di impianto, né per la grandezza. Oggi l'autorizzazione unica per installarlo potrebbe arrivare a costare anche decine di migliaia di euro tra oneri istruttori e autorizzazioni alla connessione. La Giunta regionale ha stabilito inoltre che le nuove norme si applichino non solo a chi presenta domanda dal 26 ottobre, ma anche a tutte le richieste inviate nei 180 giorni precedenti (cioè a partire dal 28 aprile 2010), per le quali non risulti avviato formalmente il procedimento. “Abbiamo costruito – dice Loredana Capone – un deterrente forte nei confronti degli speculatori nel campo delle rinnovabili. Oggi abbiamo richieste per più di 36mila megawatt. Dobbiamo porre un argine e allo stesso tempo creare le condizioni perché i pugliesi risparmino sulla bolletta”. (Pubblicato sul Sole 24 ore Sud del 1° dicembre 2010) In allegato il jpg dell’articolo.
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