Convegno sulla giustizia. Pecorella: ‘Nessun condizionamento ai magistrati’

Lecce. Il deputato rispedisce al mittente le osservazioni avanzate ieri dal procuratore leccese. Bocciate anche le proposte di riforma del codice di procedura penale. A fine convegno, intitolazione della piazza ad Aymone

LECCE – “Il potere giudiziario è assolutamente autonomo e mi pare fuori dalla realtà pensare che il ministro o il ministero di Giustizia stanzino meno risorse in mondo da rendere proprio il potere giudiziario meno efficace”. L’onorevole Gaetano Pecorella, deputato e attuale presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, risponde così alle accuse mosse dal procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, sui presunti condizionamenti e sui limiti che esecutivo e ministro della Giustizia (che ha disertato l’invito al convegno giuridico in memoria dell’avvocato Vittorio Aymone) sembrerebbero attuare nei confronti del potere giudiziario. L’avvocato Pecorella, uno dei giuristi che hanno animato l’ultimo giorno di dibattito del convegno sul tema del “Processo penale tra efficienza e garanzie”, si è detto anche contrario alle proposte di riforma del codice di procedura penale avanzate dal procuratore Motta: “Non si può immaginare – ha affermato l’ex presidente della Commissione Giustizia – di abbreviare i tempi dei processi limitando le garanzie degli imputati. Garanzie che sono alla base di uno Stato democratico”. “Io stesso – ha proseguito Pecorella – ho anzi proposto una legge che subordini la limitazione della libertà personale al contradditorio dinanzi a un giudice e all’esibizione della prova d’accusa”. Riguardo alle polemiche sui nuovi scandali che attraversano la nazione, il penalista milanese ha commentato: “Non bisogna dimenticare che se la pubblica amministrazione non funziona, tutto si carica sul sistema giudiziario”. Pecorella ha, però, bocciato l’ipotesi di processo breve, ritenendo non concepibile l’ipotesi di un processo che finisca senza una sentenza, auspicando invece una “riforma completa della giustizia su cui il Governo deve giocarsi la fiducia”. Stamattina, al termine del convegno, è stata intitolata a Vittorio Aymone, l’illustre penalista scomparso nel 2010 all’età di 90 anni, la piazza che si trova alle spalle dell’Arco di trionfo, meglio conosciuto come Porta Napoli. A ricordare il compianto avvocato salentino è stato il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, che ha sottolineato l’importanza di dedicare ad Aymone una piazza nel cuore del centro storico, a poca distanza dalla sua abitazione e dal suo studio. “Di lui – ha detto il primo cittadino – ho il ricordo molto bello e molto vivido di un maestro di vita, non solo di un principe del foro. Ci ha insegnato che anche nel più gramo degli uomini c’è una scintilla di divino”. 4 febbraio 2011 Convegno sulla giustizia. Motta: ‘Magistrati bloccati dalla mancanza di risorse’ LECCE – Ha preso il via stamattina il convegno organizzato dal Centro studi giuridici De Pietro, in collaborazione con la Corte d'Appello di Lecce, in memoria di Vittorio Aymone, l'avvocato leccese scomparso nel 2010, sul tema del “Processo penale tra efficienza e garanzie”. Dopo i saluti dell'avvocato Pasquale Corleto, decano dei penalisti salentini e presidente del Centro studi giuridici De Pietro e dell'avvocato Luigi Rella, presidente dell'ordine degli avvocati di Lecce, a introdurre i lavori è stato Cataldo Motta, procuratore della Repubblica di Lecce. Nel suo breve intervento d’apertura, Motta si è soffermato ad analizzare l’attuale collocazione e divisione dei tre poteri dello Stato, secondo quella che sin dai tempi di Montesquieu e della sua opera “Lo spirito delle leggi”, sta alla base della moderna concezione dello Stato di diritto. “A mio avviso – ha spiegato il procuratore della Repubblica del capoluogo salentino – il potere giudiziario (che qualcuno vorrebbe non fosse nemmeno tale, nonostante l’espresso riferimento dell’articolo 104 della Costituzione che afferma l’indipendenza dell’ordine giudiziario da ogni altro potere) è condizionato di fatto dagli altri due e la sua funzionalità è subordinata, per un verso, alla scelta degli strumenti legislativi da parte del Parlamento e, per un altro verso, alle risorse messe a disposizione dal ministro della Giustizia”. Chiaro il riferimento alle recenti polemiche che da più parti, dai banchi della maggioranza, additano il potere giudiziario come il solo capace di condizionare gli interessi della vita politica e le scelte di Governo. Motta, inoltre, non ritiene condivisibile l’opinione dell’ex magistrato e presidente della Camera dei deputati Luciano Violante, secondo cui “i giudici avrebbero il potere di anare le scelte del legislatore con la possibilità di cancellare le leggi ricorrendo alla Corte Costituzionale”. “Proprio alla Corte – ricorda il procuratore – è sì attribuita l’altissima funzione di dirimere i conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato, ma la sua composizione vede solo un terzo dei giudici nominati dalle supreme magistrature ordinarie e amministrative, in posizione quindi di assoluta minoranza, tanto da rendere arduo sostenere che le sue decisioni possano essere espressione degli interessi della stessa magistratura”. “La funzionalità del sistema – afferma senza mezzi termini Motta –, allora, non dipende solo dalla gestione che ne fanno gli appartenenti all’ordine giudiziario, né solo dall’assetto normativo che regola il processo penale, bensì soggiace alla disponibilità delle risorse fornite dal ministro. Una diversa disponibilità di risorse consentirebbe di organizzare gli uffici in termini di efficienza, senza lesione di garanzie”. L’esempio specifico è quello della informatizzazione, un tempo fiore all’occhiello della procura salentina e a rischio fallimento se le risorse non dovessero essere adeguate. Il procuratore Motta ha concluso il suo discorso indicando una serie di interventi utili ad una riforma efficace del codice di procedura penale: l’abrogazione del 415 bis (avviso di conclusione indagini preliminari); l’estensione della durata delle indagini preliminari a due anni; l’abolizione delle impugnazioni di merito delle misure cautelari; introduzione dell’archiviazione per irrilevanza del fatto e rimodulazione dei presupposti per richiedere il giudizio immediato. Il convegno si chiuderà domani mattina con una tavola rotonda su “Scelte organizzative e gestione delle risorse” che sarà presieduta da Ernesto Lupo, primo presidente della Corte di Cassazione. Sono previsti gli interventi di Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Valerio Spigarelli, presidente nazionale Camere penali, Maurizio de Tilla, presidente dell’Oua, di Luciano Violante e dell’onorevole Gaetano Pecorella. E’ previsto inoltre l’intervento del ministro della Giustizia Angelino Alfano, che potrebbe replicare in prima persona alle proposte di Motta. Al termine dei lavori, intorno alle 12.30, sarà scoperta una targa alla memoria dell'avvocato Aymone al quale verrà intitolata la piazza alle spalle di Porta Napoli. Articolo correlato: Giustizia. Un convegno per Aymone (2 febbraio)

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