Quello verificatosi nella notte tra mercoledì e giovedì è solo l’ultimo di una serie di episodi. Stavolta ha causato gravi danni
Un cassonetto della spazzatura bruciato, muri anneriti dal fumo, danni seri alla rete cittadina del gas metano e, soprattutto, situazione di disagio per centinaia di studenti, operatori scolastici e residenti della zona interessata rimasti senza riscaldamento e acqua calda per tutta la giornata di ieri. Sono queste le conseguenze del misterioso incendio di un contenitore per la spazzatura avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì in via Sesia. Il bidone si trovava all’ingresso dell’immobile che ospita la principale succursale del Liceo Scientifico “Giulio Cesare Vanini”, gli ufficio del consorzio “Area Vasta” di Casarano e il parcheggio interno comune. Sulla vicenda indagano i carabinieri della locale stazione. A Casarano, da qualche tempo a questa parte, i piromani la fanno da padrone. Dopo l’incendio con una bottiglia incendiaria agli ambulatori dell’Asl e il doppio attentato (in soli 15 giorni) ai danni di un salone da parrucchiere di via Roma, ora è la volta del Liceo Scientifico “Vanini” o degli uffici di “Area Vasta” (ex Pit 9). Oppure potrebbe trattarsi soltanto della solita bravata di un gruppo di ragazzini per sentire l’adrenalina per alcuni minuti. L’unico elemento certo è che si è trattato di incendio doloso, forse causato da una bottiglia incendiaria. Sulle cause dell’incendio indagano i vigili del fuoco del distaccamento di Gallipoli, intervenuti dopo le segnalazioni dei residenti. Parlavamo delle gravi conseguenze che ha causato l’incendio. I pompieri, infatti, sono stati costretti a sigillare l’immobile che ospita il Liceo Scientifico perché le fiamme hanno surriscaldato la tubatura della rete del gas metano, mettendo a rischio l’impianto. Per motivi precauzionali, quindi, è stata sospesa l’erogazione del metano in tutto l’isolato. Le centinaia di studenti che frequentano l’istituto superiore e il personale scolastico ieri hanno fatto lezione senza riscaldamento e, probabilmente, anche oggi seguiranno i corsi nelle aule fredde. Non si conoscono ancora, infatti, i tempi della messa in sicurezza dell’impianto.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding