'Il problema è il lavoro nero'

Sono parole di Valentino Nicolì, presidente del Comitato paritetico territoriale di Lecce e componente del Consiglio di Amministrazione della Commissione nazionale dei Cpt

di Andrea Gabellone “Dopo i due drammatici eventi di questi giorni, è difficile affermare che il 'trend' sia positivo; ma bisogna riconoscere che, stando alle cifre, anche nel nostro Salento, la tendenza è quella di una diminuzione dei casi di infortuni gravi e mortali”. Sono parole di Valentino Nicolì, presidente del Cpt (Comitato paritetico territoriale) di Lecce e nuovo componente del Consiglio di Amministrazione della Commissione nazionale dei Cpt. “Certo, sappiamo anche che gli organi preposti alla vigilanza sul rispetto delle norme di sicurezza dei lavoratori non hanno fondi sufficienti per poter, quotidianamente, operare con delle ispezioni sui cantieri, però non sono convinto che la soluzione possa passare solo attraverso i controlli” ci spiega. “I controlli sono necessari e devono servire da deterrente, ma da soli non sono sufficienti. Se nell'azienda non c'è una presa di coscienza da parte di tutti i soggetti coinvolti, dall'imprenditore all'operaio, non possiamo considerare risolto questo problema”. Un altro fattore importante, secondo il presidente Nicolì, è quello dell'organizzazione tra i vari organi di vigilanza “perché se ci fosse un miglior coordinamento, si potrebbe giungere ad un risultato di controllo più capillare nel nostro territorio”. Nicolì spiega così che Spesal (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) e la Direzione Provinciale del lavoro compiono ispezioni nella medesima azienda nell'arco di poche settimane o, addirittura, di pochi giorni. “E questo – aggiunge – non fa altro che lasciare incontrollati altri cantieri”. La soluzione? “Appellarsi al Prefetto”. Perchè proprio in Prefettura, diversi anni fa, è stato sottoscritto un protocollo finalizzato all'ottimizzazione degli organi di vigilanza, relativamente all'emersione del “lavoro nero” e all'innalzamento degli standard di sicurezza. “Siamo quasi giunti – dice Nicolì – alla fase operativa, ma manca ancora qualche tassello. Speriamo quindi che il Prefetto possa accelerare i tempi e far attuare questo protocollo, perché il territorio ne ha veramente bisogno”. Altro capitolo sono le leggi vigenti e la loro efficacia per risolvere una situazione difficile come quella italiana. Il presidente Nicolì è convinto che “le norme ci sono e sono fatte bene; forse, per alcuni aspetti, sono ridondanti, ma non abbiamo bisogno di nuove. Ciò di cui abbiamo bisogno è l'effettività, la concretezza di quei documenti formali nella vita reale”. Infine, ci parla della piaga del lavoro nero nel Salento, di come “contribuisca a rendere più insicuro il lavoro”. “E' obbligatorio da anni – spiega – denunciare l'assunzione di un dipendente il giorno prima che inizi a lavorare effettivamente, però sono ancora tanti i casi dei cosiddetti 'infortuni del primo giorno'. Tante assunzioni vengono, infatti, dichiarate nelle ore immediatamente successive ad un incidente”. E questo è inconcepibile in un Paese civile come l'Italia.

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