Omicidio Basile: la famiglia Colitti querela il sindaco Ozza

Non smette di riservare sorprese la vicenda giudiziaria che ruota attorno all’omicidio di Peppino Basile, il consigliere dell’Italia dei Valori assassinato a Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno 2008. Una sorta di matassa che anziché sbrogliarsi continua ad avvolgersi sempre di più, avviluppando persone e luoghi, fatti e soprattutto circostanze. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda la denuncia-querela presentata dalla famiglia Colitti, attraverso il loro legale, l’avvocato Francesca Conte, nei confronti del sindaco di Ugento, Eugenio Ozza, e di tale Flavio Toma, trentottenne ugentino, per calunnia e diffamazione. La vicenda che ha come protagonisti i due, è iniziata il 28 dicembre scorso, il giorno dopo la sentenza di assoluzione, pronunciata dal Tribunale per i minorenni di Lecce, nei confronti di Vittorio Luigi Colitti, il 19enne accusato, in concorso con il nonno dell’omicidio Basile. In tale data Ozza avrebbe chiamato il sostituto procuratore minorile, Simona Filoni, dicendo di aver appreso da una terza persona (poi identificata come Toma) notizie attinenti l’omicidio, “maturato a seguito di un diverbio nato tra la vittima e Daniele Deiana nell’oratorio della parrocchia di Ugento”. Lo stesso Deiana, secondo quanto raccontato dal primo cittadino, “avrebbe deciso di dare una lezione a Basile con alcuni suoi amici”, tra cui lo stesso Colitti junior. Il gruppetto avrebbe atteso il ritorno a casa dell’ex consigliere, per poi aggredirlo. Successivamente sarebbe intervenuto anche Vittorio Colitti che, armato di coltello, avrebbe sferrato alcuni fendenti al povero Basile. Alcune coltellate sarebbero state inferte alla vittima anche dallo stesso Deiana, che poi si sarebbe subito dato alla fuga. Ozza avrebbe anche riferito che “tutti i giovani in questione, e in particolare Colitti junior, sarebbero soliti assumere sostanze stupefacenti del tipo cocaina” (una circostanza smentita dagli esami clinici cui il giovane Colitti è stato sottoposto durante l permanenza nel carcere minorile di Bari)”. La dottoressa Filoni ha quindi provveduto, in data 29 dicembre, a trasmettere una nota al procuratore della Repubblica, Cataldo Motta. La mattina del 30 dicembre, alle ore 11.10, il sindaco Ozza è stato sentito dal sostituto procuratore Giovanni De Palma, titolare del procedimento nei confronti di Colitti senior. Il sindaco ha affermato di aver intrapreso “uno scambio di opinioni con Toma e che la ricostruzione dell’omicidio si è basata esclusivamente su ragionamenti e supposizioni personali”. Ozza ha anche aggiunto di essersi “espresso in termini ipotetici, senza fare riferimento a fatti certi”. Sorprendentemente il sindaco ha anche aggiunto di aver “prospettato una semplice ipotesi di lavoro (non meglio precisata) e, cioè, il frutto di un ragionamento investigativo fatto da me e dal Toma sulla base di una voce che era circolata tempo addietro. Può darsi che la dottoressa Filoni abbia frainteso il mio racconto”. Una versione, quella del sindaco, smentita dallo stesso Toma, ascoltato poche ore dopo in Procura. Al magistrato il 38enne ha raccontato di aver incontrato Ozza solo per cercare un impiego poiché disoccupato. L’uomo ha altresì precisato che era stato il sindaco a chiedere la sua opinione in merito alla vicenda dell’omicidio e se fosse a conoscenza di alcune voci di un litigio ala base della tragica morte di Basile. “Io – ha dichiarato Toma – non feci riferimento ai nomi della comitiva di Vittorio Luigi Colitti e in particolare non parlai di Deiana. Il sindaco mi ha rivolto numerose domande volte a conoscere eventuali retroscena del delitto, come se cercasse da me conferme che potessero supportare le sue ipotesi”. “Durante la conversazione con il sindaco – ha aggiunto il 38enne – non è stato fatto alcun riferimento alle fasi dell’aggressione mortale di Peppino e non si è parlato di chi possa averlo accoltellato”. Nuovi sospetti, dubbi e circostanze, di una vicenda che sembra un romanzo ma è in realtà la storia di un brutale omicidio di un uomo politico assassinato con oltre 24 coltellate e che non a caso giungono all’indomani dell’assoluzione di Colitti junior. Una vicenda sempre più oscura e appiccicosa, così complessa da divenire incomprensibile. Sullo sfondo la vicenda tragica di una famiglia, quella dei Colitti, che continua a dover affrontare giorno dopo un dramma profondo. “E’ arrivato il momento per tutti – ha commentato l’avvocato Francesca Conte – di assumersi le proprie responsabilità. Non è giusto che una famiglia perbene come quella di Colitti sia continuamente attaccata e infangata, anziché essere tutelata”

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