Primo atto della politica dopo le denunce di mafia nella Green Economy, del presidente della Commissione Bicamerale Antimafia Pisanu
Il Forum “Ambiente e Salute”, rete coordinativa di numerosi comitati salentini e associazioni per la difesa del territorio e della salute del cittadino, e l'associazione “Save Salento – Salviamo il Salento” esprimono soddisfazione per la grande sensibilità ambientalista dimostrata dai consiglieri regionali dell'Udc – Unione Democratici Cristiani di Centro – per aver tradotto in proposta di legge regionale la richiesta di una urgente “Anagrafe Pubblica” per tutti gli impianti industriali di energia rinnovabile e dei relativi iter autorizzativi, di eolico, fotovoltaico e biomasse, già realizzati, ancora in cantiere, o in iter autorizzativo nella Regione Puglia, dove per “impianti industriali” si intende impianti non destinati all'autoproduzione per autoconsumo in loco dell'energia. Tale richiesta era stata, dalle associazioni, sottoposta all'attenzione della V Commissione Ambiente del Consiglio regionale della Puglia, nonché al presidente Nichi Vendola (Sel), al vice presidente Loredana Capone (Pd), all'assessore all'Ambiente Lorenzo Nicastro (Idv), all'assessore all'Assetto del Territorio, Angela Barbanente e a mezzo stampa a tutti gli assessori e consiglieri regionali attraverso l'appello lanciato con alcuni nostri comunicati stampa congiunti nel mese di settembre 2010. Per il Forum, “nelle province di Lecce, Taranto e Brindisi si sta consumando non solo un attacco al territorio, al paesaggio, alla salute dei cittadini e allo stesso modello di sviluppo virtuoso avviato dal Grande Salento in questi ultimi anni, ma una vera e propria 'strage di legalità e di democrazia'. L’ondata speculatoria ha portato un caos tale per cui è lecito dubitare che nessuno ormai, nemmeno a livello provinciale e regionale, possa vantare una precisa ed aggiornata cognizione delle dimensioni quantitative del immane fenomeno in corso. L’emergenza causata dalla devastante speculazione della Green Economy Industriale nel Salento costituisce anche un'emergenza democratica, a causa dell'assurda carenza di informazione, di dati certi e di coscienza pubblica sul rischio di depauperamento e compromissione definitiva delle potenzialità del territorio. Con l'anagrafe si chiede di conoscere dettagliatamente la composizione societaria e capitale sociale delle aziende, per poter avere una visione limpida degli iter autorizzativi in corso, come di quelli già ultimati, o da avviarsi in futuro, avere un quadro geografico della compromissione del territorio e del suo paesaggio arrecato da tali impianti e in maniera preventiva sulle interferenze di questi tra loro e con il territorio circostante, impedire la speculazioni – frode ai danni dello Stato, riaffermare la legalità, ricostruire le mediazioni operate in loco da faccendieri al fine di favorire la penetrazione di grosse multinazionali, aventi il know-how per costruire ma non la volontà di portare il tanto decantato benessere occupazionale. Occorre collegare ogni singola autorizzazione ai dati diacronici di tutte le altre autorizzazioni ottenute dalle singole aziende, in modo da comprendere cosa si cela dietro ai passaggi di mano nelle proprietà degli impianti ed evitare ciò che è divenuta prassi: acquisire autorizzazioni per immense distese di specchi, pezzo dopo pezzo, lotto dopo lotto, in modo da aggirare la legislazione sulla valutazione di impatto ambientale. Far luce sulle carenze nei controlli che già hanno compromesso, a danno del territorio e della legalità, gli iter autorizzativi. L'anagrafe è un atto dovuto, anche semplicemente per rispetto della Convenzione di Århus del 1998, che statuisce il diritto all'informazione come presupposto indispensabile per la partecipazione dei cittadini al fine di poter, in maniera preventiva, intervenire a difesa dell'ambiente e ripristino del suo stato di salubrità e/o bellezza paesaggistica, se eventualmente alterati; diritto fondamentale, tanto più evidente nella circostanza d'emergenza ambientale senza precedenti che in Puglia si sta catastroficamente verificando, per causa puramente umana e nel paradosso dell'utilizzazione strumentale, ai fini della stessa lucrosa devastazione, di un'ecologia snaturata e vilipesa, incatenata alla mercé di Lobbies politico imprenditoriali colluse col malaffare. Lo strumento dell'anagrafe rappresenterà anche la prima concretizzazione della volontà di massima collaborazione con l'autorità della Guardia di Finanza espressa all'indomani della denuncia di Pisanu dallo stesso presidente Nichi Vendola. Ribadiamo, per l'ennesima volta, la necessità di non procrastinare, oltre, il varo della urgente moratoria di tutti gli impianti di eolico, fotovoltaico e biomasse industriali in via di realizzazione, o, ancora, in iter autorizzativo, anche al fine di poter dare alle forze dell'ordine e alla magistratura il tempo dello svolgimento di tutte le necessarie indagini per riportare sotto l'occhio della Giustizia tutto il tenebroso sistema della Green Economy Industriale in Puglia. Affermiamo la necessità che all'indomani dei sequestri dei cantieri, e/o degli impianti già realizzati, la vera giustizia trionferà non quando tutti i responsabili degli illeciti saranno individuati e puniti, ma quando sarà ripristinato in quei territori compromessi lo stato dei luoghi antecedente agli interventi con asporto di tutti i materiali relativi agli impianti stessi, quali: pannelli fotovoltaici, torri e pale d'acciaio, cavidotti interrati o meno, basamenti di cemento, sistemi di cablaggio, impalcature metalliche di sostegno, reti metalliche, pali elettrici e di illuminazione, cabine di trasformazione. Nei sequestri per infiltrazioni mafiose e successiva concessione e gestione dei beni sequestrati ad organizzazioni quali l'associazione 'Libera' di don Ciotti, etc., non devono essere consegnati tali impianti, ma i terreni sui quali essi insistono dopo che siano stati riportati allo stato quo ante, bonificati dunque e pronti a tornare ai loro precedenti millenari usi agro-silvo-pastorali, che erano stati compromessi da una anacronistico snaturamento industrializzante. La necessità di operare nel senso di un intervento di bonifica della degenerazione attuata da questi impianti nelle aree agricole e naturali della Puglia risponde all'esigenza morale e civile, nonché istituzionale e costituzionale, di guarire con essa la degenerazione politico – socio -culturale dell'uomo e delle comunità che ha portato a questo assurdo e innaturale stato di cose. È per questo, dunque, che facciamo appello a tutte le forze politiche regionali di maggioranza e di opposizione, affinché sostengano e permettano la rapida traduzione in legge dell'istituto di democrazia e legalità, nonché di rispetto per la nostra regione Puglia, per il suo territorio, per i suoi cittadini e per la loro cultura, che rappresenta questa “Anagrafe Pubblica” di tutti i progetti di Green Economy Industriale; Anagrafe garante di Giustizia, di quella giustizia sinora venuta meno a danno grave del diritto delle stesse future generazioni, come oggi della stessa Libertà dei cittadini di Puglia”.
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