Internalizzazioni: a gennaio consiglio regionale monotematico

I precari chiedono che fino alla sentenza della Consulta sulla legittimità della legge regionale, sinao uniformati i trattamenti di tutti gli interessati in tutte le aziende sanitarie pugliesi

Una seduta monotematica del Consiglio regionale della Puglia si terrà presumibilmente tra il 13 e 14 gennaio 2011 per discutere sulla problematica del processo di internalizzazione dei precari nelle Aziende sanitarie. E' questo l'esito dell'incontro che ha avuto luogo in Consiglio regionale tra i vertici regionali (presidente Vendola, assessore Tommaso Fiore, presidente Onofrio Introna, capigruppo del centro sinistra, dell'Udc oltre ad altri consiglieri regionali della maggioranza) e una delegazione degli stessi precari appartenenti a diverse organizzazioni sindacali. Lo riferisce una nota del Consiglio regionale della Puglia. I precari – spiega la nota – dopo aver evidenziato la condizione di grosso disagio che stanno vivendo, hanno sottolineato in particolare l'inaccettabile discriminazione cui sono stati soggetti per via del fatto che in alcune aziende il percorso di internalizzazione e' stato avviato ed in altre no. Chiedono – prosegue la nota – che fino alla sentenza della Corte Costituzionale sulla legittimità della legge regionale specifica, vengano uniformati i trattamenti di tutti gli interessati in tutte le aziende sanitarie pugliesi. Il presidente Vendola ha espresso il suo compiacimento per aver verificato finalmente l'esistenza di una posizione sindacale a livello regionale di ampio respiro con la partecipazione di pressoche' tutte le sigle. “Il sindacato – ha detto – ha una forza che deriva della paura degli altri visto che la piattaforma rivendicativa portata avanti è condivisibile e ha sollecitato un documento sindacale unitario regionale. E' necessario porre una vertenza nazionale forte, visto che l'unico tentativo fatto al riguardo in precedenza e' stato un intervento di Franceschini in Parlamento nel corso di una question time, dopo che ci fu una riunione in merito di tutti i parlamentari del centro sinistra pugliesi”. 23 dicembre 2010 – Precari Asl. Salta il tavolo. Assente il Governo Avrebbe dovuto essere il giorno più importante per i precari del comparto sanità che chiedono a gran voce di discutere di internalizzazioni. Così non è stato. Il tavolo convocato in Provincia, difatti, è saltato per l'assenza di rappresentanti del Governo. Di conseguenza sindacati non hanno firmato il documento da mandare a Roma. Molto rammaricato il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone. “Si prende atto che non vi è stata la possibilità di arrivare alla condivisione e alla firma di un documento unitario che segnasse l’importante risultato di arrivare a un incontro interistituzionale in grado di condividere un percorso di risoluzione certo della vicenda posta sul tavolo della discussione. L’impressione è che lo stato di conflittualità che nei mesi si è stratificato non sia di giovamento al percorso di risoluzione della vicenda. Per questo, si fa ulteriore appello a Regione e Governo nazionale a che ognuno possa trovare un momento di convergenza, mettendo a disposizione l’uno dell’altro ogni singola posizione, pur di pervenire rapidamente ad una soluzione condivisa”. 20 dicembre 2010 – Precari sanità: 'se necessario, radicalizzare la protesta' Si è svolto sabato l'incontro tra i precari delle ditte che curano in appalto i servizi sanitari ausiliari presso l'Asl di Lecce e una delegazione di Rifondazione Comunista. I lavoratori hanno chiesto chiarezza sulle posizioni del Governo regionale, le quali talvolta sono apparse poco coerenti e determinate. L'assessore regionale del Prc, Maria Campese, ha confermato la volontà della Giunta di portare a termine il processo di internalizzazione dei servizi, anche se in questa fase è bloccata da ciò che definisce il ricatto del Governo centrale che ha posto tale blocco tra le condizioni per accettare il piano di rientro economico. Gli interventi di Piero Manni, Roberta Forte e del segretario regionale Nicola Cesaria hanno poi ribadito solidarietà ai precari in lotta e l'impegno di Rifondazione a mettere in atto tutte le iniziative utili alla soluzione della vicenda. I lavoratori, da parte loro, hanno espresso tutta la loro determinazione nel continuare a oltranza la loro battaglia (e se necessario a radicalizzarla) perché i servizi ausiliari vengano svolti dalle società in house già costituite presso ogni Asl. “Il passaggio dalle ditte private, dalle pseudocooperative e dalle sedicenti associazioni di volontariato – si sostiene – porterebbe a tre risultati positivi per la sanità pugliese: un miglioramento dei servizi sottratti al criterio del massimo utile a favore delle ditte; un risparmio (come è già avvenuto nelle esperienze in corso) grazie all'eliminazione della intermediazione delle ditte; infine una sistemazione dignitosa e stabile per i lavoratori, che avrebbe una ulteriore ricaduta positiva sulla qualità delle prestazioni”. 17 dicembre 2010 – I precari della sanità chiedono aiuto al Prefetto Tornano in strada i lavoratori precari della sanità. Questa mattina, dopo un'assemblea, hanno sfilato in corteo fino alla Prefettura (dove una donna è stata colta da malore), per chiedere un intervento urgente da parte delle autorità prefettizie e provinciali. Con loro infermieri precari o disoccupati. Giunti in Prefettura, i precari hanno fatto vedere le loro buste paga di 500 euro al mese e 16 ore lavorative a settimana. Poi una delegazione è salita per incontrare il Prefetto. A quanto riferito da Gianni Palazzo, rappresentante del Comitato Infermieri Precari di Lecce, l'incontro non ha sbloccato la situazione e i precari si sono, a quel punto recati in Provincia, a colloqui con il presidente Gabellone per chiedere la convocazione di un tavolo istituzionale. Intanto, domani alle ore 17, i lavoratori precari della sanità che presidiano la sede della Direzione generale della Asl di Lecce incontreranno una delegazione di Rifondazione comunista, composta dall'assessore regionale Maria Campese, dal segretario regionale Nicola Cesaria e provinciale Boris Tremolizzo e da Piero Manni della segreteria regionale. “Il Prc dice Manni – che è stato il promotore in Puglia della costituzione delle società in house le quali devono rilevare i servizi ausiliari presso gli ospedali (mensa, pulizia, portierato, guardianìa, ecc.) fino ad ora gestiti da ditte private col criterio del massimo profitto a danno della qualità dei servizi, nella mancanza non sempre disinterressata di seri controlli, assumendo in maniera totalmente discrezionale e spesso sulla base di pressioni politiche, il Prc intende con questo incontro sollecitare le autorità competenti (direzioni generali e Regione) affinché pervengano ad una rapida definizione della vertenza: l'assunzione da parte delle società in house già da tempo costituite. E' vero che il Governo centrale, in particolare il ministro Raffaele Fitto, ha imposto la non assunzione dei precari tra le condizioni ricatto per accettare il piano di stabilità della Regione Puglia, ma è altrettanto vero che non intercorre alcun rapporto tra internalizzazione dei servizi ausiliari e piano di rientro, ed anzi l'internalizzazione comporta un risparmio (come dimostra l'esempio di Foggia) per il bilancio della sanità pugliese; perciò male hanno fatto il presidente Vendola e l'assessore Fiore ad accettare il ricatto di Fitto che ha voluto vendicarsi della duplice sconfitta subita ad opera di Vendola, vendetta che ricade sulle spalle di tutti i Pugliesi”. 17 dicembre 2010 – Sanità: botta e risposta tra Vendola e Fitto “Se ci fosse la disponibilità a riaprire un confronto serio e costruttivo sarebbe davvero un segnale di buona politica”. Sono le parole che il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, rivolge, in una lettera (il testo è sotto), al Ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, in merito alla trasformazione in dipendenti di società interne alle Asl di coloro che ora prestano servizi sanitari con convenzioni esterne. L'internalizzazione – avviata dalla Regione – è stata poi bloccata così come chiesto dal governo per approvare il piano regionale di rientro dal deficit sanitario. Non si è fatta attendere la risposta del Ministro: “Mi auguro che davvero il presidente Vendola abbia deciso di abbandonare la rissa per aprirsi al dialogo col Governo. E' quello che auspico da mesi, ma il dialogo è più di una dichiarazione di stampa. Si coltiva con i fatti”. “Il Governo – afferma Fitto – ha mostrato estrema disponibilità sin dal primo momento”. La lettera Egregio Ministro Fitto, la scelta del governo di imporre il blocco delle internalizzazioni in sanità tra le condizioni necessarie per la firma del “Piano di Rientro” della Regione Puglia, rischia di produrre gravi conseguenze per la vita e il futuro di migliaia di lavoratori e lavoratrici. Si tratta di uomini e donne che all’indomani del voto unanime in Consiglio regionale avevano visto concretizzarsi la speranza di accedere ad una condizione lavorativa dignitosa e certa sul piano dei diritti. Noi abbiamo chiamato “internalizzazione” l’auto-produzione di servizi alla persona mediante società in house delle Asl, e l’abbiamo concepita non solo come una trasformazione della condizione soggettiva di lavoro, ma come un netto miglioramento del servizio sanitario a partire dai ruoli più di trincea come nel caso del 118. Nelle prime stesure del Piano di rientro avevamo considerato l’internalizzazione come una voce di risparmio, visto che le esternalizzazioni rappresentano una lievitazione incontrollata della spesa sanitaria. Poi la politica ha invaso il recinto della ricognizione tecnico-contabile mirata a determinare entità e tipologia dei tagli necessari. Le è noto, signor Ministro, quanto il mio governo abbia considerato inappropriata e vendicativa quella ingerenza nell’attività e nelle prerogative del Consiglio regionale: avevamo legiferato, voi avevate impugnato le norme dinanzi alla Corte Costituzionale, perché non attendere il giudizio della Corte? Perché non verificare la fondatezza delle nostre argomentazioni in merito alla convenienza sociale, sanitaria e persino economica delle internalizzazioni? Forse perché, come aveva dichiarato il Ministro Tremonti, bisognava evitare la propagazione di un contagio? Vuol dire forse che i diritti del mondo del lavoro sono un contagio? In un quadro nel quale la crisi economica produce un drammatico peggioramento delle condizioni di vita e una sensibile riduzione dei livelli occupazionali, la vostra imposizione rischia di configurarsi come un ulteriore elemento di aggravamento della già fragile condizione sociale nel nostro territorio. Per questi motivi, convinto che sia interesse comune quello di tutelare il lavoro e i diritti, ma anche di tutelare la qualità dei servizi sanitari, ritengo necessario riaprire una discussione tra Governo regionale e Governo nazionale che, al di fuori di ogni sterile contrapposizione, individui gli strumenti e i percorsi più opportuni per risolvere questa situazione nell’interesse della Puglia e della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici. Se ci fosse la disponibilità a riaprire un confronto serio e costruttivo sarebbe davvero un segnale di buona politica. 15 dicembre 2010 – Anche i precari della sanità salgono sui tetti Dopo aver occupato la direzione generale dell'Asl di Lecce e sfilato in corteo per le vie della città, i precari della sanità questa mattina, sono saliti sul terrazzo della struttura in segno di protesta. E nonostante le temperature gelide, lì rimarranno. Attraverso questo gesto di protesta estrema, chiedono alla politica e alle Istituzioni di essere stabilizzati attraverso le procedure di internalizzazione. “Vendola sia coerente”, dicono. “Fitto e Palese collaborino”, aggiungono. Già, perché, nel braccio di ferro tra Regione Puglia e Governo ci sono andati di mezzo proprio loro che, a causa dello passaggio dalle ditte esterne a società in house, rischiano di restare precari. Un passaggio che, secondo il Governo non sarebbe attuabile per la non adeguata copertura finanziaria. Per la Regione Puglia, invece, l'assorbimento dal privato implicherebbe costi minori e miglior servizio. Sui tetti, anche gli infermieri a rischio licenziamento, in attesa di un cenno che sveli il loro difficile futuro. 13 dicembre 2010 – Internalizzazioni: sfilano i precari della sanità I dipendenti dalle ditte di appalto delle pulizie, della mensa, del 118 presso gli ospedali della Provincia, dopo essersi riuniti in assemblea permanente presso la Direzione generale della Asl per protestare contro lo stop alle internalizzazioni, hanno oggi sfilato per le vie del capoluogo salentino, al fine di riportare l'attenzione sul problema e sostenere la necessità della loro stabilizzazione. Ad accompagnare i lavoratori in corteo, le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Rdb-Usb e Fsi. Nel braccio di ferro tra Regione Puglia e Governo nazionale ci sono finiti i 683 lavoratori che, a causa del blocco del passaggio da ditte esterne a società in house, rischiano di restare precari. Un passaggio che, secondo il Governo non sarebbe attuabile per la non adeguata copertura finanziaria. Per la Regione Puglia, invece, l'assorbimento dal privato implicherebbe costi minori e miglior servizio. La partita molto probabilmente, la chiuderà a febbraio, la Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità della legge regionale, la cosiddetta “salva precari” che stabiliva internalizzazioni per tutte le Asl della Regione. 8 dicembre 2010 – Vendola e Fiore incontrano precari Asl di Lecce Il presidente Nichi Vendola e l’assessore alle Politiche della Salute, Tommaso Fiore, in una pausa dei lavori di Giunta hanno incontrato una delegazione di lavoratori precari della Asl di Lecce. “Voglio esprimere solidarietà ai lavoratori che chiedono la stabilizzazione – ha detto Vendola al termine dell’incontro – e dire loro che la partita politica si è appena aperta. Sarò al loro fianco e ricordo a quegli esponenti del centrodestra, che dicono di esserlo anche loro, che loro in Parlamento possono agire perché sia modificata la norma del piano di rientro che blocca le assunzioni. Ma il modello della destra è il precariato: perché i precari si possono utilizzare in campagna elettorale, mentre gli assunti garantiti dalla legge non devono chinare il capo davanti ai caporali. E se poi questo modello salta a livello nazionale e le internalizzazioni come in Puglia diventano un esempio nazionale, ecco che allora per la destra arrivano altri problemi. Per il piano di rientro per ora abbiamo subito una sconfitta, la abbiamo accettata ma non ci fermeremo qui per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori sanciti anche da sentenze”. Ieri, i lavoratori dipendenti dalle ditte di appalto delle pulizie, della mensa, del 118 (e altre mansioni) presso gli ospedali della Provincia, si sono riunti in assemblea a oltranza nei locali della direzione dell'Asl di Lecce. Il loro obiettivo è portare a casa lo stipendio: niente di più ovvio per un lavoratore. Ma, a quanto pare, anche i diritti sono opinabili. Delusi per i continui rinvii e per gli ostacoli frapposti all'assunzione da parte della Sanità Service, la società di servizi costituita dalla stessa Asl, i lavoratori hanno deciso di riunirsi, fino a quando non ci saranno segnali concreti, cioè fino a quando il processo di internalizzazione che li riguarda non sarà compiuto, nonostante due ricorsi già vinti di fronte al Tar e al Consiglio di Stato. L’attesa è tutta contratti che sanciranno il trasferimento di questi lavoratori dalle ditte esterne in appalto all’Asl, verso la società in house della stessa azienda sanitaria locale.

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