Lucio Vetrugno, titolare di un’azienda agricola, era un personaggio noto alle cronache giudiziarie e alle forze dell’ordine. Nel passato era ritenuto dagli inquirenti un elemento vicino al clan Tornese, gruppo storico della Sacra corona
E’ stato un colpo sparato alle spalle ad uccidere Lucio Vetrugno. Il cadavere dell’uomo, cinquantacinque anni, originario di Monteroni, è stato trovato nelle vicinanze della masseria di proprietà di famiglia, “La Tenente”, sulla provinciale che collega Copertino a Monteroni. L'ipotesi formulata inizialmente dagli inquirenti, quella di una morte violenta, ha avuto conferma nella tarda serata di ieri. Sono stati alcuni operai, impegnati nell’esecuzione di lavori di ampliamento nei pressi della masseria, ad accorgersi della presenza del corpo pochi minuti dopo le otto. Vetrugno giaceva riverso per terra, tra l’Audi Q7 di sua proprietà e un furgone Fiat Ducato bianco. Sul posto, oltre ai familiari dell’uomo, si sono subito diretti i carabinieri del Nucleo operativo e investigativo di Lecce, coadiuvati, nei primi riscontri, anche dagli agenti della Squadra mobile e dai militari della guardia di finanza. Questi ultimi hanno ispezionato con il nucleo cinofili il casolare e la zona circostante alla ricerca di eventuali indizi. Le indagini, affidate ai carabinieri, sono coordinate dal procuratore aggiunto Antonio De Donno e dal sostituto procuratore della Repubblica Guglielmo Cataldi. L’ispezione necroscopica del corpo ha riscontrato un foro di proiettile, che, con ogni probabilità, ha causato la morte. Il medico legale, Alberto Tortorella, ha inoltre rilevato fra il collo e la scapola una ferita lacero-contusa lunga tra i 3 e i 4 centimetri. La lesione dovrebbe essere stata provocata dalla caduta successiva al colpo mortale. La scarsa presenza di sangue adiacente al cadavere porterebbe ad escludere una morte per dissanguamento. Sui bordi della marmitta del furgone gli investigatori hanno trovato tracce di sangue, per cui non si esclude che la ferita sia stata provocata proprio dall’impatto con essa. Secondo alcune testimonianze il volto della vittima presentava un colorito violaceo, quasi tumefatto. Dubbi e ipotesi cui solo l’autopsia, eseguita venerdì mattina, potrà dare risposte certe. Le indagini proseguono a trecentosessanta gradi per dare un volto agli autori di questo misterioso omicidio. La marmitta, dopo essere stata asportata con il flessibile, è stata sequestrata, così come l’autovettura della vittima. Non lontano dal cadavere gli esperti del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri hanno rinvenuto anche un bossolo calibro 7,65. Saranno le perizie balistiche a stabilire con certezza se si tratti del proiettile che ha ucciso Vetrugno. Un particolare che rende ancora più complessa e misteriosa l’intera vicenda. Lucio Vetrugno, titolare di un’azienda agricola, era un personaggio noto alle cronache giudiziarie e alle forze dell’ordine. Nel recente passato era stato ritenuto dagli inquirenti un elemento vicino al clan Tornese, gruppo storico della Sacra corona unita operante nel territorio di Monteroni. Dopo una condanna a diversi anni di carcere, Vetrugno era uscito di prigione nel 2007. Il figlio, Angelo Vetrugno, è un noto avvocato penalista, legale nel recente passato di alcuni presunti esponenti della criminalità organizzata.
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