Cnr: no alla discarica sulla falda acquifera

Corigliano. Esultano i comitati per la difesa del territorio. “Se la falda sarà inquinata, la colpa andrà a funzionari, tecnici e politici coinvolti”

Il Coordinamento Civico, rete di oltre 40 associazioni, tra cui Lilt (Lega Italiana Lotta contro i Tumori) e Federconsumatori, comunica con soddisfazione l'esito della ricerca scientifica commissionata dalla Regione Puglia all'Istituto di Ricerca sulle Acque (Isra) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) in merito allo stato di inquinamento, e ulteriore rischio, della falda acquifera di Corigliano d'Otranto (fonte per oltre l'80% di tutta l'acqua potabile distribuita nel Salento dall'Acquedotto Pugliese – Aqp), a seguito della realizzazione di una maxi-discarica per rifiuti urbani nel medesimo feudo, nonché a seguito della presenza nelle adiacenze della stessa di un precedente sito-cava adibito a discarica negli anni '90 sempre per rifiuti della medesima tipologia. “Già la scelta di quel sito, dai suoli carsici, fortemente permeabili per la presenza di rocce calcaree altamente fessurate, e faglie, ci ha da subito mobilitati al fine di evidenziare l'assurdità della decisione perseverata dalla Regione Puglia per l'ubicazione della bomba ecologica in questione. L'assurdo inizio – dicono dal Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e la Salute del Cittadino – di lavori di scavo, atti alla realizzazione della cava per i rifiuti nelle adiacenze della vecchia discarica attiva negli anni '90, ha sùbito messo in evidenza il grave inquinamento da percolato (il velenoso essudato liquido emesso dalle discariche) fuoriuscito dalle nocive masse biochimiche dei rifiuti già stoccati nelle passate deposizioni; tutto ciò a tragica conferma della fragilità geologica degli esigui strati rocciosi che separano i passati, e i futuri, rifiuti che lì si vorrebbero ulteriormente depositare, dalle preziose acque potabili della sottostante falda. Con onestà, confessiamo che forti timori avevano minato la fiducia riposta nei tecnici cui la Regione aveva commissionato tale studio, semplicemente alla luce dell'assurda, incomprensibile ostinazione con cui lo stesso presidente della Regione Puglia, Nicola Vendola, ha perseverato affinché si giungesse all'apertura-completamento della nuova maxi-discarica appaltata alla ditta CoGeAm del gruppo Marcegaglia, la cui nota referente è la stessa Emma Marcegaglia attuale presidentessa nazionale di Confindustria; una ostinazione scellerata e irrazionale che ha visto lo stesso Nichi Vendola costituirsi, in qualità di presidente di tutti i pugliesi, con soldi pubblici per la retribuzione degli avvocati reclutati, e di tutte le connesse spese legali, al fine di difendere i soli interessi della ditta CoGeAm, il cui progetto è stato messo in discussione davanti ai giudici del Tribunale Amministrativo Regionale di Puglia sezione Lecce, da un ricorso, motivato proprio dal rischio 'inquinamento falda', e presentato dal Coordinamento Civico e dai Comuni di Corigliano d'Otranto, Melpignano, Soleto, Zollino, etc. Perplessità le nostre, quelle sull'onestà intellettuale dei tecnici del Cnr che hanno eseguito lo studio di rischio sopramenzionato, che si sono, con nostra amara soddisfazione, rivelate infondate: lo studio scientifico ha infatti perfettamente dimostrato l'altissimo rischio di contaminazione e inquinamento grave della falda a seguito della ubicazione in quel sito di rifiuti solidi urbani; ha evidenziato, inoltre, che il percolato osservato durante gli scavi della nuova discarica e proveniente dai rifiuti della vecchia, ha già raggiunto la falda contaminandola tanto da auspicare ulteriori approfondimenti per valutare l'intensità di tale contaminazione e il suo andamento nel corso del tempo. Tali conclusioni hanno portato gli studiosi del CNR a suggerire interventi rapidi e urgenti atti alla bonifica del sito, suggerimenti che ulteriormente rimarcano la follia dell'ostinazione regionale in merito allo scandalo nazionale che l'ubicazione della maxi-discarica, che dovrebbe accogliere i rifiuti di ben 46 comuni sull'unico bacino ipogeo d'acqua potabile del Salento, costituisce intrinsecamente. Forti di queste conferme scientifiche, una delegazione del Coordinamento si recherà, mercoledì mattina, a Modugno (Ba) in via delle Magnolie, 6/8 – Zona Industriale (ex. Enaip) dove si riunirà, presso gli uffici dell'Assessorato all'Ecologia, a partire dalle ore 9, la Commissione tecnico-politica che dovrà valutare le iniziative urgenti da assumere proprio a seguito dell'esito dello studio soprammenzionato, dove ai singoli tecnici, funzionari e politici coinvolti, de manu, saranno consegnate le diffide ad personam, indirizzate loro, al fine di redarguirli dal perseguire, ancor più alla luce delle verità scientifiche emerse, eventuali diktat ricevuti “dall'alto”, da chi sinora è apparso mosso solo dall'imperativo acritico e ascientifico: “questa discarica s'ha da fare” contro ogni verità scientifica, contro ogni buon senso, contro ogni studio (e già tanti ve ne erano di precedenti che già confermavano l'alto stato di rischio del sito), contro il principio di prevenzione e precauzione, contro gli interessi dei salentini, contro la salubrità dell'ambiente, contro la qualità delle acque, contro il Bene pubblico, contro i diritti dell'uomo e delle future generazioni. Diffide rivolte a tutti i funzionari, tecnici e politici coinvolti: se la falda sarà inquinata saranno personalmente responsabili e dovranno pagare in prima persona le spese di bonifica e i danni alla comunità! In quella stessa sede, il Coordinamento chiederà che non siano attuate soluzioni palliative e di facciata che non risolvono il problema emerso; non ha senso la spesa di ulteriore denaro pubblico per trincee di scavo, sistemi di “capping” ( copertura delle masse di rifiuti della vecchia discarica con teloni per limitare l'imbibimento da acque meteoriche causa della maggiore genesi di percolato ), ed altri eventuali interventi di emergenza, momentanea e superficiale, suggeriti, ad oggi, dai tecnici assoldati; saggio, invece, necessario e ormai improcrastinabile procedere alla bonifica totale del sito con asporto integrale di tutti i rifiuti depositati nella vecchia discarica e loro recupero, differenziazione e virtuoso avvio a riciclo. Il quadro inquietante emerso con massimo rigore scientifico dovrebbe rendere superfluo ribadire, da parte nostra, il rinnovato imperativo morale, civile e istituzionale, a fermare immediatamente qualsiasi lavoro di cantiere, in corso, o da realizzare, atto alla costruzione della nuova maxi-discarica, e correlatamente a rimuovere qualsiasi idea relativa ad un ulteriore importo di rifiuti in quel luogo prezioso e di importanza strategica per la vita nel Salento. Un quadro allarmante che dovrebbe portare un qualunque uomo, eletto democraticamente dai suoi concittadini, a ritirare il pazzo progetto della maxi-discarica di Corgliano: perseverare oltre, nella mala direzione fin qui percorsa, sarebbe solo sintomo di pazzia e mostruosità. Concludiamo solidarizzando con il sindaco di Corigliano d'Otranto, Ada Fiore, che sarà presente alla conferenza dei servizi di mercoledì mattina a Modugno, a difesa della salute dei suoi concittadini e di tutti i salentini, sposiamo pienamente la proposta che essa porterà all'attenzione della Giunta Regionale, dell'Assessore all'Ecologia Lorenzo Nicastro e al presidente Nichi Vendola: evitare la necessità fisiologica della discarica di Corigliano, evitando, dunque, di dover, oggi, graziare i suoi concittadini di Corigliano e minacciare, domani, quelli di un'altra area del Salento, ovunque connotato da suoli carsici permeabili e con le medesime problematiche per la salubrità dell'acqua di falda (unica fonte di acqua potabile del Salento siticuloso), con la delocazione della discarica condannandoli a miasmi e odori vomitevoli perenni attraverso il totale riciclo con raccolta a monte della frazione umida organica dei rifiuti solidi urbani del bacino di utenza e loro trasformazione in fertile compost per l'agricoltura attraverso la riconversione di impianti di biostabilizzazione, già esistenti, in impianti di compostaggio evitando ulteriore spreco di nuovo suolo e costruzione ex novo di altre strutture per il trattamento dei rifiuti. Una nuova politica dei rifiuti da accompagnare da una differenziazione forte e dal recupero dei materiali spingendola sempre più verso l'optimum indicato dalla “Strategia Rifiuti Zero” fondata sul principio che il rifiuto è una risorsa se si ha la saggezza di comprenderlo, altrimenti diviene fonte di danno ambientale ed immorale spreco”.

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