Sergio Blasi e le proposte indecenti

Il segretario regionale del PD propone un nuovo finanziamento per le minoranze linguistiche che in Puglia sono soprattutto (ma non solo ovviamente) quelle dell’area della Grecìa salentina, il suo bacino di voti

Sergio Blasi, 47 anni, due figli, siede sugli scranni del consiglio regionale da segretario regionale del Pd, imponendosi sul sindaco di Bari Michele Emiliano. Da segretario regionale ha condotto la sua campagna elettorale, battendosi contro tutto ciò che era spreco, corruzione, inquinamento. Una battaglia su tutte, quella contro la Copersalento, la centrale elettrica alimentata con cdr che per anni ha sparso diossina su tutto il Salento. Una battaglia in contrasto con una sua precedente posizione ‘pro termovalorizzatori’, che da sindaco di Melpignano, paese della Taranta, aveva protocollato in Regione – era il 2004 e c’era Fitto – una delibera di Consiglio comunale firmata all’unanimità in cui si dichiaravano tutti “pronti ad ospitare un termovalorizzatore nel territorio comunale”, chiosando poi entusiasta: “L’inquinamento? La diossina? No, rischi non ce ne sono. Semmai ci sono vantaggi. I termovalorizzatori sono nel centro di Helsinki e Oslo: perché non potrebbe essercene uno pure a Melpignano”? In pieno ‘piano di rientro sanitario’ del Governo Vendola, che prevede la chiusura dei piccoli ospedali e il blocco della assunzioni, Blasi lancia la proposta di costruire sui terreni dell’ex Copersalento, inquinati dalla diossina, un nuovo, innovativo ospedale. Che potrebbe riassorbire – dice – i 33 lavoratori in mobilità della Copersalento. Praticamente come se il piano di rientro non esistesse. E poi arriva l’ultima illuminante idea, proprio nel giorno in cui i magistrati di Bari tornano all’attacco in un’inchiesta in cui è indagato l’ex assessore regionale alla sanità Tedesco, oggi senatore del Pd. Una brutta storia di appalti truccati e sprechi di soldi pubblici. Nelle stesse ore dunque Blasi propone una legge regionale che finanzi le minoranze linguistiche. Che in Puglia sono soprattutto (ma non solo ovviamente) quelle dell’area della Grecìa salentina, il suo bacino di voti. Minoranze che già beneficiano di precisi finanziamenti statali ed europei. Una condotta all’insegna del tempismo e della sobrietà, non c’è che dire.

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