Lilt: in Puglia livelli fuori norma di emissioni nocive

Casarano. Lettera aperta del Dr. Serravezza alla vigilia del Consiglio comunale monotematico su Heliantos2

E atteso per il 16 dicembre, a Casarano, il Consiglio monotematico in merito al Progetto Heliantos 2. Il Dr. Serravezza, presidente della Lilt, sezione provinciale di Lecce, si augira che si tratti di un tavolo di analisi e di decisionalità al quale accostrsi con animo sereno per consentire e un contraddittorio sincero e intellettualmente onesto; un dibattito dove, a farla da padrone, saranno solo i dati scientifici provenienti da fonti indipendenti, al fine di suscitare una dialettica argomentata e super partes. “Lo sforzo che auspico – afferma Serravezza – è grande, specie dopo le parole grosse volate in questi mesi, che non hanno risparmiato nessuno. Ma, negli stessi mesi, abbiamo anche visto che il risultato non è altro che l’inasprimento degli animi e la chiusura e la rigidità del pensiero, oltre alle infinite sequele di accuse, smentite e rimandi, che hanno finito per svilire i nodi della questione e confondere, forse, i meno assidui al dibattito e i non addetti ai lavori. L’appuntamento di giovedì è l’occasione ulteriore per confrontare le posizioni e i convincimenti dei favorevoli quanto dei contrari alla centrale, ma – condizione imprescindibile – che il tutto avvenga nel comune sforzo di portare chiarezza informativa, per giungere a ponderate valutazioni, mettendo sulla bilancia i vantaggi e gli svantaggi dei SI’ e dei NO. Una modalità di partecipazione pubblica che condusse, nel caso della Città di Lecce, a deliberare unanimemente il non insediamento del progetto 'Heliantos 1', centrale gemella a quella che sarà oggetto del nostro Consiglio Comunale aperto alla discussione. Del resto, il lavoro di medico mi insegna quanto sia opportuno, nell’interesse della migliore opzione clinica da proporre, tenere sempre in conto le ricadute che ogni scelta comporta per il paziente. Non esiste un percorso di cura valido per tutti i malati della stessa patologia, così come non esiste una cura che, insieme ai benefici, non contempli anche dei malesseri, talvolta pure molto seri. Questo stesso ragionamento, la Lilt lo applica nel suo agire quotidiano, sia nell'interesse del singolo individuo (cosa proporre, quali servizi offrire, come migliorarne le condizioni di salute) sia nell’interesse della collettività (la centralità della Prevenzione Primaria, l’attivazione del primo Registro Tumori locale, i servizi Lea, quando non è il pubblico a erogarli nonostante l’obbligo per legge (v. Assistenza Domiciliare Oncologica), il costruendo Centro Ilma per la didattica, per svolgere ricerca indipendente sulle cause ambientali dei tumori a incidenza locale significativa, per assicurare riabilitazione fisica, psicologica e sociale ai malati, ex-malati e loro familiari). E’ in questa cornice di attenzione e di tutela della Qualità della Vita – nello stato di salute come nello stato di malattia – che si colloca il concetto di “Star Bene”, che la Lilt persegue come obiettivo principe: un paradigma concettuale, con a base l’inscindibile binomio uomo-ambiente, che orienta le sue prassi. Dalle fonti ufficiali accreditate, si originano le nostre conoscenze che informano, poi, il senso e la direzione del nostro agire. Così: – dai dati Istat aggiornati apprendiamo del tasso grezzo di mortalità (in provincia di Lecce, nel 2004, è stato di 3,1 punti percentuali superiore rispetto alla media pugliese: si sono verificati 240 decessi in più per tumore rispetto a quelli attesi). – dai report dell’Osservatorio Epidemiologico “Atlante delle cause di morte della Regione Puglia – Anni 2000/2005” apprendiamo le correlazioni dei decessi per le distinte patologie tumorali, nell’uomo quanto nella donna (dal 1990 al 2005 ogni anno i decessi per cancro polmonare e mammella sono aumentati). – dall’edizione 2006 “Stato di salute della popolazione pugliese” elaborato dall'Osservatorio Epidemiologico Regione Puglia conosciamo le aree geografiche a più alto tasso di mortalità per le patologie oncologiche maligne con sede nell’apparato respiratorio (trachea, bronchi, polmoni) e appuriamo che il Salento rientra purtroppo tra queste zone. – dagli studi dell'Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente (Arpa Puglia – Rapporto sulle emissioni in atmosfera dei complessi Ipcc) leggiamo le percentuali di Anidride Carbonica (CO2), Diossine (Pcdd, Pcdf), Idrocarburi Policiclici Aromatici (Ipa), Monossido di Carbonio (Co), Particolato (Pm), Benzene (C6H6), Ossidi di Azoto (NOx) e Ossidi di Zolfo (SOx) e constatiamo che, tutti, raggiungono valori altissimi, i più elevati rispetto a tutte le altre regioni del Paese. Tanto per sottolineare l’enorme divario tra le percentuali di emissioni riscontrate in Puglia e quelle presenti nella regione posizionata al secondo posto, riportiamo: CO2 21,23 in Puglia e 13,34 Lombardia Diossine 91,96 in Puglia e 4,32 Lombardia IPA 95,48 in Puglia e 2,98 Umbria CO 81,11 in Puglia e 3,69 Lombardia PM 62,23 in Puglia e 7,91 Sardegna C6H6 46,13 in Puglia e 26,16 Sicilia NOx 19,63 in Puglia e 11,65 Sicilia SOx 23,27 in Puglia e 21,20 Sicilia Proprio per queste elevatissime percentuali, la Comunità europea ha intimato alla Regione di ridurre sensibilmente le emissioni, pena una salatissima multa. E, sempre a riguardo delle emissioni, in data 14/10 u.s. la Asl Le inviò alla Regione parere igienico-sanitario negativo su 'Heliantos 2' : '…permangono perplessità riguardanti aspetti cruciali del potenziale impatto della centrale sulla salute degli abitanti della zona, con particolare riferimento alla composizione della biomassa impiegata; è noto infatti ad esempio che la provenienza e le modalità di coltivazione influenzano il contenuto di IPA, diossine, furani e metalli pesanti nelle emissioni'. A tali evidenze statistico/epidemiologiche e di pronunciamento della Asl locale, la Lilt aggiunge altre osservazioni, quali: 1. l’aumento dell’incidenza dei tumori, in particolare le forme notoriamente correlate a fattori ambientali (polmone, vescica, leucemie e linfomi); 2. gli effetti tossici e bioaccumulabili degli inquinanti riscontrati in atmosfera che comportano danni a distanza, sia nel singolo che nella specie; 3. i rischi connessi alla loro azione combinata che, al momento, è totalmente sconosciuta; 4. l’area industriale di Casarano, ove andrebbe a insediarsi la centrale Heliantos 2, già ospita numerosi impianti ad elevato impatto ambientale. Pertanto, si ritiene necessario, nell’interesse superiore della tutela e del rispetto della salute collettiva, di richiamarsi e di far prevalere: – il principio della precauzione (art. 15 della Dichiarazione di Rio, giugno 1992, ratificato dall’Unione Europea)‏ e – il principio della sostenibilità. Rivolgo pertanto un appello, al Sindaco e a tutti i Consiglieri Comunali, di far prevalere entrambi questi principi, unitamente al senso di responsabilità e al dovere etico di tramandare alle generazioni a venire un territorio ancora vivibile per le scelte di modelli di sviluppo eco-sostenibili che lo hanno preservato 10 dicembre 2010 – 'Heliantos2 è difforme dalle linee guida nazionali sulle rinnovabili' Ennesimo intervento della sezione provinciale della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) contro il progetto della centrale a biomasse di Casarano. Con una lettera indirizzata al presidente della Regione, Nichi Vendola, al direttore dell’Arpa, Giorgio Assennato, e a diversi assessori regionali, il presidente della Lilt, Giuseppe Serravezza, chiede ancora una volta che l’iter del progetto relativo a “Helianthos 2” venga fermato. Secondo l’oncologo, le “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”, pubblicate di recente con Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, “e che saranno recepite nella normativa regionale di prossima emanazione, sanciscono in modo definitivo e perentorio la difformità della centrale in oggetto da ogni corretto criterio di inserimento nel contesto energetico e ambientale della Regione”. Dopo aver spiegato, in linea teorica, il ruolo essenziale della cogenerazione in impianti alimentati a biomasse, per Serravezza «appare inaccettabile autorizzare un impianto in cui circa la metà del calore prodotto, oltre 20 megawatt, sufficiente a riscaldare una popolazione di qualche migliaio di abitanti, viene semplicemente riversato in ambiente» e confida che le autorità preposte “non consentiranno un simile scempio di elementari principi nell’uso efficiente dell’energia, che si tradurrebbe in un sensibile peggioramento delle condizioni ambientali e sanitarie del nostro territorio”. Intanto, si attende la convocazione del Consiglio Comunale, da parte del suo presidente Paolo Zompì, che dovrà discutere del progetto. Il presunto temporeggiamento di Zompì “rammarica” il circolo cittadino di “Sinistra, ecologia e libertà” che, con una nota, vede “un’amministrazione gestita in maniera mediocre ed in taluni momenti percepiamo che le decisioni che contano sono prese all’oscuro di molti ed in sedi per a istituzionali. Questo modo di fare – prosegue Sel – che ricalca metodi vecchi e da prima repubblica, danno il senso di quello che la città sta subendo. Il concetto elementare stesso di democrazia ci sembra calpestato ed offeso, quando non addirittura messo al servizio della volontà dei pochi”. Sull’argomento interviene anche Piergiorgio Caggiula, responsabile cittadino di “Italia dei Valori”. “Siamo alle comiche finali – scrive Idv – la barca, inesorabilmente, va incontro al suo fatale destino, segnato dalle troppe incongruenze e dai troppi conflitti di interessi, ma c’è chi inopinatamente cerca, destreggiandosi e nascondendosi dietro chissà quali cavilli burocratici, di eludere i propri doveri. Mezzucci da prima Repubblica o meglio ancora da repubblica delle banane”. Articoli correlati Forum Salute e Ambiente: solidarietà per Serravezza (6 dicembre 2010) Heliantos2: impedire Consiglio (8 dicembre 2010)

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment