Corte dei Conti: a Nardò irregolarità contabili

Donadei e Adriano di “Nuovocorso” e Capoti de “La Città” denunciano la gestione delle casse comunali da parte dell'amministrazione Vaglio

La Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti per la Puglia, con la deliberazione n. 123/PRSP/2010 ha affermato che “dall’analisi della relazione al rendiconto dell’anno 2008 del Comune di Nardò e dalle complessive risultanze istruttorie si ravvisano elementi di grave irregolarità contabile (…)”. “Anche la Corte dei Conti certifica la scriteriata gestione delle casse comunali realizzata in questi anni da parte dell’Amministrazione Vaglio – affermano Salvatore Donadei e Adriano Muci di Nuovocorso per Nardò e Oronzo Capoti de La Città – e che abbiamo denunciato in tutte le sedi, arrivando a sostenere le nostre ragioni sino al Consiglio di Stato, che poco più di due mesi fa aveva riscontrato le irregolarità nell’approvazione dello stesso atto, il Bilancio di previsione esercizio finanziario 2009-2011.” Diverse le motivazioni che hanno portato la Corte dei Conti ad esprimere un parere così fortemente negativo. Innanzitutto, spiegano i consiglieri, una non corretta imputazione di alcune voci di bilancio, in particolar modo relativamente a entrate da permessi a costruire, Tia e spese per la gestione del servizio di smaltimento rifiuti, ma anche e soprattutto i molteplici impegni di spesa assunti a fronte del mancato accertamento delle entrate a copertura delle stesse e la palese violazione dei principi contabili previsti dal d. lgs. 267/2000 in merito alla formazione di debiti fuori bilancio, per i quali, per un lunghissimo periodo (esercizi 2003-2009) si è omesso il riconoscimento, da effettuarsi, invece, secondo quanto previsto dalla legge, con cadenza almeno annuale. “Proprio in merito a questo ultimo aspetto, oltre a denunciare tale dissennata condotta, evidenziammo già a suo tempo – affermano Donadei, Muci e Capoti – il risvolto grottesco della vicenda dei pareri legali richiesti sui debiti fuori bilancio, i quali hanno generato nuovi debiti fuori bilancio, oltre a far ulteriormente lievitare la voce dei costi relativa alle spese legali, vera e propria 'piaga' da noi smascherata ormai da anni, con uno spreco di risorse che ci ha fatti indignare, a fronte di un ufficio legale interno all’ente comunale. La Corte dei Conti ha sottolineato come proprio per tali prestazioni professionali, in alcuni casi non sia stato assunto alcun provvedimento di impegno di spesa.” “Il quadro che emerge dalla deliberazione della Corte dei Conti e dalla precedente ordinanza del Consiglio di Stato – concludono gli esponenti – è quello di un marasma generalizzato nella gestione della casse comunali, con numerose irregolarità generate dalla totale dicotomia tra funzione politica e amministrativa e da una conduzione delle risorse pubbliche improntata a criteri che a hanno a che vedere con la salvaguardia del bene comune”.

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