Acqua: la Consulta rigetta il ricorso della Regione

Definito inammisibile, riguardava il decreto Ronchi, in particolare la privatizzazione del servizio idrico, dichiarato di esclusiva competenza statale

La Corte Costituzionale ha rigettato, dichiarandoli infondati o inammissibili, i ricorsi presentati dalle Regioni, Puglia compresa, riguardanti diverse norme del decreto Ronchi sui servizi pubblici locali, in particolare sulla privatizzazione dei servizi idrici. La Consulta ha escluso che sia stata lesa la competenza regionale in quanto “le regole che concernono l'affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, ivi compreso il servizio idrico, ineriscono essenzialmente alla materia 'tutela della concorrenza', di competenza esclusiva statale”. “Dire che ce l'aspettavamo sarebbe eccessivo perché nasconderebbe la speranza di spuntarla che avevamo coltivato, ma dire diversamente che avevamo previsto il rischio d'insuccesso dell'impugnazione è affermazione di verità. Di tanto possono essere chiamati a testimoniare tutti i consiglieri regionali di tutti i gruppi politici, che con lealtà e serietà hanno partecipato e stanno partecipando all'esame del disegno di legge nelle commissioni. Proprio alla luce dell'alta probabilità d'insuccesso sulla questione della non rilevanza economica del servizio, infatti, sin dalla prima stesura del disegno di legge abbiamo inserito il principio secondo cui in Puglia si può procedere ad affidamento diretto del servizio in virtù della particolare conformazione geomorfologica del territorio e delle relative difficoltà oggettive nel sistema di captazione ed adduzione della risorsa idrica. Quest'ultimo è un principio conforme alla legge che la Corte costituzionale ha ritenuto immune da censure, perchè tale possibilità è espressamente prevista. Per questa ragione, la nostra opinione è che l'esame del disegno di legge può continuare ed il Consiglio regionale può approvare, anche assumendo particolari cautele in considerazione del fatto che la concessione del servizio ad Aqp scadrà nel 2018. Ma quest'ultima è decisione che spetta al Consiglio regionale”.

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