Biomasse: a chi interessano e nell’interesse di chi

Prima la fidejussione da un milione e 350mila euro. Ora la centrale a biomasse. Uffici tecnici e Consiglio comunale impegnati a dirimere (e risolvere) questioni legate agli interessi della famiglia De Masi

E ci risiamo. Ancora una volta il sindaco Ivan De Masi impegnato a destreggiarsi tra gli interessi imprenditoriali (legittimi, ben inteso) della sua famiglia e gli interessi della comunità che lo ha eletto. Interessi che, secondo il modesto parere di chi scrive, sono in clamoroso conflitto. Prima la fidejussione: il Comune di Casarano, dunque i cittadini, chiamati a mettere mano al portafoglio per tappare (speriamo non accada) futuribili buchi nel bilancio della Virtus Casarano, associazione sportiva dilettantistica facente capo alla famiglia De Masi. Il Consiglio Comunale, come è noto, ha approvato una fidejussione solidale di un milione e 350mila euro: soldi che dovranno pagare i cittadini se la Virtus non potrà far fronte alle banche e ai creditori. Ora la centrale a biomasse: nell’ultima conferenza dei servizi il Comune aveva presentato un documento pilatesco: un certificato di conformità urbanistica. Era un vecchio documento che gli uffici tecnici (era sindaco Venuti) avevano emesso in risposta a un quesito della Provincia che più o meno suonava così: si può fare una ipotetica centrale a biomasse nella zona industriale di Casarano? La risposta, ovvia, era: si, essendo un impianto produttivo si può realizzare in zona industriale. Non era un parere specifico su ‘quel’ progetto, sulla volumetria, sull’imponenza dell’impianto, sull’impatto che avrebbe quel tipo di produzione fatta in una zona abitata qual è la zona pip di Casarano. Né tanto meno un parere ‘politico’ del Consiglio comunale, che pure sarebbe doveroso: trattandosi di un impianto con conseguenze gravi sulla vita della comunità, i consiglieri dovrebbero esprimere il proprio ‘si’- o ‘no’, ciascuno in rappresentanza di chi li ha votati. Parere che, è bene precisarlo, è richiesto dalla conferenza dei servizi, dove sono chiamati ad esprimersi tutti i portatori di interessi (e di responsabilità) relativi ad una certa opera. Se il Comune non dovesse presentare alcun documento – né degli uffici tecnici né del Consiglio – varrebbe il silenzio assenso. Un silenzio assordante, che farebbe fischiare le orecchie al Pd, che già si è espresso negativamente sulla fidejussione. Nel giro di pochi giorni, la discussione politica di Casarano ancora una volta è fagocitata dagli interessi personali che ruotano attorno al sindaco. La piccola Casarano si trova, come la povera Italia, con un leader troppo occupato a far quadrare i propri conti e a difendere i propri interessi per potersi proficuamente occupare dei conti, degli interessi e della salute dei cittadini. Non serve fare esempi, perché dalla pianificazione strategica, al sapone, carta e carta igienica nelle scuole primarie – di responsabilità del Comune – tutto a Casarano manca ed è in un lento e inesorabile degrado. Girano voci di una riunione carbonara tenutasi in una lussuosa abitazione per isolare alcuni esponenti della maggioranza avversi alla gestione personalistica del bene dimostrata finora da De Masi, nel caso si dovesse portare nel Consiglio comunale la decisione. Se fosse vero sarebbe un’ulteriore riprova di quel conflitto d’interessi, contrari agli interessi collettivi. Ma ce ne sarebbe poi bisogno? Di un’ulteriore prova, intendo. Il re non è già nudo?

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