L'indagine permise di smantellare una vasta organizzazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e portò all'arresto di 34 persone
Quasi due secoli di carcere sono stati chiesti complessivamente, per i quindici imputati che hanno scelto il rito ordinario, dal pubblico ministero Maria Cristina Rizzo nella requisitoria del processo scaturito dalla cosiddetta “Operazione nascondino”. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Maglie, portarono il 9 aprile del 2008, all’arresto di 34 persone. L'operazione permise di smantellare una vasta organizzazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. La droga, in particolare eroina, era solitamente nascosta nei muretti a secco delle campagne tra Giurdignano e Palmariggi, per essere poi smistata in numerose piazze dei comuni compresi in un’area molto estesa del sud Salento. Lo spaccio, secondo la ricostruzione accusatoria, avveniva, attraverso una fitta e capillare pianificazione di ruoli e strategie stabiliti all’interno dell’organizzazione. Per Giuseppe Strumiello, detto Giò, originario di Palmeriggi e Graziano Mariano di Nociglia, considerati i promotori dell'organizzazione, l’accusa ha chiesto una condanna a trent’anni di reclusione. Condanne pesanti sono state invocate anche per Davide De Giuseppe, 18 anni e 9 mesi, Giovanni Greco e Paolo Vadrucci, 17 anni, e Francesco Marco Amato, 13 anni e 8 mesi. A dare avvio alle indagini furono alcune morti sospette per overdose, avvenute tra il giugno e dicembre del 2006 nel basso Salento. In particolare gli inquirenti ipotizzarono che fosse in commercio una partita di eroina troppo pura o tagliata male. Attraverso l’analisi del telefono cellulare e della rubrica appartenuti all'ultima vittima, gli inquirenti riuscirono a ricostruire la rete dei fornitori. Ora la parola passa ai legali degli imputati. La decisione del collegio, presieduto dal giudice Carlo Cazzella, è attesa per il mese prossimo.
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