Ancora sbarchi. Sequestrato il gommone utilizzato dagli scafisti

Torre Pali. Rintracciati 21 clandestini, di etnia verosimilmente afgana, dalle pattuglie della Guardia Costiera di Gallipoli

AIle prime luci dell’alba, una pattuglia della Guardia Costiera di Gallipoli in servizio di polizia marittima, ha intercettato alcuni clandestini in località “Torre Pali” del Comune di Salve, mentre si aggiravano, a piccoli gruppi e spauriti, lungo la strada litoranea, probabilmente sbarcati pochi minuti prima dal gommone che li aveva appena traghettati. I conducenti del gommone, forse impauriti dalla presenza di mezzi nautici della Guardia Costiera, hanno preferito abbandonare il gommone in prossimità della torre piuttosto che affrontare un probabile e pericoloso, per loro, inseguimento da parte dei mezzi nautici militari. Il gommone, oggetto di sequestro, appartiene alla tipologia usualmente utilizzata dagli scafisti per il traffico di esseri umani e potrebbe essere partito, come già accaduto in passato, poche ore prima dalle coste settentrionali della Grecia. Si tratta di moderno battello pneumatico della lunghezza di otto metri, motorizzato con due potenti motori da 250 cavalli ciascuno, capaci di spingerlo facilmente ad una velocità di oltre 50 nodi con mare calmo. La presenza di mare formato da scirocco, tuttavia, non consente a tale tipologia di mezzi di esprimere il loro potenziale, diversamente da quanto accade per i mezzi della Guardi Costiera che, progettati per operare in situazioni estreme, danno il meglio di sé proprio con onda formata o mare agitato. Proprio tale considerazione, forse, è stata alla base della decisione degli scafisti di non darsi alla fuga preferendo, semmai, sopportare la perdita del gommone il cui valore si aggira intorno ai 70.000 euro. Sono stati rintracciati a terra 21 clandestini, di etnia sedicente afgana, dalle pattuglie della Guardia Costiera, dei Carabinieri e della Polizia di Stato. I migranti, riuniti presso la sede della Guardia Costiera di Torre San Giovanni d’Ugento, sono stati successivamente accompagnati presso il Centro “Don Tonino Bello” di Otranto per le procedure di identificazione, mentre sono in atto indagini per riuscire ad individuare gli scafisti che probabilmente si confondono tra gli stessi migranti.

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