Torna a rivivere in tutto il suo splendore il “villino”, acquistato dall’avvocato Antonio Manco a un’asta fallimentare
Torna a rivivere in tutto il suo splendore Villa Capozza, uno dei luoghi della memoria dei casaranesi. La villa in stile liberty, costruita in vari periodi tra il tardo Settecento e l’inizio del XX secolo, era considerata una delle dimore nobiliari più belle dell’intero Salento, incastonata nel verde ai piedi della collina della Madonna della Campana. Dopo vent’anni di assoluto abbandono, che l’aveva ridotta a rudere, nel 2008 il “villino” è stato acquistato dall’avvocato Antonio Manco a un’asta fallimentare. Il legale ha deciso di trasformarlo in resort e struttura per ricevimenti. E’ partita così l’appassionante ristrutturazione della villa con un’operazione di recupero degli elementi e dei materiali originali che sfiora il maniacale. Intere generazioni di casaranesi hanno un ricordo del “villino Capozza”, luogo di ritrovo adolescenziale in una zona rimasta incantevole, nonostante gli scempi edilizi degli ultimi anni, destinata secondo le prescrizioni del Piano Regolatore a diventare parco pubblico. E di scempi ne ha subiti anche la splendida dimora durante il periodo di abbandono, diventata bersaglio preferito di bande di vandali e persino misterioso luogo di culti esoterici e messe nere inneggianti a Satana. Il nucleo originario del “villino” era costituito da una grande masseria, di proprietà della famiglia nobile De Donatis, costruita verso la fine del ‘700. La costruzione passò ai Capozza, imprenditori originari di Molfetta, noti per l’omonima distilleria, per via matrimoniale. La masseria, infatti, era la dote di Francesca De Donatis, figlia di Liborio e Agnese Zuccaro, quando andò in sposa a Luigi Capozza, matrimonio celebrato il 31 marzo 1888. La struttura attuale, con il caratteristico torrione asburgico, prese forma intorno al 1918. Capozza decise di ampliare la dimora estiva di via Maggia e si affidò a un architetto austriaco, suo amico, conosciuto ai tempi dell’università di Innsbruck. L’architetto disegnò la struttura (il primo piano è rimasto incompiuto), realizzando un’opera unica nel suo genere, costituita dall’incrocio tra una classica masseria salentina e elementi architettonici dell’Europa centrale. La ristrutturazione, ancora in corso, ha l’obiettivo primario di mantenere gli elementi originari. La facciata della villa è stata realizzata in coccio pesto nei colori rosa antico e giallo ocra; l’arco della porta laterale sinistra e le pietre sono state ripulite; recuperati gli infissi originali, così come alcuni affreschi e i magnifici pavimenti a mosaico a sei colori (gli autori sono i fratelli Peluso, gli stessi della galleria Vittorio Emanuele di Milano). La villa diventerà una struttura ricettiva con sale per ricevimenti e nove suite da 70 mq. L’inaugurazione è prevista per Pasqua, ma ci sono già una decina di prenotazioni a partire dal mese di giugno 2011. In città sono spuntati alcuni manifesti che annuncia la riapertura del “villino” e a molti sono ritornati ricordi lontani. “Vogliamo che ogni casaranese se lo senta suo – ha affermato Agnese De Donatis, wedding planner del resort – il giorno dell’inaugurazione apriremo le porte a tutti affinché si riapproprino idealmente di questa magnifica struttura”.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding