Bacini di Ugento: esposto del locale circolo di Legambiente

E' segnalata l'esistenza di uno scarico di acque reflue che sbocca nel tratto “Risetani – Colatisi”

Il circolo di Legambiente Ugento – Torre San Giovanni, attraverso i suoi legali, Elena Gioffreda e Carlo Barone del Ceag (Centro di azione giuridica) rende noto che nella giornata del 27 settembre, ha presentato un esposto presso il Tribunale di Lecce, indirizzato al Procuratore Capo, Cataldo Motta, e sottoscritto da Silvana Basile (in qualità di legale rappresentante pro – tempore del circolo) per denunciare la drammatica situazione dei bacini di Ugento. L'esposto fa seguito alla denuncia già inoltrata al Comandante del Noe lo scorso mese di giugno. Si segnala, in località Torre San Giovanni, frazione del Comune di Ugento, l’esistenza di uno scarico con recapito finale in acque superficiali, più precisamente delle acque reflue, “depurate” presso l’impianto di Ugento in contrada “Livino” che sbocca nel tratto “Risetani – Colatisi” nei Bacini di Ugento, oggi in gran parte ricadenti nel perimetro del Parco Naturale Regionale “Litorale di Ugento”. Sulla base di quanto Silvana basile ha potuto personalmente verificare, possono essere fornite le seguenti informazioni. “1. Lo scarico risulta proveniente dal depuratore di Ugento, ubicato in contrada 'Livino' all’interno del quale viene svolta l’attività di depurazione delle acque e dei liquami proveniente dalla rete fognaria di Ugento e, soprattutto nei mesi estivi, dallo smaltimento dei reflui contenuti nei pozzi neri delle località costiere, non servite ancora da fognatura nera, lì trasportate da ditte private del territorio, addetto allo smaltimento dei liquami suddetti. 2. Lo scarico viene effettuato con frequenza pressoché costante ed è tuttora attivo; 3. In data 29 maggio 2010, detto scarico risulta aver determinato nel corso ricettore i seguenti effetti immediatamente percettibili: diversa colorazione delle acque, per lo più di colore biancastro, e presenza di schiuma e di fanghi provenienti da cattiva depurazione; 4. Gli effetti sopra descritti non ritengo che possono essere dovuti a cause accidentali, visto che il fenomeno si ripete, in maniera quasi ciclica, da ben tre anni e sempre alla fine di maggio, spesso accompagnato inoltre da insopportabile odore di cloaca. Detta situazione di grave inquinamento ambientale è stata accertata da numerose certificazioni della Arpa di Lecce, che si allegano in copia, oltre diverse fotografie che raffigurano lo stato dei luoghi. A fronte di tale degrado ambientale, rimango sbigottita dell’inerzia della Provincia, ente preposto in ordine alla vigilanza di scarichi e depurazione, e del Consorzio di Bonifica Ugento e Li Foggi per omessa manutenzione straordinaria nella fattispecie dragaggio”. Dopo quanto esposto, la Basile chiede che “venga verificato se nelle condotte relative alla costruzione ed alla gestione del suddetto impianto di depurazione siano ravvisabili fatti penalmente rilevanti” e dichiara, inoltre, che “nell’ipotesi in cui dovessero ravvisarsi reati punibili a querela di parte, il presente esposto deve ritenersi quale valida condizione di procedibilità nei confronti degli indagati, con espressa richiesta di punizione per tutte le ipotesi di reato in concreto ravvisate. Ci si riserva di costituirsi parte civile nel procedimento penale a carico degli indagati per la rifusione dei danni”. Infine, ai sensi dell’art. 408 c. p. p. chiede “di essere informati della richiesta di archiviazione dell’eventuale procedimento dovesse aprirsi”.

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