I giudici del Riesame dovranno decidere se far sottoporre Vittorio Colitti ad ulteriori esami specialistici
Bisognerà attendere ancora prima di conoscere la decisione del Tribunale del Riesame di Lecce sulla richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Vittorio Colitti, il 67enne accusato, in concorso con il nipote Vittorio Luigi, dell’omicidio di Peppino Basile, il consigliere dell’Italia dei Valori assassinato ad Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno del 2008. Il collegio di periti nominato dal Tribunale per stabilire la compatibilità del regime carcerario con le condizioni di salute di Colitti, infatti, ha chiesto che l’agricoltore ugentino sia sottoposto ad ulteriore accertamenti clinici. In particolare che Colitti sia ricoverato presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per essere sottoposto ad esami cardiaci approfonditi. Nei prossimi giorni il collegio, composto dal presidente Vincenzo Pellerino e dai giudici Stefano Sernia e Francesca Mariano, deciderà in merito alla richiesta dei consulenti, chiamati a rispondere su otto diversi quesiti riguardanti lo stato di salute dell’uomo. E’ la seconda volta che i giudice del Riesame sono chiamati a esprimersi sulla richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dall’avvocato Francesca Conte dopo la sentenza della Corte suprema di Cassazione che nei mesi scorsi ha anato, accogliendo il ricorso presentato dalla difesa, l’ordinanza dell’undici dicembre 2009 con cui il Riesame aveva confermato la custodia cautelare in carcere. A motivare la sentenza della Cassazione due aspetti fondamentali: innanzitutto l’attendibilità della piccola testimone oculare dell’omicidio, uno dei punti cardine della tesi accusatoria. Due aspetti che sembrano, però, non convincere i giudici del Riesame che hanno già ritenuto “non dirimenti le questioni sollevate in ordine alla gravità indiziaria, rilevando, sulla scia di quanto già ritenuto dal Tribunale del Riesame per i minorenni, che le dichiarazioni rese dalla minore appaiono prima facie attendibili”, e che “le dichiarazioni rese dal collaboratore dì giustizia, l’inattendibilità delle stesse deriva dalla loro contraddittorietà”. Nelle prossime ore il Csm deciderà sulla possibilità di rinnovare l’applicazione a Lecce per tutta la durata del processo Basile al sostituto procuratore minorile, Simona Filoni, oggi in servizio a Caltanisetta e già titolare dell’inchiesta.
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