Rassegna sulle nuove produzioni di pianisti e compositori del panorama nazionale e internazionale. Dal 4 al 10 settembre
“Suoni a sud” nasce quattro anni fa come rassegna dedicata alla nuove produzioni d’autore con particolare attenzione a pianisti e compositori del panorama nazionale ed internazionale, e alle nuove e significative produzioni femminili. L’esperienza maturata nei workshop e nei masterclass ha portato allo sviluppo dell’idea di Residenza Artistica. L’incontro, lo scambio, il dialogo tra artisti locali e nazionali, l’interesse dei giovani coinvolti nelle sezioni di formazione, l’afflusso di pubblico agli eventi aperti ha fatto sentire forte l’urgenza della creazione di uno “spazio” aperto di dialogo e incontro, di un “tempo” fermo, d’ascolto. Così l’associazione culturale “L’Orchestrina” ha dapprima aperto il dialogo con due associazioni culturali già sensibili a quest’urgenza (La fabbrica dei gesti e Manigold), successivamente ad artisti del territorio come Emanuele Coluccia, Elia Sabato e Redi Hasa, trovando nella psicointerprete d’arte Tiziana Dollorenzo Solari un supporto e riuscendo, infine, a coinvolgere l’eccezionale percussionista di origini brasiliane Eduardo Guedes. Per una settimana, un gruppo di artisti sarà immerso nel lavoro di gruppo, tra musica, danza e teatro, per sperimentare, attorno alla creazione di uno spettacolo, in uno spazio aperto alla condivisione e alla congiunzione tra il pensare e l’agire culturale. Per una settimana, un gruppo di artisti sperimenterà, un nuovo modo per vivere da vicino la quotidianità di un luogo, il villaggio “Campo Verde” adiacente all’Oasi Wwf in località “Le Cesine”, luogo, fisico e non, di incontro e aggregazione attorno ad interessi culturali comuni. Martedì 7 settembre la Residenza si aprirà al pubblico per una serata dai toni conviviali, densa di incontri con significativi ospiti, all’insegna del confronto e dello scambio culturale, aperta alla ricezione di qualsivoglia forma di suggestione che contribuisca ad arricchire il lavoro residenziale. Venerdì 10 settembre, a conclusione della settimana di lavoro in Residenza, verrà proposta una prima della creazione. Artisti in Residenza: Emanuele Coluccia, Duda Guedes, Redi Hasa, Claudio Prima, Irene Scardia (Musicisti) Elia Sabato (Scultore), Stefania Mariano (Danzatrice) e Tiziana Dollorenzo Solari (Psicointerprete d'arte). La Residenza Suoni a sud è organizzata in collaborazione con il Residence Campo Verde e con il Patrocinio di Comune, Provincia e Apt di Lecce. Per informazioni e dettagli Mailto: [email protected] Cos’è una Residenza Artistica? Le residenze artistiche nascono per soddisfare bisogni e necessità di artisti (arti figurative, danza, musica…) e della comunità. Dalla difficoltà di trovare luoghi e tempi in cui poter esprimere la propria creatività e dar vita alle proprie creazioni liberamente, in un contesto libero dalle pressioni del mercato e del sistema dell’arte e dell’intrattenimento nasce l’idea di attivare contesti di scambi culturali che permetta agli artisti di potersi dedicare a tempo pieno al proprio lavoro, per un periodo che può variare da una settimana ad un mese, in un luogo accogliente e che trasmetta la creatività, la positività e “l’energia” degli artisti residenti. In cambio dell’ospitalità gli artisti condividono il proprio percorso artistico con il luogo di residenza e con tutta la comunità; vale a dire che ad ogni residenza corrisponde uno spettacolo, una performance, un concerto. Le residenze artistiche creano un circolo virtuoso all’interno del quale, oltre allo scambio tra la comunità e gli artisti, si favorisce l’incontro e lo scambio tra artisti di diverse provenienze e discipline rendendo il luogo della residenza un luogo di produzione di eventi e performance unici ma ripetibili. I benefici per la comunità? Enormi! Uno su tutti: il moltiplicarsi di eventi culturali che possono essere dislocati all’interno della rete di servizi culturali della città ed eventualmente nutrire i percorsi già attivati dal territorio. Le residenze, poi, concorrono in maniera significativa alla creazione di un pubblico responsabile e consapevole grazie all’incontro con gli artisti che, presentando il proprio lavoro, illustrano i propri processi creativi ed hanno la possibilità di confrontarsi con un pubblico che non è più soltanto fruitore della performance, ma diventa un interlocutore attento e sensibile in quanto partecipe nell’atto della creazione. Il Salento per storia, tradizione e vocazione luogo ospitale e di transito, e’ la cornice ideale per sviluppare progetti residenziali legati all’arte e alla cultura contemporanea. Gli artisti in residenza Eduardo Guedes Eduardo Guedes, batterista, percussionista, autore, educatore, originario di Porto Alegre, Brasile del sud, dove ha acquisito la laurea in legge. Nella sua città natale ha registrato e suonato con Nei Lisboa, Neto Fagundes, Mano Sà, Mutuca E Os Animais e molti altri. Si è trasferito a NYC nel 2000. Da allora ha collaborato con molti gruppi e artisti negli States. Ha fatto parte del programma di scambio culturale Maracatu New York come perfomer, conduttore e insegnante al fianco del maestro Jorge Martins e del direttore artistico Scott Kerner. Tornato a Porto Alegre nel 2004, ha creato insieme al compositore e percussionista Esdras Bedai il gruppo Maracatu Truvaõ. Come membro del gruppo Nation Beat, ha registrato due dischi e suonato negli States, in Canada e in Brasile, tenendo residenze e workshop presso molte sedi universitarie. I suoi studi musicali includono il diploma al Drummers Collective, lezioni di batteria con Airto Moreira e Nanà Vasconcelos, lezioni di Taiko con i giapponesi del Kodo Group. Le sue collaborazioni e registrazioni più recenti sono quelle con: M'Lumbo, Cyro Baptista’s Beat the Donkey, Frank London and the Klezmer All Stars, Rob Curto's Forro for All, Viv e os Timoneiros (Brazil), Michael Hardie, The Myla Hardie Family Band, Clay Ross and Annette A. Aguilar. E' endorser per Vic Firth e LP e fa parte del team di educatori di entrambe le compagnie. E' nel roster degli artisti-insegnanti per Young Audiences of NY e la Brooklyn Philarmonic. E' autore/editore del libro “Brazil for Drum Set – Vol 1, Northeast” (Tunesguedes Publishing). Emanuele Coluccia “Emanuele Coluccia è dotato di un talento oltre misura. […] la sua creatività è altamente apprezzata a NY.” Kenneth MacKenzie, pianista/compositore/insegnante “…il suo coraggio è un attributo che lo guiderà lungo la strada della musica innovativa.” Jason Moran, artista Blue Note Ha suonato professionalmente in Italia sin dal 1989, sia come leader che come 'sideman'. Durante Umbria Jazz 1999 ha partecipato a delle performance improvvisate con Jason Moran, Taurus Mateen, Eric Harland e Pat Metheny. Alla fine del 1999 Emanuele si trasferisce a New York, dove suona in vari gruppi e in molti club, fra cui: Cleopatra's Needle, Lounge 32, Kavehaz, Galapagos, Niagara, No Moore, Vivaldi, Sugar Bar, Satalla, Joe's Pub. L'esperienza d'Emanuele come musicista 'freelance' include registrazioni e performance con la cantautrice americana Myla Hardie, l'artista afro-jazz Alain Kodjovi (Babatunde Olatunji's Drums Of Passion), la cantante italiana Greta Panettieri, il trombettista/compositore tedesco Volker Goetze, il cantautore francese Chris Combette, un breve tour italiano con il trombettista newyorkese Greg Glassman e un tour in Andalucìa con il trio Malesciana partecipando al Parapanda Etnofestival. Ha fatto parte dell’Orchestra Popolare della Notte Della Taranta nel 2005 e 2006. Attualmente collabora con Bandadriatica, Adria, Agnese Manganaro, Osunlade, Gabriele Poso & Yoruba Soul Orchestra. Redi Hasa Nasce a Tirana da una famiglia di musicisti e all'età di 7 anni inizia lo studio del violoncello, proseguendo presso la scuola di musica “Virtuosi di Tirana” e poi presso l'Accademia di Belle Arti di Tirana. Nel '98 vince una borsa di studio presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce conseguendo inoltre il diploma di violoncello presso il Conservatorio di Tirana. Consegue, inoltre, l’ulteriore diploma di violoncello presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce. Collabora con Officina Zoè, Xanti Yaca, Salento Orchestra. Musicista eclettico, con deliziose importazioni di musica orientale meravigliosamente intrecciata con musica salentina, ma che tende a convogliare le note di qualsivoglia genere musicale. Tocco caldo ed emotivamente pregno di sensazioni coinvolgenti. Ha suonato con Manigold (con cui incide il promo-cd Extradizione e partecipa ad importanti rassegne in Svizzera e Francia). Nel 2005 crea il progetto Adria, di sperimentazione e scambio delle culture musicali italiane e albanesi insieme a Claudio Prima e Emanuele Coluccia e collabora con Enza Pagliara e il progetto Assurd. Nel 2006 con i Manigold vince Arezzo Wave Love festival ed è finalista nazionale al concorso PrimoMaggiotuttol’anno. Nell’aprile 2006 partecipa ad una sessione di musica estemporanea insieme ad Anna Troisi, Cristina Atzori, Enza Pagliara, Cristina Vetrone, Manuela Salinaro. Nel 2006 entra a far parte del progetto BandAdriatica e si esibisce con King Naat Veliov e la Kocani Orkestra e il coro di voci bulgare Eva Quartet. Collabora inoltre con l'Orchestra popolare italiana di Ambrogio Sparagna. Discografia: Manigold Extradizione (mini-cd) Gennaio 2005 Zoè Miracolo Cantoberon 2003 Xanti Yaca A sud di niente Music Planet 2003 Bandadriatica Contagio Finisterre 2007 Dario Muci Mandatari Anima Mundi 2007 http://www.myspace.com/redihasa Claudio Prima Claudio Prima inizia a studiare pianoforte all'età di 4 anni e prosegue l'attività musicale da giovane studiando chitarra e suonando le tastiere in alcune formazioni salentine. Nel 1993 approda alla ricerca musicale popolare e avvia l'apprendimento delle tecniche esecutive popolari del tamburello e dell'organetto diatonico. Inizia un'intensa attività teatrale e musicale partecipando a spettacoli teatrali, concerti, rassegne in Italia e in Europa. Dal 2000 al 2006 con il progetto Manigold si esibisce in festival importanti di rilievo nazionale ed europeo fra i quali la finale del Folkontest e nel 2003, La Palma a Roma, Sant'Arcangelo dei Teatri, Etnica con la partecipazione di Roberto Ottaviano, Negroamaro Festival, FIMU a Belfort in Francia, Venettnic@ a Venezia nel Padiglione della Biennale con la Boban Markovic Orkestar, Jazz-a-Luz e Jazz en Luberon in Francia (con Michel Portal, Louis Sclavis, etc.) e in importanti festival in Francia, Svizzera e Olanda e nel 2002 incide per Finisterre di Roma il cd Tracce di Sud. Nel 2003 incide per CNI il disco Marie Merci con il progetto Tabulè. Nel Dicembre 2004 suona con Teresa De Sio per il “Concerto per una Napoli legale”. Dal 2004 è organetto solista e voce nell’Orchestra della Notte della Taranta. Nel 2005 crea il progetto Adria insieme a Redi Hasa e Emanuele Coluccia proseguendo la ricerca sulle possibilità espressive dell’organetto. Nel 2006 con i Manigold vince Arezzo Wave Love festival ed è finalista nazionale al concorso PrimoMaggiotuttol’anno. Nel 2006 crea il progetto BandAdriatica e si esibisce con King Naat Veliov e la Kocani Orkestra. Nel 2007 con BandAdriatica pubblica il cd “Contagio” e conduce un progetto speciale all’interno della Notte della taranta festival con Eva Quartet, il quartetto solista delle Voci Bulgare. Nel 2008 è ideatore e promotore del progetto “Rotta per Otranto” – 15 musicisti, un veliero e 400 miglia in adriatico, esperimento di viaggio e ricerca delle musiche d’Adriatico che diventa un film documentario e un cd dal titolo Maremoto. Nel 2009 scrive le musiche per lo spettacolo teatrale “La grande cena” con Ettore Bassi diretto da Camilla Cuparo. Prosegue la sua attività con un intenso tour di concerti esibendosi in USA (con Mauro Pagani), Spagna e Francia (Nidi d’arac), Austria, Croazia e Albania (BandAdriatica), Germania (Adria). In Agosto guida la BandAdriatica in un progetto speciale di incontro con Raiz e i Radicanto in cui la cultura musicale adriatica incontra quella mediterranea. Irene Scardia Pianista, compositrice, performer, musicista indefinibile nella sua originalità dal pianismo, lirico e diretto che nella sua alta qualità tecnica arriva, senza disperdersi, all'essenza musicale. Una “scrittura che incalza aritmicamente le tensioni di un partecipare alla musica sempre in cerca ma, disposto allo stupore, alla meraviglia del dono”. “Un viaggio di leggerezza che dentro una forte tensione espressionistica si confronta con modalità minimali e jazz. Temi di forte impatto sentimentale, larghi, in andature che aprono il campo, fanno visioni”. In gennaio 2009 la pubblicazione del suo primo lavoro discografico prodotto dall’Associazione Culturale L’Orchestrina di Lecce per Workin’- label, “I Giorni del vento”. Grazie ad una formazione artistica che la vede percorrere, oltre agli studi musicali, significative esperienze nel campo della danza e del teatro, realizza alcune produzioni multimediali, Il tempo d’Irene 2002, Quattro pagine di me 2003, Meredith à rebours 2004, I giorni del vento 2008, “Quello che so del cielo” 2009. Ulteriori informazioni, materiale fotografico e video disponibili su www.myspace.com/irenescardia Elia Sabato Nato a Sogliano Cavour (Lecce) il 20.07.1975 – residente in Via Cap. Rizzelli, 68 Maglie (Lecce). Il percorso artistico intrapreso negli ultimi anni dallo scultore Elia Sabato affonda le sue radici in quelle avanguardie operanti negli anni 60 intorno alla psicologia della percezione visiva (arte visuale e optical art, in particolare). Allo stesso tempo si possono scorgere delle affinità anche con altri tipi di ricerca sviluppatisi negli stessi anni come l'arte cinetica e la Pop Art. In questa direzione, infatti, mi sembra si possano leggere gli ultimi lavori dell'artista, dove il tema centrale dell´opera ruota costantemente intorno alla molteplicitá della percezione visiva, ottenuta attraverso una riproduzione fotografica dell´immagine (avente come soggetto per lo più volti e figure umane tra loro speculari), applicata con differenti esiti stilistici su altrettanti differenti medium artistici. Un analògon con la pop Art può essere individuato nel ricorso al mezzo fotografico quale strumento di indagine sui meccanismi di formazione dell´immagine, L'accostamento all'arte Cinetica”, invece è da intravedersi nella capacità insita nelle opere di Sabato, di offrirsi in un continuo movimento: dentro-fuori, avanti-indietro, su-giù, positivo-negativo, in grado di modificare, trasformare e riqualificare lo stato percettivo dello spettatore. Per certi versi, si potrebbe dire che Sabato renda in questo modo l´opera simile ad un dispositivo per epifanie oniriche: a seconda dei punti di osservazione, dell´incidenza della luce e del colore (della luce) , infatti, l´incontro di due immagini, tra loro speculari, subisce una metamorfosi tale da far crollare nello spettatore le conoscenze teoriche e percettive precedentemente acquisite e trasportarlo in un mondo “altro”, dove il reale e l´illusorio si incontrano nello stesso spazio. Queste continue mutazioni del piano di rappresentazione, sono rese possibili dalla particolare ed originale tecnica adottata dall´artista: al posto dei classici medium artistici, quali la tela, la tavola e la carta, l´artista impagina le immagini attinte dal mezzo fotografico, su di una lastra di metallo. Il processo costitutivo della figura viene invece affidato al disco abrasivo dello smerigliatore. Volendo fare un paragone, si può dire che Sabato utilizza il plasma e lo smerigliatore, come un pittore usa il pennello ed i colori ad olio. La superficie metallica, si offre sia come materia coprente, sia per le sue qualità di riflessione, come uno specchio che riceve e poi restituisce. A seconda delle incidenze della luce del colore della luce e del punto di vista dell´osservatore, cambia il livello percettivo dell´opera. Ciò che colpisce, nel vero senso del termine, in questi quadri-scultura, trappola per gli occhi, sono quegli infiniti mutamenti del piano di rappresentazione che fanno sì che uno stesso particolare, visto da due posizioni diverse, non sia più riconoscibile. Nel processo di mutazione che viene messo in moto, la figura nota si trasforma in qualcosa che ogni singolo spettatore può liberamente immaginare. E´ l´irrompere del fantastico nella vita di tutti i giorni. Alberto Dambruoso Stefania Mariano Danzatrice e coreografa, si forma presso la scuola di danza Classica e Moderna del Teatro Ariston di Lecce sotto la guida della Maestra Ingrid Ebert. Si diploma poi a Roma presso la Musical Actor's School Theater e studia teatro-danza a Milano con la balleriana – coreografa Susanne Linke e con altri maestri di maestri di fama internazionale: Oleg Soulimenko, David Zambrano, Khosro Adib, Dieter Heitkamp, Adrian Russi, Laura Contardi, Diego Ciavatti, Joan Ruby Worth, Jean Hugues Miredin, Yumiko Yoshioka, Anne Marie Porras, Hans Wrona, Colin Condor, Biondi Josè, Marcelo Bulgarelli. Si perfeziona seguendo i laboratori di didattica per insegnanti con la coreografa americana Paula Morgan. Attraverso un costante lavoro di ricerca, insieme alla Dottoressa Tiziana Dollorenzo Solari (psicointerprete d'arte), porta avanti un progetto di studio sulla natura del movimento che la vede interagire con diverse sensibilità artistiche attive nel territorio salentino e non, arricchendo la sua danza attraverso la contaminazione dei differenti linguaggi della scena. Nel 2007 dà vita a San Cesario all'associazione La Fabbrica dei Gesti, spazio culturale che si caratterizza per l'innovativo approccio al teatro, alla musica e alla danza e alle altre forme artistiche. Un'esperienza creativa in continua evoluzione. Facebook: La Fabbrica dei Gesti
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