Belli di papillon verso il sacrificio

L'Associazione politico- culturale “Amo Specchia” presenta il nuovo libro di Giuseppe Cristaldi, edito da Controluce

L'Associazione politico- culturale “Amo Specchia” presenta il nuovo libro di Giuseppe Cristaldi, “Belli di papillon verso il sacrificio” (Atrio Castello Risolo in Piazza del Popolo, ore 20.30). Il giovane scrittore e regista pugliese, dopo il successo del suo documentario, “Un rumore di gabbiani”, un'orazione per i martiri del petrolchimico, in cui ricostruisce il caso Brindisi e traspare la sua sensibilità verso le tematiche civili, torna con un nuovo romanzo. Durante la serata davvero interverranno il professore Pino Petruzzi (critico letterario), Elio Coriano (poeta -performer) e lo scrittore Giuseppe Cristaldi. Il romanzo, la cui prefazione è firmata da Teresa De Sio, consacra un giovane scrittore italiano che ha esordito nel 2007 con “Storia di un metronomo capovolto”, che è un excursus sulla stagione irrisolta delle stragi di Stato e che vanta la collaborazione di personaggi quali Franco Battiato e Caparezza. “In una Taranto della mente, un ragazzo erige un monumento al padre morto. Cozzaro, contrabbandiere, corista, teatrante, uomo dalle mille risorse, don Papà, come lo chiama il figlio, è uno della razza dei ddritti, nato e cresciuto nel quartiere Tamburi dove ha alimentato favole e racconti sulle proprie gesta. Spinto alla disperazione da un’ingiunzione di trasloco, l’uomo farà a pezzi, nel tempo di una notte frenetica, con l’aiuto del figlio, la casa, prima di compiere il suo ultimo capolavoro, un suicidio esemplare come estrema ingiuria verso i potenti e riaffermazione della vita fin dentro la morte, lasciando al ragazzo il compito di tradurre in una scrittura di rara potenza visionaria la vitavissuta. “Belli di papillon verso il sacrificio” non è soltanto un romanzo sulla città di Taranto, è molto di più: romanzo di formazione, romanzo sui padri, su come e chi eravamo, su come siamo adesso sotto il cielo di nubi tossiche. Giuseppe Cristaldi sprovincializza il linguaggio plastificato dai media, con una scrittura nervosa, espressionista, barocca nella quale l’urgenza di comunicare assurge a vera liturgia della parola”.

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