L’idea di una Regione Salento affascina ma non convince l'onorevole: “Si pensi ad una macro-provincia con Lecce, Brindisi e Taranto”
“L’idea di una Regione Salento affascina ma non convince – spiega l'On. Salvatore Ruggeri, coordinatore provinciale Udc-Partito della Nazione – soprattutto in un periodo come questo dove occorre razionalizzare la spesa pubblica e risparmiare. Non penso che in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, in cui un terzo delle famiglie del Mezzogiorno d’Italia sono a rischio povertà e non possono permettersi le cure mediche (e nei casi più gravi neanche i generi alimentari di prima necessità), possa esserci spazio per un nuovo carrozzone amministrativo, con quello che comporta in termini di spese e costi e con indubbi benefici e vantaggi economici per il territorio. Quotidianamente assistiamo agli sforzi di tanti amministratori attenti, costretti a tagliare le spese per non aggravare la già difficile situazione dei bilanci degli Enti locali, molti dei quali a rischio dissesto. Da tempo poi, si è aperto un dibattito sulla possibile riduzione delle Province o sulla loro eliminazione, con il conseguente passaggio di competenze ai Comuni e alle Regioni. Anche questo per tagliare e ridurre spese inutili che finiscono per gravare solo sulle tasche dei cittadini. E’ evidente, se questa è la situazione, che pensare ad una Regione Salento vuol dire non solo andare controcorrente rispetto al resto del Paese e del Mezzogiorno in particolare (che in questo momento ha bisogno di restare unito, come avvertono anche i Vescovi della Cei), ma rischiare di aggravare una situazione politico-economica già difficile da gestire. Pensare di poter determinare da soli il nostro sviluppo economico, sociale e politico è pura presunzione. È vero che le tre Province del Salento hanno una storia che le accomuna. Ma abbiamo molti dubbi sui vantaggi, soprattutto economici, che potrebbero derivare dalla nascita di una nuova micro regione. Al limite, se proprio vogliamo unificare, si potrebbe pensare ad una “macro-provincia”, a riunificare cioè l’antica Terra d’Otranto. Questo consentirebbe di razionalizzare spese e servizi, di non avere inutili doppioni di uffici pubblici a distanza di pochi chilometri. Non solo: una macro-provincia avrebbe più forza rappresentativa ai tavoli delle decisioni, regionali e nazionali. E’ questa la direzione verso cui dobbiamo e possiamo andare, per restare con i piedi per terra e rispondere alle istanze che ci vengono quotidianamente dai cittadini e soprattutto dalle famiglie che ancora guardano con attenzione e speranza alla politica.
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