Scoperto un autocarro della Monteco a trasportare plastiche e materiali metallici non ferrosi che non potevano essere raccolti dal mezzo
I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce, nell'ambito dell'attività di monitoraggio degli impianti industriali della provincia di Brindisi, hanno effettuato un controllo ambientale nella sede di una società – sulla SS 16 – che si occupa di rottamazioni industriali e di recupero di rifiuti speciali non pericolosi. Nel corso di questa attività, i militari hanno sorpreso un autocarro Iveco della ditta Monteco srl, incaricata della raccolta di rifiuti solidi urbani a Brindisi, su cui erano stati caricati rifiuti consistenti in plastiche varie e materiali metallici non ferrosi che non potevano essere raccolti dal mezzo, utilizzabile solo per la raccolta dei solidi urbani. I rifiuti metallici erano stati mischiati con sfalci di potatura e di Rsu per essere meglio mimetizzati in caso di eventuale controllo; gli accorgimenti però non sono stati sufficienti e i carabinieri del Noe hanno proceduto al controllo dell'impianto all'interno del quale sono stati rinvenuti e sequestrati ulteriori 20 metri cubi di rifiuti della medesima tipologia di quelli rinvenuti sull'autocarro e stoccati illegalmente all'interno dell'azienda. Nella stessa circostanza è stato altresì sequestrato il cassone scaricabile del mezzo contenente i rifiuti metallici, mentre l'autocarro è stato lasciato nella disponibilità della ditta incaricata della raccolta dei rifiuti per non pregiudicarne l'operatività. Al termine del controllo, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Brindisi, per concorso in gestione illecita di rifiuti, il legale rappresentante della società che si occupa di rottamazioni industriali, un socio-lavoratore e il conducente del mezzo che, al momento del controllo, sarebbe dovuto essere in servizio per la raccolta di Rsuu in un altro itinerario cittadino.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding