Sonia De Micheli, domani l’autopsia

Il corpo sarà esumato per effettuare le analisi di rito e stabilire se la morte è avvenuta per una gestosi curata male

Sarà effettuata domani l’autopsia sul corpo di Sonia De Micheli, la donna di 36 anni morta insieme al suo bambino, subito dopo averlo partorito. Dopo la denuncia dei parenti, il sostituto Paola Guglielmi ha affidato al medico legale Roberto Vaglio l’incarico di effettuare l’esame autoptico. Il corpo sarà dunque esumato per effettuare le analisi di rito e stabilire se la morte è avvenuta per una gestosi curata male, come affermano i parenti nel loro esposto e per coagulazione intravascolare disseminata, verificatasi dopo l’operazione. E’ quanto ha dichiarato il dirigente del reparto Francesco Scarpello. 20 luglio 2010 – Morte di Sonia De Micheli: la famiglia denuncia Gli angeli, a volte, non hanno cuore. Quelli che hanno portato in cielo Sonia De Micheli, morta di parto a 36 anni, insieme al suo bambino che aveva in grembo, hanno dimostrato di averne ancora di meno. «Ma quando inizia la scuola la mamma non viene più a prendermi?», ha chiesto Benedetta, 6 anni, al suo papà quando le ha annunciato che la mamma era volata in cielo a prendersi cura del fratellino, aggiungendo che agli angeli non si può dire di “No”. La faccia della bambina, prima di liberarsi in un pianto disperato, ha preso la tipica espressione di chi ritiene di aver subito una grande e clamorosa ingiustizia. “Non è giusto” lo ripetono, dal giorno della tragedia, tutta la famiglia di Sonia De Micheli, i parenti, gli amici e i cittadini di Casarano particolarmente colpiti dalle assurde circostanze che hanno portato alla morte la ragazza e il suo bambino. Ieri, intanto, il legale della famiglia ha presentato presso la Procura della Repubblica di Lecce una denuncia per accertare l’esatta ricostruzione degli avvenimenti, le cause della morte e le eventuali responsabilità da parte del ginecologo che seguiva la donna e dei medici dell’unità operativa di Ostetricia-Ginecologia dell’ospedale “Ferrari” di Casarano. Il marito, Massimo Lupo, e i genitori di Sonia sin dal primo momento hanno attribuito la causa principale del doppio decesso a una gestosi non individuata e, quindi, non curata. «Da circa due mesi mia figlia aveva le gambe gonfie – racconta con controllata rabbia Luigi De Micheli – negli ultimi giorni non riusciva quasi a camminare. Il martedì precedente al ricovero (il 6 luglio, ndr) Sonia era stata un’altra volta dal medico che la curava in ospedale e gli ha nuovamente fatto presente quel problema. Lui ha fatto il tracciato, ha detto di non preoccuparsi, che andava tutto bene e di tornare a casa, consigliandole di stare distesa, di sollevare le gambe e di cospargerle con una pomata. Possibile che un medico, nel 2010, non riesce a capire che qualche problema c’è?». Nei giorni seguenti la situazione è peggiorata. Sabato 10 luglio, Sonia è stata portata al pronto soccorso del “Ferrari”. «Al pronto soccorso se la prendevano troppo comoda – accusa la mamma, Antonietta Placì – noi insistevamo di fare presto, che la situazione era disperata, che Sonia stava male e poteva perdere il bambino e quelli ci dicevano che bisognava aspettare e di riempire dei moduli». Dal pronto soccorso, Sonia viene fatta passare con il “codice giallo” (non è il massimo dell’urgenza), ma i medici di Ostetricia sottopongono la paziente ad un intervento d’urgenza “a causa di distacco intempestivo totale di placenta alla 34esima settimana di gestazione”. Il bambino è perduto, ma i parenti della ragazza mai avrebbero pensato che la tragedia fosse solo all’inizio. «Per il bambino ci eravamo fatta una ragione – aggiunge la signora Antonietta, che non riesce a darsi pace – ma nessuno pensava che rischiava anche lei. Non si può sbagliare con la vita di una ragazza di 36 anni. Dopo l’intervento, mia figlia ha cominciato a tremare. Ha continuato a tremare per ore, tanto che ad un certo punto ci hanno chiesto se soffrisse di epilessia”. Le condizioni della donna peggiorano e i medici sono costretti a intervenire nuovamente. Tutto inutile, però, perché Sonia morirà il 12 luglio, dopo essere entrata in coma. «Il momento più duro – ha concluso il marito – è stato quando, insieme a mio cognato Fabrizio, abbiamo detto a Benedetta che la mamma non c’era più. Ogni tanto piange, all’improvviso, quando si ricorda». Lo dice mentre si sente il vociare prodotto da Benedetta e dai cuginetti mentre giocano nell’altra stanza. 15 luglio 2010 – Malasanità? Parto: muore mamma e bimbo Ma si può morire di parto a 36 anni in Italia? Si, se un principio di “gestosi” non viene bloccato in tempo. E’ quello che pare sia successo a Casarano: Sonia De Micheli, 36 anni e il suo bimbo di nove mesi, che aveva nella pancia, sono morti a distanza di un giorno l’uno dall’altra. Sono morti nell’ospedale “Ferrari” di Casarano e i parenti e gli amici non si danno pace. Soprattutto non si rassegnano il marito, Massimo Lupo e la loro prima bimba, 6 anni, felice per il fratellino in arrivo e perché stava per iniziare la prima elementare a settembre. Una gravidanza tranquilla, arrivata al nono mese. Al momento, non è ancora possibile fare un'esatta ricostruzione degli avvenimenti, ma, raccontano i parenti, da alcuni giorni Sonia lamentava un gonfiore doloroso alle gambe e ai piedi, tanto che le risultava difficile camminare normalmente. Per questo pare che si fosse rivolta ai medici per farsi visitare e per il previsto monitoraggio. Inoltre da un paio di giorni non sentiva più i consueti movimenti del bambino nella pancia. Anche di questo si lamentava con chi le era vicino ed anche per questo era andata a parlare con il ginecologo curante, “Torni a casa e metta del ghiaccio sulle gambe”, sembra che sia stata la risposta. E così ha fatto Sonia che, però, nella notte tra venerdì e sabato ha cominciato a stare male. Erano comparse delle macchie sulle gambe ed è corsa al pronto soccorso. E’ stata operata d’urgenza sabato mattina, ma da quella sala operatoria mamma e figlio usciranno senza vita. Il bambino, un bellissimo maschietto di quasi nove mesi era già morto da due giorni. Proprio da quando Sonia non lo sentiva più muoversi nella sua pancia. Subito dopo Sonia è entrata in coma ed è morta il 13 luglio alle 12.15. Come era sua volontà sono stati donati tutti gli organi. Altre persone vivranno grazie a lei, ma non quel bambino, tanto voluto. E i suoi parenti, disperati, non si danno pace. Parlano di malasanità e sono pronti a denunciare l’accaduto.

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