Omicidio Basile: oggi il Riesame per Colitti jr

E’ prevista per oggi la nuova udienza dinanzi ai giudici del Tribunale del riesame per i minorenni per Vittorio Luigi Colitti, il 19enne accusato, in concorso con il nonno Vittorio, dell’omicidio di Peppino Basile, il consigliere dell’Italia dei Valori assassinato ad Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno del 2008. I giudici dovranno nuovamente esprimersi sulla richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dai legali del giovane imputato, gli avvocati Francesca Conte e Roberto Bray dopo la sentenza della Corte suprema di Cassazione che il 13 maggio scorso ha anato, accogliendo il ricorso presentato dalla difesa, l’ordinanza del 22 dicembre 2009 con cui il Tribunale per i minorenni aveva confermato la custodia cautelare in carcere. L’udienza si aprirà sotto una nuova luce, perché nel frattempo, oltre alla sentenza della Cassazione dei minori, che ha anato l’ordinanza della custodia cautelare in carcere per Colitti jr, è arrivata anche quella della Cassazione ordinaria, che si è espressa sul procedimento relativo al nonno. La Cassazione ordinaria infatti, che si è pronunciata sul procedimento che interessa il nonno che, ricordiamo, è agli arresti ma ancora non è rinviato a giudizio (è semplicemente indagato) ha stabilito che si sarebbero dovuti adottare criteri diversi per valutare il racconto della baby-testimone. L’orientamento della Suprema corte dunque, è lo stesso della Cassazione per i minorenni. E oggi infatti anche il Riesame per i minorenni valuterà se c’erano le condizioni, in base ai criteri indicati dalla Cassazione, per arrestare Colitti jr. In base alla sentenza della Cassazione c’erano delle incertezze procedurali nella testimonianza della bambina: la giovane età (solo cinque anni e un mese all’epoca dell’omicidio); la testimonianza, resa 17 mesi dopo, in cui contraddice quello che aveva detto alla psicologa Michela Francia nel settembre del 2008; la perizia della stessa psicologa, che nel settembre 2008 l’aveva valutata incline a mentire e comunque già suggestionata dal contesto in cui viveva. Inoltre la Cassazione aveva sottolineato alcune irritualità procedurali: il verbale trascritto e non registrato e trascritto nelle sole risposte, senza le domande; il colloquio con la bambina in forma di interrogatorio, preceduto dall’avvertimento a non dichiarare il falso, pena l’arresto. Nel dettaglio i giudici della Suprema corte hanno stabilito che “l’ordinanza impugnata non può che essere anata con rinvio al Tribunale per i minorenni di Lecce perché proceda a nuovo esame verificando e giustificando anzitutto adeguatamente la valutazione di attendibilità e credibilità della testimone minorenne; verificando quindi, se necessario, la completezza degli atti trasmessi dal pubblico ministero”. A motivare la sentenza della Cassazione due aspetti fondamentali: innanzitutto l’attendibilità della piccola testimone oculare dell’omicidio, uno dei punti cardine della tesi accusatoria. In particolare, si legge nelle motivazioni della sentenza, “il fatto che all’epoca dell’omicidio la testimone aveva appena quattro e mezzo” e che “la deposizione cui si riferiscono i giudici della cautela (Riesame n.d.r.) è stata resa a diciassette mesi dal fatto al pubblico ministero e contraddiceva quella resa ad un’esperta”. Inoltre, “la psicologa che aveva condotto il primo esame infruttuoso aveva rilevato una tendenza della bambina a mentire”. Il secondo aspetto è quelle relativo alle deposizioni di Giovanni Vaccaro, il collaboratore di giustizia che ha fornito con le proprie dichiarazioni una ricostruzione alternativa dell’omicidio di Basile. Appare fondata, secondo i giudici della Cassazione, la tesi della difesa secondo cui tali documenti, da ritenersi atti favorevoli all’imputato, non siano stati trasmessi al Tribunale del riesame, che dovrà ora pronunciarsi nuovamente sulla richiesta di scarcerazione di Vittorio Luigi Colitti. Un nuovo esame che, seppur non vincolato al giudizio della Cassazione, dovrà comunque tenerne conto.

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