Omicidio Basile: la psicologa, la bimba soggetta a suggestioni

Sfilano uno dopo l’altro, nell’aula del Tribunale per i minorenni di Lecce, i testimoni del giudizio immediato nei confronti di Vittorio Luigi Colitti, il 19enne (minorenne all’epoca dei fatti) accusato, in concorso con il nonno Vittorio, dell’omicidio di Peppino Basile, il consigliere dell’Italia dei Valori assassinato ad Ugento la notte tra il 14 e il 15 giugno 2008. Oggi è stata la volta dell’ispettore di polizia Silvio Fersini, uno degli investigatori che hanno seguito in prima persona le indagini sul delitto di Ugento. In particolare l’ispettore ha risposto alle domande sulla cosiddetta pista “Vaccaro”, il collaboratore di giustizia (o presunto tale) che con le sue dichiarazioni ha tratteggiato uno scenario ben diverso dell’omicidio Basile da quello ricostruito dall’accusa. Fersini ha confermato i rapporti di Vaccaro con Pio Giorgio Bove, altro nome implicato nella pista alternativa, escludendo però che questi abbia mai avuto contatti diretti con Basile. La difesa ha sottolineato più volte come le altre piste riguardanti l’omicidio, diverse cioè da quella dei Colitti, siano state trascurate o trattate con scarso interesse. Dopo l’ispettore sul banco dei testimoni è salita la dottoressa Michela Francia, psicologa e psicoterapeuta, consulente di parte della Procura di Lecce e incaricata nel settembre del 2008 di svolgere una consulenza sui minori che la notte dell’omicidio si trovavano in via Nizza, e cioè il fratellino dell’imputato e due dei nipoti dei Marini, tra cui la piccola presunta testimone oculare dell’assassinio dell’ex consigliere Idv. E’ il 23 settembre 2008 quando la dottoressa Francia si reca con il sostituto procuratore De Palma a casa dei Marini, da subito apparsi reticenti e poco collaborativi. L’intervista strutturata, com’è definita in gergo tecnico, riguarda la piccola teste e il fratellino più grande. Il colloquio si sarebbe svolto in un clima sereno e giocoso, racconta la psicologa dai lunghi capelli corvini, occhi neri come la pece, sguardo profondo e ipnotico e fare suadente. “La bimba – prosegue la dottoressa – dimostrò buone capacità linguistiche e capacità di mettere in progressione logica e temporale gli eventi. Riferì che quella tragica notte dormiva dai nonni, nella stessa stanza dei suoi fratelli, e che fu svegliata dalle urla. Fu la nonna a tranquillizzarla”. Il tono del colloquio sarebbe poi notevolmente cambiato all’arrivo della madre dei due bimbi, un cambio di natura emotiva. A tal proposito la psicologa ha spiegato come i bambini tra i cinque e sei anni non possano mentire consapevolmente, ma siano soggetti a fattori suggestivi (specie da figure di riferimento come genitori e nonni) in grado di influenzarne i ricordi. Sempre in tal senso ha poi menzionato il colloquio con il fratellino dell’imputato, che avrebbe prima spontaneamente affermato che Basile era amico di tutti i componenti della sua famiglia (menzionandoli uno aduno) e poi si sarebbe contraddetto più volte sugli spostamenti di Vittorio Luigi quella sera. Falsi ricordi dunque e non menzogne, condizionati, con ogni probabilità, dalla presenza dei suoi familiari. L’udienza è stata poi aggiornata a lunedì prossimo. Tra i testimoni c’è grande attesa per la signora Nadia Marini, madre della piccola testimone oculare dell’omicidio.

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