Avviso della conclusione delle indagini preliminari per 10 delle persone coinvolte nell'operazione che nel settembre scorso colpì numerosi presunti esponenti della Scu leccese
La Direzione distrettuale antimafia del capoluogo salentino ha chiuso le indagini su uno dei procedimenti stralcio della cosiddetta “Operazione Maciste”, che il 9 settembre del 2009 portò all’arresto, nell’ambito di una vasta operazione condotta dalla Squadra mobile e dai carabinieri del Ros di Lecce, di 38 presunti esponenti della frangia leccese della Sacra corona unita. Dieci complessivamente gli indagati di questa costola di una delle pietre miliari della lotta alla quarta mafia pugliese, con alcuni degli esponenti storici e dei capi indiscussi della Scu come Claudio Conte, Giovanni De Tommasi e Dario Toma. Tra i nomi eccellenti anche quello di Paolo Tomasi, difeso dall’avvocato Michele Palazzo, uno dei killer più efficaci e spietati del clan Toma-Cerfeda, e già condannato all’ergastolo con sentenza definitiva per diversi omicidi. Le indagini, avviate nel 2002, hanno permesso di ricostruire, grazie anche alle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, i moventi, gli autori e i mandanti di numerosi omicidi e tentati omicidi commessi durante la sanguinosa guerra di mafia che portò al violento scontro armato per il controllo del territorio. Una vera e propria guerra che vide contrapposti, dal 1987 al 2002, gli storici sodalizi della criminalità organizzata leccese: inizialmente De Tommasi e Tornese, e successivamente all’interno dello stesso clan De Tommasi. Altrettanto feroce la contrapposizione tra i gruppi “Toma-Cerfeda” e “Pellegrino-Presta-Vincenti”. Diversi gli episodi descritti nell’avviso della conclusione delle indagini preliminari: dall’omicidio di Luigi Scalinci a quello di Valerio Colazzo e Giuseppe Quarta.
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