Allarmante il quadro che emerge dai dati forniti dalla Prefettura del capoluogo salentino: due aziende su tre risultano irregolari
I dati diffusi ieri dalla Prefettura di Lecce in merito alla lotta e alle indagini sul cosiddetto lavoro sommerso, forniscono un quadro economico allarmante del Salento. Oltre 60, infatti, i provvedimenti di sospensione delle attività imprenditoriali e 131 i lavoratori in nero scoperti in provincia di Lecce nell’ambito dei controlli disposti dalla Direzione provinciale del lavoro di Lecce e fatti dall’aprile scorso da Inps, Inail, Asl, carabinieri, Guardia di finanza, polizia e corpo forestale. I controlli hanno riguardato in particolar modo il settore edile e quello agricolo. Nel comparto agricolo in quattro settimane di controlli, su 93 aziende esaminate ben 29 sono risultate irregolari, su 322 lavoratori italiani 20 erano totalmente in nero e altri 20 irregolari per altre cause, su 8 lavoratori comunitari tre erano in nero e uno irregolare, e su 17 lavoratori extracomunitari 4 erano irregolari. Otto attività imprenditoriali sono state sospese. Nel settore edile, invece, in controlli durati sei settimane, su 264 aziende 178 sono risultate irregolari, su 577 lavoratori nazionali 105 erano totalmente in nero e 105 irregolari per altre cause, due lavoratori comunitari erano in nero, e su quattro lavoratori extracomunitari uno era in nero nonostante avesse un regolare permesso di soggiorno. Sono 52 infine i provvedimenti di sospensione adottati nei confronti di altrettante società e 206 le violazioni accertate in materia di sicurezza e salute. I controlli, ovviamente, non si fermeranno qui perché saranno potenziati anche nel periodo estivo.
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