I ragazzi di Ingegneria aereospaziale hanno concluso il corso di Meccanica di volo con un viaggio d’istruzione in Campania
Gli studenti di Ingegneria aerospaziale dell’Università del Salento hanno concluso il corso di Meccanica del volo, oltre studiando le varie fasi della progettazione e della realizzazione di un veivolo, ammirando la Campania dall’alto. Infatti, alcuni studenti del primo anno del corso di laurea magistrale in Ingegneria aerospaziale di Brindisi hanno da poco concluso un viaggio d’istruzione in Campania, presso i siti aereonautici più importanti della regione, che ha toccato il Centro italiano di Ricerche Aerospaziali, gli stabilimenti Omasud, Atitech ed Alenia, il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale dell’Università di Napoli, per concludere poi con una prova di volo di circa un’ora. Gli studenti hanno anche visitato lo stabilimento Atitech di Napoli Capodichino, azienda che si occupa della manutenzione di veivoli civili a breve e medio raggio. Nel pomeriggio si sono recati nel Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale dell’Università di Napoli, sotto la guida attenta di Gennaro Scarcella, docente di Costruzione aereospaziali dell’Università del Salento. Il terzo giorno è stato la volta dello stabilimento Alenia di S.Pietro a Patierno, in area aeroportuale: “L’ing. Polidoro, responsabile dello stabilimento, già responsabile di quello di Grottaglie – spiegano con entusiasmo gli studenti – ci ha mostrato le fasi di costruzione e assemblaggio delle fusoliere del velivolo da trasporto militare C27J e del velivolo tutto G222 destinato alle forze aeree dell’Afghanistan.” I giovani hanno poi proseguito per l’aeroporto di Salerno, dove su un veicolo dell’Aeroclub, il comandante Selis, istruttore di volo, li ha condotti a turno in volo, mostrando loro come mettere in pratica i concetti teorici appresi Gli studenti di ingegneria aerospaziale – è proprio il caso di dirlo – hanno preso il volo.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding