Referendum su biomasse. De Masi non risponde a Venuti

A Casarano l’opposizione continua a chiedere a gran voce il referendum popolare sulle biomasse ed accusa l'amministrazione di “troppo formalismo”

Mentre l’amministrazione comunale di Casarano e il sindaco Ivan De Masi non rispondono (per il momento?) alle interessanti considerazioni di Remigio Venuti, capogruppo consiliare del Partito Democratico, la proclamata inammissibilità da parte di Giovanni Pino, presidente della commissione “Affari istituzionali”, del referendum sulla centrale a biomasse si pone al centro del dibattito politico. Come l’ex sindaco Venuti, anche i due gruppi consiliari di minoranza, Pdl e Cdc, chiedono che si trovi una formula per far svolgere la consultazione referendaria e far scegliere i cittadini. “Alla luce delle dichiarazioni dello zelante presidente – si legge nella nota dell’opposizione – troppo ingessato nelle fredde norme statuarie, ci chiediamo come si pongano le forze politiche, Partito Democratico, Udc, Liber@città,Io Sud, che in campagna elettorale e in diverse occasioni hanno ribadito la ferma volontà di far espletare il referendum permettendo ai cittadini di esprimersi. Ci chiediamo – prosegue la nota – il deliberato di un Consiglio comunale, espressione indiretta della volontà popolare, non ha più nessun valore in questa città?” “E la volontà di oltre 6.000 cittadini – si domanda ancora la minoranza consiliare – firmatari di un appello per la tutela dell’ambiente e della salute a Casarano e nel Salento, non merita il giusto rispetto e le giuste risposte da parte delle forze politiche che siedono in Consiglio? I gruppi consiliari del Centro Democratico Cristiano e del Popolo della Libertà hanno sottolineato da subito che l’unico obiettivo del sindaco era ed è la realizzazione della centrale dell’azienda di famiglia; alla luce del clima di profonda divisione che si è venuto a creare nella nostra città – conclude la nota – le forze politiche vogliono tornare a svolgere con responsabilità il mandato affidato dagli elettori, mettendo al centro il bene comune e non facendosi condizionare in alcun modo da interessi privati”. La nota del Pdl-Cdc precisa, inoltre, che il presidente della commissione “si è preoccupato essenzialmente dei formalismi legati allo svolgimento dei referendum consultivi (quorum, tempistica, etc.) non avendo la sensibilità e la correttezza istituzionale di informare i consiglieri componenti delle eventuali problematiche inerenti il referendum legato alla centrale a biomasse della Italgest”. Nei giorni scorsi, a conclusione dei lavori della commissione, il presidente Pino aveva sostenuto che il referendum sull’impianto a biomasse era inammissibile, in quanto il regolamento comunale deve sottostare alle condizioni imposte dalla legge, in questo caso dal Tuel (testo unico enti locali). Per un impianto a biomasse della potenza di 25 MW, secondo l’interpretazione della commissione, il Comune di Casarano non potrebbe indire un referendum perché l’autorizzazione per simili impianti spetta alla Regione e non al Comune.

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