Accoltellò un pastore. Si costituisce

Dopo due giorni di ricerche Cosimo Paglialunga, di Nardò, si è presentato da solo davanti ai carabinieri. Il figlio era già stato arrestato venerdì

Perquisizioni continue, di giorno e di notte, presso il domicilio della sua famiglia e dei parenti. Osservazioni, ricerche serrate. E’ stata un’operazione molto intensa quella condotta dai carabinieri della Stazione di Porto Cesareo e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Campi Salentina che alla fine sono riusciti a trovare ed arrestare Cosimo Paglialunga, 54enne agricoltore e allevatore nativo di Nardò, che sin dalla serata di venerdì 11 si era reso irreperibile e aveva fatto perdere ogni traccia di sé, comunicando con il resto del mondo solo tramite il suo avvocato. L’uomo, pregiudicato e noto alle Forze dell’Ordine, era inseguito da accuse pesanti: porto abusivo di arma da fuoco, tentate lesioni personali gravi, ed altre responsabilità penali ancora più gravi. Il cerchio si è però via-via ristretto intorno a lui che alla fine ha ceduto, costituendosi ieri pomeriggio presso la Stazione dei carabinieri di Porto Cesareo insieme al suo legale: lì, però, lo attendeva una dichiarazione in stato di arresto in quasi flagranza, e un trasferimento immediato a Lecce, destinazione casa circondariale di Borgo San Nicola. Si è così conclusa in soli tre giorni una vicenda che lo ha visto pericolosamente protagonista insieme al figlio Vito Antonio Paglialunga, classe 1978, caduto nella rete dei militari invece proprio venerdì. All’origine di tutto, litigi per questioni di pascolo e di confini terrieri. Proprio Vito (che collabora all’attività del padre di allevamento e pastorizia) aveva avuto, venerdì mattina, una discussione con il giovane proprietario di un terreno confinante: secondo quest’ultimo, le greggi dei Paglialunga avrebbero effettuato continui sconfinamenti, ormai non più sopportabili. La discussione però era diventata ben presto un alterco, poi una lite violenta; infine lo stesso Vito aveva impugnato un coltello da cucina, ferendo il suo rivale al volto. Solo la fuga del ferito, forse, ha evitato conseguenze ancora più gravi. A quel punto, ecco intervenire nella questione Cosimo Paglialunga. Stando ai riscontri raccolti dagli inquirenti, avrebbe raggiunto per vendetta un pastore dipendente del ferito, sparandogli alcuni colpi di pistola; poi, imbattutosi casualmente nel proprio obbiettivo, avrebbe tentato di investirlo con l’auto. Dopo gli iniziali timori, la vittima ha riferito tutto ai carabinieri e nel giro di poche ore il quadro indiziario a carico di Paglialunga padre e figlio si è fatto assai pesante, complice anche il fatto che i militari abbiano perquisito l’abitazione del giovane, trovandovi il coltello dell’aggressione.

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