Cavallino. La mobilitazione democratica

Ieri sera intorno alle ore 20.30 in piazza Castromediano a Cavallino l'iniziativa di mobilitazione democratica No alla centrale. Domani la decisione in Regione

I “biocontestatori” si sono dati appuntamento ieri sera intorno alle ore 20.30 in piazza Castromediano a Cavallino per un’iniziativa di mobilitazione democratica, dove si sono succeduti una serie d’interventi: dai cittadini agli ambientalisti, dagli amministratori ai medici, intervallati dalla voce di Daniele Durante del Canzoniere Grecanico Salentino, celebre gruppo che ha dato il via alla rinascita della “pizzica”. Giuseppe Serravezza, presidente Lilt, ha chiarito e spiegato i motivi della mobilitazione di massa: “Occorre operare affinché la gente possa ammalarsi sempre il meno possibile”. La centrale a oli vegetali grezzi di Cavallino, brucerà, infatti, 150.000 litri al giorno di olii- e secondo uno studio a Bologna su centrali analoghe- spargendo gas di scarico, alcuni cancerogeni, IPA, pm10 e inferiori e ossidi d'azoto. L’unione Europea intende ridurre l’uso di olii vegetali come combustibile, l’Agenzia europea per l’ambiente ne chiede la moratoria da anni, ma questo tipo di centrali produce introiti per circa cinquanta milioni di euro all'anno, difficile, quindi, bloccare un iter economico di queste proporzioni. “Tutto vecchiume- precisa ancora Serravezza – Questi scenari sono stati vissuti cinquant’anni fa, altrove, basta informarsi con mente libera e indipendente: in Inghilterra, in Germania, in tutto il Nord Europa si è già cercato, infatti, di andare oltre rispetto a questo tipo di centrali. In questi giorni la Comunità Europea sta cercando di far diventare legge quello che in Germania è già regola: le biomasse, quelle propriamente dette, quelle che ci vogliono propinare qui, con vecchi motori diesel che bruciano, sono già qualcosa di vecchio, e dove attualmente sono presenti, vengono riconvertite in impianti a biogas, dove la massa viene trasformata in gas metano”. A dire No al biodiesel: autorevoli medici salentini e tutti i presidi di Facoltà dell’Università del Salento, tranne Ingegneria; importanti associazioni come: Conf. Ital. Agr., Confagricoltura di Lecce, Legambiente, WWF, Italia Nostra, Fai, Slow food, Lilt, Comboniani e Francescani, insieme alle amministrazioni e i cittadini di Lecce, Collepasso, Sannicola, Novoli, Calimera, San Donato, San Cesario, Lizzanello e Campi Salentina. Ora l’ultima parola spetta alla Regione, che proprio domani, l’8 giugno deciderà sulla centrale: salute e ambiente saranno difesi?

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