GUARDA I VIDEO. Costruito, arredato e mai entrato in funzione. C’è, da 40 anni, a Presicce una struttura per anziani e disabili. Abbandonata a se stessa. Il Tacco ha indagato. Fabio e Mingo pure
A volte ritornano. E infatti. Continua la collaborazione tra il Tacco d’Italia e Striscia la notizia. Fabio e Mingo, gli inviati pugliesi del tg satirico di Canale 5, sono ritornati nuovamente nel Salento e precisamente a Presicce. Dietro nostra segnalazione hanno fatto incursione nel centro per anziani e disabili realizzato circa 40 anni fa e mai entrato in funzione. Con relativo spreco di denaro pubblico. E non poco. Il servizio di Striscia andrà in onda nei prossimi giorni. Il reportage del Tacco è stato pubblicato sul numero di maggio, attualmente in distribuzione. Ve lo riproponiamo di seguito. Di Maria Luisa Mastrogiovanni Reportage di Andrea Morrone Doveva diventare un centro per accogliere ragazzi disabili e anziani. Non solo una residenza, ma un luogo in cui far incontrare culture, storie, famiglie. In 40 anni, sono tanti gli anni impiegati per trasformare una struttura perfettamente funzionante in un rudere, avrebbe migliorato la vita di centinaia di migliaia di persone. Invece non è mai entrato in funzione ed è diventato facile preda dei tanti vandali che lo hanno sventrato. I veri motivi si perdono nella memoria dei poco più di cinquemila cittadini di Presicce. Uno dei paesini più belli del Salento, con un centro storico curato e silenzioso. Nessuno ha mai ricostruito i tanti passaggi di mano e di responsabilità che di amministrazione in amministrazione hanno consegnato questo imponente Centro per anziani e disabili all’oblio. Abbiamo cercato di capire, insieme al sindaco di Presicce Lorenzo Lapuma e al dirigente dell’ufficio tecnico Gianluca Saracino, e ci sembra si sia trattato di una sorta di tela di Penelope: per beghe politiche quello che uno faceva l’altro ostacolava, non appena insediato. Quando poi si finì di costruirlo, di realizzare gli impianti e gli arredi – “c’erano perfino le coperte!” ricorda stupefatto il sindaco – doveva essere consegnato alla Asl che lo avrebbe gestito. La consegna però non avvenne mai e, rimasto in un eterno limbo – la proprietà del Comune, la gestione della Regione; l’uno non lo possedeva, l’altro non lo poteva usare – ritornò allo stato di rudere a causa delle violente incursioni dei ladri. Negli anni Novanta Lapuma (sindaco dal 1999 al 2004 e dal 2009 ad oggi) diede ordine di trasferire gli arredi e gli oggetti di valore rimasti in un’ala del mercato coperto, dove tutt’ora giacciono impolverati. Fece poi murare un’ala del Centro per impedire che i ladri portassero via gli ultimi quadri elettrici rimasti. Nel 2004 – questo è uno dei passaggi più eclatanti di questa storia surreale – la giunta Lapuma, poco prima della fine del mandato, riesce ad arrivare alla firma del contratto con una cooperativa “rossa”, la Cons Coop di Forlì, che completamente a sue spese avrebbe dovuto ristrutturare il Centro in cambio della gestione pluridecennale. Subentrata la nuova Amministrazione, il Comune (sindaco Antonio Luca) rescinde il contratto consensualmente e incassa una penale di 40mila euro invece dei 75mila previsti. Ricapitolando: il Comune per costruire e arredare il Centro in 40 anni ha sottoscritto una serie di mutui le cui ultime rate sta finendo di pagare ancora oggi. Non si riesce a ricostruire l’intero importo dell’indebitamento. Quello che per certo riusciamo a dire è che ha speso in totale, a più riprese, quasi cinque miliardi (4.670.399.156 per la precisione) di lire pagati con indebitamenti presso la Cassa depositi e prestiti. Soldi pubblici.
E veniamo ad oggi. Perché quel Centro pare proprio che “non s’ha da fare”. Infatti il Comune di Presicce nel 2006 decide di partecipare ad un bando regionale per la ristrutturazione e, finalmente, per l’attivazione del Centro. Il progetto è presto detto: 250mila euro a carico della Regione Puglia e 250 mila a carico del Comune. Poiché l’amministrazione non riesce a far fronte alla sua quota decide di indire un bando per selezionare un’azienda che si faccia carico della ristrutturazione spettante al Comune in cambio della gestione della struttura. Intanto la Regione Puglia paga la sua quota: 250mila euro sull’unghia giacciono nelle casse del Comune, inutilizzati. Va avanti la procedura per l’assegnazione dei lavori: prima una procedura ristretta, cui partecipa la Rinascita srl di Racale. Questa ditta però non consegna la documentazione prevista dal bando e il Comune con una delibera di Giunta dichiara deserta la gara. Si passa quindi ad una procedura negoziata per un importo complessivo in appalto di un milione 840mila euro.
L’obiettivo è sempre quello far ristrutturare il Centro a privati senza oneri per il Comune, in cambio di una gestione trentennale. Partecipa solo una ditta, la Salento salute srl di Tuturano, che si aggiudica il bando. Intanto il Comune aveva già incassato i 250mila mila euro della Regione, la quale comunica che si deve dare avvio ai lavori entro 180 giorni e che si devono concludere entro due anni. Pena la revoca del finanziamento. I due anni sono scaduti il 29 aprile scorso. Il geometra comunale, ora in pensione, in quanto responsabile del procedimento sottoscrive con la ditta il documento che prova l’avvio dei lavori e lo comunica alla Regione. Così il finanziamento è salvo. Peccato che quei lavori non siano mai iniziati. Nel frattempo subentra il nuovo responsabile dell’ufficio tecnico, l’architetto Saracino, che cerca di capirci qualcosa in tutto quell’andare e venire di carte. E quello che capisce non gli piace affatto. Il Comune segnala così quella situazione anomala a Carabinieri e Finanza, che aprono due filoni d’indagine. Si riscontrano così una serie di incongruenze: la ditta Salento salute aveva inviato al Comune il progetto esecutivo dopo un anno e mezzo dall’assegnazione del bando, e ciò è avvenuto dopo che era stato certificato l’avvio dei lavori. Come è possibile dunque comunicare l’avvio dei lavori senza aver mai presentato un progetto esecutivo? Senza aver mai neppure sottoscritto il contratto? Non solo: la Salento salute ha esperito una gara di evidenza pubblica con la quale ha selezionato la ditta Edilpaiano di Presicce per la realizzazione dei lavori. E lo ha fatto un anno dopo aver comunicato alla Regione l’avvio dei lavori. Cioè prima dice che i lavori sono iniziati e poi seleziona la ditta che deve realizzarli. Una brutta vicenda per cui ha già pagato l’intera comunità: non solo per i soldi spesi male, ma anche per i servizi di cura e assistenza ad anziani e disabili mai ricevuti e di cui pure il Salento è carente. La Finanza di Lecce intanto ha concluso le indagini, inviando il fascicolo contenente la notizia di reato in Procura.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding